Avviticchiati, ignudi, e bocca a bocca
Soavemente inserta, in roseo letto
Giaccion Venere e Marte: oh qual diletto 4Nel dar, nel render baci, a entrambi tocca!
Languida voluttà, dolcezza fiocca
Dal di lei ciglio tremulo umidetto;
Marte esala sospir dall’igneo petto; 8Quand’ecco rete insidïosa scocca:
Ecco apparir gli Dei, cui trae lo scabro
Vulcan, che altero del felice evento, 11Mostra di sue vergogne essere il fabro.
Ridon gli Dei; ride Vulcan, ma a stento:
Stretti i duo amanti in un, non muovon labro: 14D’esser Marte ogni Nume ha in se talento.