Satiri alla caccia (Sofocle - Romagnoli)/Primo episodio

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Primo episodio

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Sofocle - Satiri alla caccia (V secolo a.C.)
Traduzione di Ettore Romagnoli (1926)
Primo episodio
Parodo Primo stasimo
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APOLLO
Numi, Fortuna, Dèmone che l’opere
guidi, fa’ tu ch’io termini l’impresa
per cui s’affretta questa corsa: fa’
ch’io rintracci il bottin, la preda, il furto,
le giovenche onde Apollo orbo rimase.
Si volge agli spettatori
E se alcuno di voi, veduto, udito
ha qualche indizio, se lo dice a me
gli vorrò tanto bene: e del dio Febo
sarà poi sommamente benemerito.
SATIRI
hanno una strofetta di cui rimangono solamente sillabe.
SILENO
agli spettatori.
Avete visto, o non avete visto?
ai Satirelli.
Bisognerà che si lavori noi.
Su, le nari alla caccia apra ciascuno,
se qualche odore mai giunga per l’aura;

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o, chino su i ginocchi, il suolo fiuti.
E invoca il Dio, che si conduca a termine
questa impresa, e che tutto abbia buon esito.
I Satirelli si dividono in due schiere, e incominciano
a cercare dappertutto, fiutando come segugi. D’un
tratto un semicoro si arresta.

SEMICORO A
Un Nume, un Nume, un Nume, un Nume!
Lascia andar, lascia andare, abbiam trovato,
non ci sbagliamo. Andar piú oltre, è inutile.
SEMICORO B
Ecco le impronte delle vacche, vedile!
SEMICORO A
Sta zitto! Guida un Dio la nostra schiera.
SEMICORO B
Che si fa? Siamo sulla buona via?
Questi costi, che dicono?
SEMICORO A
                                                       Di sí.
Tutti gl’indizi chiaro lo dimostrano.
SEMICORO A
Oh vedi, vedi!
Ecco di nuovo un’altra orma di zoccoli.

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SEMICORO B
Fissa qui gli occhi!
Eccone un’altra, e di misura identica.
Si ode un suono fievole misterioso.
SEMICORO A
Svelto qui, corri qui. Tendi le orecchie.
Non ti sembra di udir come un muggito?
SEMICORO B
No, che il muggito non lo intendo bene.
Ma son queste le impronte e le vestigia
delle giovenche: puoi vederle chiare.
SEMICORO A
Ehi là là!
Perdio, qui l'orme vanno alla rovescia:
guardan tutte all’indietro. Oh bada qui.
Che affare è questo? Come camminavano?
Le prime file son volte all’indietro,
l’altre son tutte quante mescolate
l’una con l’altra. Gli doveva proprio
girar la testa, a questo mandriano!

A questo punto, con una nuova figurazione di danza, i satiri,
seguitando a simulare una ricerca, si dispongono col muso a terra
e la coda in aria.


SILENO
Oh che altro sistema ora m’inventi,
di fiutare le peste a bocca sotto

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verso la terra? Che maniera è questa?
Non la capisco! Ti sciorini come
un porcospino in un macchione, come
una scimmia imbizzita, a culo in aria.
Che affare è questo? In che parte del mondo
lo avete appreso? Ditemelo, ch’io
non l’ho mai conosciuto, questo metodo!
SATIRI
al colmo dello spavento.
Uh, uh, uh, uh!
SILENO
*Di che temi? Che guaioli? Che vedi?
Qualche babau? Che smanie son codeste?
Oh come va, v’è preso il mal di gola?
Tutti ciarla eravate, or siete muti.*
SATIRI
Sta zitto un po’!
SILENO
Che affare è questo che ti mette in fuga?
SATIRI
Non odi? Ascolta.
SILENO
Ascolta cosa? Non si sente nulla!

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SATIRI
Da’ retta a me.
SILENO
Bell’aiuto mi date, alla ricerca!
SATIRI
Presta orecchio un momento a questo affare
che mi colpisce, che mi sbigottisce:
un rumor che mai niuno udí fra gli uomini.
SILENO
tende l’orecchio, non sente nulla, e scoppia indignato.
D’un rumore temete e sbigottite,
corpacci sozzi, impasti di motriglia,
bestioni i piú vigliacchi che ci siano,
che vedete in ogni ombra una befana,
che sgomentate d’ogni cosa, gente
senza nervi, cialtrona, pecorona,
che non siete che ciccia, lingua e bischero,
sodi a parole, e quando siamo al bello
sbucciafatiche! E siete sangue mio,
bestioni tutti codardia! D’un babbo
che tanti e tanti della sua prodezza
giovanile trofei lasciò negli antri
delle Ninfe, che mai non mosse a fuga,
né servo fu, né paventò per l’ululo
delle fiere montane, anzi compie’
fior di prodezze. Adesso, questa fama
immacolata, la insozzate voi.

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che per un nuovo pastoral susurro
che molcir vi dovrebbe, a mo’ di bamboli
siete sgomenti, prima di vedere,
e rinunciate alle ricchezze e all’oro
che Febo vi profferse e garantí,
ed alla libertà che a voi, che a me
promise. E voi, lasciato andare tutto,
ve la dormite. Ritornate qui,
a investigare l’orme delle vacche,
a cercare il bifolco. O pianti ed urli
tanta vigliaccheria vi costerà.
SATIRI
rianimandosi un po’.
Babbo, tu stesso assistimi, tu guidami,
e tu vedrai se son punto vigliacco:
vedrai da te che tu discorri a vanvera.
SILENO
T’assisterò, con la parola mia
t’inciterò, le mosse con un fischio
da cacciatore ti darò. Su via,
piàntati giusto al centro di quel trivio,
ch’io di persona guiderò l’impresa.