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Rime varie (Alfieri, 1903)/LXXXI. Te chiamo a nome il dì ben mille volte

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LXXXI. Te chiamo a nome il dì ben mille volte

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LXXXI. Te chiamo a nome il dì ben mille volte
LXXX. Era l'ora del giorno in cui l'estive LXXXII. Oh quai duo snelli corridori alati

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LXXXI.

Te chiamo a nome il dì ben mille volte;
Ed in tua vece, morte a me risponde:
Morte, che me di là dalle triste onde
Di Stige appella, in guise orride e molte.

Cerco talor sotto le arcate volte
D’antico tempio, ove d’avelli abbonde,
Se alcun par d’alti amanti un sasso asconde,
E tosto ivi entro le luci ho sepolte:

Sforzato poi da immenso duolo, io grido:
Felici, o voi, cui breve spazio serra,
Cui più non toglie pace il mondo infido! —

È vita questa, che in continua guerra
Meniam disgiunti, d’uno in altro lido?
Meglio indivisi fia giacer sotterra.