Rime varie (Alfieri, 1912)/XIV. Si duole perché non può andar dalla sua donna
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
XIV. Si duole perché non può andar dalla sua donna
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XIV [xxxvi].1
Si duole perché non può andar dalla sua donna.
Ecco, già l’ora appressa, ond’io trar soglio
Alcun conforto al mio viver penoso;
L’ora, ch’è sola a me pace e riposo,
4Di cui, tarda al venire, ognor mi doglio.
Appressa, è ver, ma per mi dar cordoglio;
Ch’oggi è quel dí ch’irne al mio ben non oso,
E intero il deggio trapassare ascoso;
8Tal v’ha ragion, che mal mio grado io il voglio.2
Intero un dí! Né per varcar ch’io faccia
Monti, rivi, selvagge erme foreste,
11Punto avvien che il mio duolo in me si taccia.
Solo un pensier m’è vita; ed è; che queste
Balze, al novello Sole, e questa traccia
14Ricalcherò con piante assai piú preste.3
Note
- ↑ Questo sonetto fu composto il 1° dicembre 1778, a Vallombrosa.
- ↑ 8. La vigilanza del marito, le chiacchiere di coloro che frequentavano la casa della Contessa, il rispetto ch’egli le doveva e le imponeva riguardi e cautela.
- ↑ 9-14. È, leggermente modificato, il concetto espresso dal Petrarca, (Rime, XXXC):
.... io mi credo omai che monti e piagge
E fiumi e selve sappian di che tempre
Sia la mia vita, ch’è celata altrui.
Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
Cercar non so, ch’Amor non venga sempre
Ragionando con meco, et io con lui.
Le balze son quelle di Vallombrosa, ove il sonetto fu composto, come si è detto di sopra.