Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana/Esso - Desso

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Esso - Desso

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ESSO - DESSO.


Parmi che vada errato, il Cinonio nel dire che esso e desso sono le medesime voci, poichè esse differiscono tra se sin dalla nascita. Esso è fatto dal latino ipso, onde prima isso e poi esso; e desso viene da de ipso, quasi di esso, formola curiale de’ tempi di mezzo colla quale si confermava l’indicazione della persona, o della cosa già nominata.

La Crusca definì rettamente la voce desso, dicendola pronome asseverativo, cioè pronome adoperato ad asseverare, a confermare, a rendere più certa la cosa indicata; ed il Cinonio stesso, con quella squisitezza di gusto che è sua propria, riflette che quantunque egli creda esser esso e desso una medesima voce, pure conoscersi in desso un non so che più d'efficacia in dimostrar la cosa. Aggiungi a questa ben sentita differenza, che la voce esso s'adopera in tutti i casi, e desso solamente nel primo e nel quarto; che esso s’adopera con quanti verbi più tornano in acconcio, e si congiunge [p. 52 modifica]colle preposizioni con, lungo, sopra; e desso non va che co’ verbi essere, e parere, nè può impiegarsi in composizion di parole. In somma desso accresce il significato di esso, e però lo suppone presente, quasi esso d’esso, il tal de’ tali; quindi i modi di dire: è proprio desso, egli è quel desso valgono quanto è quello stesso, è quel proprio.

Conchiudiamo da queste osservazioni, che il porre desso semplicemente per esso ad indicar cosa o persona, è errore, come ne’ seguenti esempj, che s’incontrano pur troppo ad ogni passo nelle scritture de’ moderni:

Andarono colà dove desso gli aspettava - Dessa veniva verso di noi - L’onta che desso fece alla patria sua. Come sarebbe errore il dire con desso, lungo desso, sopra desso, per desso ecc.

Per lo contrario la voce desso sta in tutta la sua proprietà ne’ seguenti esempli desunti dai padri della favella:
» Gridando: questi è desso e non favella.» Dante.
» Veggiola in se raccolta e sì romita,
» Ch’i’ grido: ell'è ben dessa, ancora è in vita».Petr. [p. 53 modifica]

» Parendomi voi pur desso, m’è venuto sta sera forse cento volte voglia d’abbracciarvi.» Bocc.

» Tu: non mi par desso.» Bocc.

» Se parlato che gli avrete e’ non vi pare per presenzia, per dottrina, per lingua un uomo da mettergli il capo in grembo, dite ch’io non sia dessoMachiav.

Da questi esempli si raccoglie, che la voce desso è confermativa di questi, d'ella, di voi, di tu, d’io, e che non può in nessun modo star sola ed in luogo di queste ultime.