Ristretto della Valsugana/Dedica

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Dedica

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Ristretto della Valsugana Premessa
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REAL'ALTEZZA

SERENISSIMA.


Sce alla luce quest'Operetta, perch'è stradata ad un Nume. Gli Etiopi (al scrivere di Strabone) due Deità adoravano, l'una Iddio fattore, e governator del tutto, et l'altra quelli che col mezzo della beneficenza cercavano à se obligar tutti, e questi intender volevano i Prencipi, perche i Persi gli honoravano come tanti Dei in terra, et morti, ch'orano alzavano Altari in loro honore, e v'incendiavano sopra sacrificij com'à Dio; e gl'Ambasciatori straordinarij à quelli non erano ammessi, se prima non gl'adoravano. Al Trono di V A. Serenissima humilmente inchinato, questa depongo, dedico, e consacro; e non errai à nomarla Nume; perche Esiodo chiama il Prencipe compagno di Dio, et Homero lo nomina dono Divino, dato da l'istesso Dio, perche si conosca in terra la somiglianza della sua grandezza; et Menandro, animata Dei in terris imago; et la Dedicatione de l'Opere non è novella, mà antica, usata prima trà Etnici, e de primi fù Aristotile, che dedicò le sue al grand'Alessandro; e frà Catholici il Massimo Dottor Gieronimo à Damaso Sommo Pontefice; questa ancorche minima, ad altri non conveniva, che all'Austriaca sua Clemenza, et al mio Nume terreno, perche contiene la Valsugana, di cui V. A. Serenissima è [p. 4 modifica]
Supremo Patrone; et io infinitamente mi glorio esser nato sotto questo benignissimo Cielo, mentre anche il Mondo tutto sommamente ammira le glorie incomparabili de l'Augustitssima sua Casa, sì per i molti Regni, ch'essa possede, essendogli anco pervenuto, e fatto suo proprio: quello di Boemia, come per l'ampiezza de i Stati, di tanti Ducati, Principati, Marchesati, Contee, e Signorie, ch'ella tiene; mà anco per il suo origine, ch'è indubitato esser Regale, tanto se proviene da l'antica Casa Regia di Francia, come asseriscono molti Historici, quanto dal Regio Sangue Troiano, come altri vogliono, e da quell'Enea, che fu la gloria de i Rè Latini, et anche l'Alma Citta di Roma dalla sua Descendenza riconosce ì felicissimi suoi Natali; e se bene l'Augusto Ridolfo suo Protoparente nomavasi Conte d’Ausburg, non mancano però grandi Auttori, trà quali Raffaele Volaterano, Riccardo Rantchino, Gierolamo Rossi, Anonimo, Gio: Nauclero, Francesco Guillimano, Tomaso Bozio, Filippo Goto, il Bardi, Cornelio Vitignano, et molti altri, che affermano, che descenda per linea mascolina, et l’Antenati suoi fossero della Famiglia di Pierleoni nobilissima Romana, la quale da l'Anicia derivò, et questa dalla Giuliana, come lo testifica Cesare Cardinale Baronio nel suo Martirologio Romano in die septima Februarij in Festo Sanctæ Iulianæ, con l'auttorità di molti gravi, e Sacri Auttori. Et Sant'Augustino nel lib. 3. al cap. 3. de Civitate Dei, asserisce, che la Famiglia Giuliana proviene dal predetto Enea, et tanto afferma San Gieronimo in quella lettera scritta ad Eustochium, onde il Calepino disse, Omnium Scriptorum testimonio Iuliorum Familiam ab Ascanio Æneæ filio nomen traxisse, E se Roma meritamente và fastosa per vedere così ben'incaminato, e mantenuto il suo Imperio, quanto maggiormente può gloriarsi, dopò scorsi tanti Secoli, vedere di nuovo per destino fatale ritornato il suo Scettro Imperiale nel Sangue suo Romano; e perciò il Giovio nel 5. libro de suoi [p. 5 modifica]

Elogij indrizzati alla Sàcra Cesarea Maestà dì Massimiliano Primo, dopò haver narrata questa sua Genealogia hebbe à dire, hinc evenit, vt facili credamus, Augustam hanc Romani Imperij dignitatem ad Austriacos Principes, quod Romani sunt Sanguinis fatali quodam iure pervenisse. Et numerando diversi Auttori il tempo quando Enea principiasse à regnare, dicono, che prima della nascita del Figliuolo di Dio fosseron' anni 1173. e con quelli dopo scorsi fino al presente anni 2837. ch'è una gloria impareggiabile, come quella, che de suoi propri quindec Rè de Romani, e quatordeci Imperatori tutti Austriaci si numerano, e tutti col carattere indelebile della Catholica Fede ornati, e di questa tutti sviscerati, e furno anco Promottori de Sacrosanti Concili contro Heresiarchi, come si legge nel Tridentino, contro quali la vita, e loro Stati hanno posto, come al Mondo istesso è più che noto; onde per l'incomparabili loro virtù, et attioni heroiche, da Historici con gloriosi Epitheti sono descriti.

Et Gasparo Sciopio nella tavola, che impresse, et dedicò alla Sacra Cesarea Maestà di Ferdinando Secondo avanzandosi, fece vedere nella sua Prosapia più di quaranta Imperatori, e più di trecento Rè; e quel che trascende la meraviglia, ancorché l'Imperio non sia per Descendenza, mà per sola elettione, che undeci Cesari per giusto ordine, uno dopò l'altro, che fù da Alberto Secondo Austriaco eletto l'anno 1438. fino al Regnante Leopoldo Primo Cesare Augusto successivamente, non ostante le contrarietà de Pretendenti, felicemente, e con voti tutti uniformi siano stati eletti, e coronati, correndo gl'anni 226. che continuamente l'Augustissima sua Casa tiene questo Supremo Trono Imperiale; e dirò non solo esser divenuta, ma nomata Seminario d'Imperatori, mercè alla bontà Divina, che di tal prerogativa volse così decorarla, perchè fempre hà saputo conoscere, servire, et [p. 6 modifica] adorare la Deità Suprema, et incessantemente mantenere, e col proprio sangue sempre difendere la Fede sua Catholica, come di presente si sviscera contro il fierissimo Ottomano. Appendo dunque all'immortal merito d V. A. Serenissima questo mio humilissimo ossequio, per segno manifesto della devotissima fedeltà mia indelebile, che proviene dalla più recondita parte del cuore, con il quale inchinato perpetuamente resto


               Di V. Real' Altezza Serenis.


Borgo di Valsugana

30 Aprile 1665.



Humilissimo Servo e suddito

fedelissimo


Gieronimo Bertondelli.