CXIII. Tacito orror di solitaria selva
../CXII. Tante sì spesse sì lunghe sì orribili
../CXIV. Deh che non è tutto Toscana il mondo
IncludiIntestazione
4 giugno 2022
100%
Da definire
<dc:title> Rime varie </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator>
<dc:date>1776-1799</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation>Indice:Alfieri - Rime varie (1903).djvu</dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Rime_varie_(Alfieri,_1903)/CXIII._Tacito_orror_di_solitaria_selva&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20220604162604</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Rime_varie_(Alfieri,_1903)/CXIII._Tacito_orror_di_solitaria_selva&oldid=-
20220604162604
Rime varie - CXIII. Tacito orror di solitaria selva Vittorio AlfieriAlfieri - Rime varie (1903).djvu
CXIII. Tacito orror di solitaria selva
[p. 80 modifica]
Tacito orror di solitaria selva
Di sì dolce tristezza il cor mi bea,
Che in essa al par di me non si ricrea
Tra’ figli suoi nessuna orrida belva.
E quanto addentro più il mio piè s’inselva,
Tanto più calma e gioja in me si crea;
Onde membrando com’io là godea,
Spesso mia mente poscia si rinselva.
Non ch’io gli uomini abborra, e che in me stesso
Mende non vegga, e più che in altri assai;
Nè ch’io mi creda al buon sentier più appresso:
Ma, non mi piacque il vil mio secol mai:
E dal pesante regal giogo oppresso,
Sol nei deserti tacciono i miei guai.
|