Negra lucida chioma in trecce avvolta,
Donde nascoso Amor protervo scocca
Strali d’oro; beato, oh, chi ti tocca! 4Beato, oh, chi ti vede errar disciolta!
Deh, pur foss’io quell’uno! Ov’è più folta,
Attuffarvi vorrei l’avida bocca;
E con furtivo ferro alcuna ciocca 8Sottrarne, indi serbar nell’oro involta.
Pompa già non vorrei stolida farne;
Ma, per conforto al mio martir, sul cuore 11In vaga cifra un nome almo portarne.
Conforto? ahi lasso! addoppierìa il dolore:
Che un pegno tolto invita altri a furarne; 14E a’ furti miei si oppone alto rigore.