Rime varie (Alfieri, 1912)/LVIII. Non ispera da' suoi versi altra fama che di sincero amatore
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
LVIII. Non ispera da' suoi versi altra fama che di sincero amatore
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LVIII [lxxxii].1
Non ispera da’ suoi versi altra fama
che di sincero amatore.
So che in numero spessi, e in stil non rari,
Piovon tuttor dalle italiane penne
Lunghi e freddi sospir d’amor volgari,
4Per cui, da Laura in poi, niun fama ottenne.2
E, fra il nembo densissimo perenne,3
So che i miei non saran certo piú chiari:
Ma so, che né in pensiero a me pur venne
8Di far, ch’altri per lor mio nome impari.4
Sol, se queste mie rime un di verranno
D’alma che sia d’amor verace schiava,
11Ad ingannare, o interpretar l’affanno;5
Che la mia donna ogni alto onor mertava,
Spero, i pochi amatori allor diranno;
14Ch’io, se non altro, ardentemente amava.
Note
- ↑ Questo sonetto fu composto fra Brignolle e Tropez, il 26 ottobre dell’83, e nella mente dell’A. come rilevasi dal ms., doveva servir di proemiale al Canzoniere.
- ↑ 1-4. Infinita fu veramente la schiera di quelli che ricalcarono le orme del Petrarca, procurando alla nostra letteratura quella specie di malattia che chiamasi appunto petrarchismo, e a cui si cercò di porre un argine solo nel xvii secolo. Il primo verso della quartina è rimaneggiamento d’uno del Petrarca, (Rime, CCXIII):
S’io avesse pensato che sí care
Fossin le voci de’ sospir miei in rima,
Fatte l’avrei dal sospirar mio prima,
In numero piú spesse, in stil piú rare. - ↑ 5. E, fra il nembo densissimo perenne: il densissimo si riferisce alla quantità delle poesie fatte ad imitazione di quelle del Petrarca, il perenne alla loro continuità.
- ↑ 7-8. Il Petrarca (son. sovrac.):
E certo ogni mio studio in quel tempo era
Pur di sfogare il doloroso core
In qualche modo, non d’acquistar fama.
— Per lor, riferito ai versi dell’A. - ↑ 9-11. Costruiscasi: solo se queste mie rime saranno capaci un giorno di mitigare o d’interpretare i dolori di un’anima veramente schiava d’amore... E si affacciano alla mente i versi del Petrarca (Rime, I):
Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
Di quei sospiri ond’io nudriva ’l core
In su ’l mio primo giovenile errore,
Quand’era in parte altr’uom da quel ch’e’ sono;
Del vario stile, in ch’io piango e ragiono
Fra le vane speranze e ’l van dolore,
Ove sia che per prova intenda amore
Spero trovar pietà, non che perdono.