Salmi (Diodati 1821)/capitolo 36

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SALMO 36.

Estrema malizia degli empi; ricorso a Dio giusto e benigno, perchè salvi i suoi.

Salmo di Davide, servitor del Signore, dato al Capo de’ Musici.

1 IL misfatto dell’empio mi dice dentro al cuore, ch’egli non ha timore alcuno di Dio davanti agli occhi1.

2 Perciocchè egli si lusinga appo sè stesso2, per venire a capo della sua iniquità, che è pur da odiare.

3 Le parole della sua bocca sono iniquità [p. 475 modifica]e frode; egli non ha più intelletto da far bene.

4 Egli divisa iniquità sopra il suo letto; egli si ferma nella via che non è buona, egli non abborre il male.

5 O Signore, la tua benignità arriva infino al cielo, e la tua verità infino alle nuvole.

6 La tua giustizia è simile a monti altissimi; i tuoi giudicii sono un grande abisso3. O Signore, tu conservi uomini e bestie.

7 O Dio, quanto preziosa è la tua benignità! Perciò i figliuoli degli uomini si riducono sotto l’ombra delle tue ale4;

8 Son saziati del grasso della tua Casa; tu li abbeveri del torrente delle tue delizie5.

9 Perciocchè appo te è la fonte della vita6; e per la tua luce noi veggiamo la luce7.

10 Stendi la tua benignità inverso quelli che ti conoscono, e la tua giustizia inverso quelli che son diritti di cuore.

11 Non vengami addosso il piè del superbo; e la mano degli empi non mi smuova.

12 Ecco là, gli operatori d’iniquità son caduti; sono stati sospinti, e non son potuti risorgere.