Greca fronte nomar deggio, o divina,
Quella, cui negro il crin serpeggia intorno,
Qual nembo suol cerchiar la mattutina 4Stella foriera di sereno giorno?
Greca, dich’io per certo, e peregrina,
Se miro al suo gentil dolce contorno:
Ma, se all’alto splendor, cui l’occhio inchina, 8Ch’ella è celeste cosa a dir pur torno.
So che l’egregio Apelle, e Fidia industre
A Giuno, a Palla, a Cinzia, a Citeréa 11Davan fronte simìl; ma in mortal veste.
So che tal fronte ancora Elena avea.
Paride sol potrìa, giudice illustre, 14Questa a dritto appellar greca, o celeste.