Ritengo più, che posso mio coraggio
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SONETTO D’INCERTO
in morte di m. brunetto.
Ritengo più, che posso mio coraggio
In questo caso tanto disastroso:
Ma non mi vale, Brunetto gajoso;
Perchè se’ morto, altro più ben non aggio.
Troppo ricevo al tuo morir dannaggio;
Troppa ragione ho d’essere doglioso.
Dove consiglio, ohimè, dove riposo
A’ mie’ bisogni ’n nessun troveraggio?
I’ voglio dipartirmi, e ammantellato
Andar vagando, come pellegrino,
Sin che trovo uno bosco disertato.
Voglio cangiare con l’acqua lo vino,
In ghiande lo mio pane dilicato;
Pianger la sera, la notte, e ’l mattino.
FINE.