Rime varie (Alfieri, 1912)/XLIX. La sua donna è di nobile sangue, ma più brilla per le proprie virtù
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
XLIX. La sua donna è di nobile sangue, ma più brilla per le proprie virtù
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XLIX [xlvi].1
La sua donna è di nobile sangue,
ma piú brilla per le proprie virtú.
Cagion, per cui con sí robusta piuma
4Donna su l’altre come aquila vola.4
Di propria luce in suo chiaror si alluma5
Questa mia stella, e non d’altrui l’invola:6
E par quanto piú splende e men presuma,
8Tale a beltà fa di modestia stola.7
Semplice e piana,8 d’onestà s’infiora;
Suo dolce dir, senz’arte è lusinghiero;
11Fra il labro e il cor piena concordia ognora:
E quel suo, di lei sola, umile-altero
Atto, che alletta, affrena ed innamora....
14E ne son io diviso?.... Ed io non pero?
Note
- ↑ Nel ms.: «Milano, a dí 6 luglio» [1783].
- ↑ 1. La mia donna, intendasi, è di illustre lignaggio; essa infatti nacque da Adolfo, principe di Stolberg-Gedern, e da una principessa della casa di Hornes.
- ↑ 2. Chiarità di sangue, limpidezza, purità: l’A., nonostante il suo disprezzo giovanile per la nobiltà, all’essere nobile annetteva grande importanza; nel 1796, scriveva al Marchese Alberto Alfieri di Sostegno: «Non ho mai né amata, né stimata la nobiltà del sangue, quanto da che sono convinto dai fatti ch’ella è un ottimo distintivo per farsi conoscere diversi realmente dagli altri, e massimamente nell’oppressione e contrarietà di fortuna»: al principio della satira I Grandi scriveva ancóra:
- — Vano è il vanto degli Avi. In zero il nulla
- Torni; e sia grande chi alte cose ha fatte,
- Non chi succhiò gli ozi arroganti in culla.
- — Ma, se prod’uom, di prodi figlio, intatte
- Le avite glorie, anzi accresciute, manda
- Ai figli suoi; questo è splendor che abbatte
- L’oscuro volgo, e tacito comanda
- Ch’altri dia loco al doppio merto, e ceda,
- Ch’ivi fia il contrastare, opra nefanda.
- ↑ 4. Dante, Inf., IV, 96.
- ↑ 5. S’alluma, s’illumina, risplende.
- ↑ 6. E non d’altrui l’invola, e non prende luce da altri pianeti.
- ↑ 7-8. Intendasi: e par che quanto piú essa risplende tanto meno presuma di sé, tal riparo fa alla bellezza con la sua modestia.
- ↑ 9. Semplice e piana: ricorda il dantesco (Inf., II, 56): «soave e piana».