LXXXI. Te chiamo a nome il dì ben mille volte
../LXXX. Era l'ora del giorno in cui l'estive
../LXXXII. Oh quai duo snelli corridori alati
IncludiIntestazione
1 giugno 2022
100%
Da definire
<dc:title> Rime varie </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator>
<dc:date>1776-1799</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation>Indice:Alfieri - Rime varie (1903).djvu</dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Rime_varie_(Alfieri,_1903)/LXXXI._Te_chiamo_a_nome_il_d%C3%AC_ben_mille_volte&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20220601162123</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Rime_varie_(Alfieri,_1903)/LXXXI._Te_chiamo_a_nome_il_d%C3%AC_ben_mille_volte&oldid=-
20220601162123
Rime varie - LXXXI. Te chiamo a nome il dì ben mille volte Vittorio AlfieriAlfieri - Rime varie (1903).djvu
LXXXI. Te chiamo a nome il dì ben mille volte
[p. 64 modifica]
Te chiamo a nome il dì ben mille volte;
Ed in tua vece, morte a me risponde:
Morte, che me di là dalle triste onde
Di Stige appella, in guise orride e molte.
Cerco talor sotto le arcate volte
D’antico tempio, ove d’avelli abbonde,
Se alcun par d’alti amanti un sasso asconde,
E tosto ivi entro le luci ho sepolte:
Sforzato poi da immenso duolo, io grido:
Felici, o voi, cui breve spazio serra,
Cui più non toglie pace il mondo infido! —
È vita questa, che in continua guerra
Meniam disgiunti, d’uno in altro lido?
Meglio indivisi fia giacer sotterra.
|