Rime varie (Alfieri, 1912)/XLVIII. Alla malinconia

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XLVIII. Alla malinconia

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XLVIII. Alla malinconia
XLVI e XLVII. Vorrebbe che la Natura gli fosse compagna nel dolore; ma, se potrà vivere con la sua donna, essa gli sembrerà più bella XLIX. La sua donna è di nobile sangue, ma più brilla per le proprie virtù

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XLVIII [lxv].1

Alla malinconia.

Malinconía, perché un tuo solo seggio
Questo mio core misero ti fai?2
Supplichevol, tremante ancor tel chieggio;
4Deh! quando tregua al mio pianger darai?
L’atra pompa del tuo feral3 corteggio
Ben tutta in me tu dispiegasti omai:
Infra larve di morte, or di’, mi deggio
8Viver morendo ognor, né morir mai?
Malinconía, che vuoi? ch’io ponga fine
A questa lunga insopportabil noja,
11Pria che il dolor giunga a imbiancarmi il crine?
Dunque ogni speme di futura gioja,
Che Amor mi mostra in due luci divine,
14Caccia; e fa, ch’una intera volta io muoja.4


Note

  1. Nel ms.: «Milano, a dí 6 luglio 1783».
    Della malinconia fu, dal piú al meno, come il Petrarca, sempre schiavo l’A.; lo disse infinite volte nell’Aut., lo ripeté, nel 1786, nel sonetto Sublime specchio di veraci detti e nel 1798, con accento, direi, pindemontiano, scriveva:
    Malinconia dolcissima, che ognora
    Fida vieni e invisibile al mio fianco,...
    Ben tutto io deggio ai tuoi divini incanti,
    Che spesso gli occhi a me primier fan molli,
    Perch’io poi mieta a forza gli altrui pianti.
    (Intorno a questa caratteristica dell’animo e della poesia del Nostro, vegg. Fabris, Studii alfieriani, (Firenze, Paggi, 1895, 87 segg.)
  2. 1-2. Vuol dire: Perché, malinconia, fai del mio cuore la sola tua dimora?
  3. 5. Feral, funesto.
  4. 14. Fa che io muoia una volta interamente.