Senz'amore/Prefazione

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Prefazione

Senz'amore ../Psicologia comparata IncludiIntestazione 14 giugno 2018 25% Da definire

Senz'amore Psicologia comparata

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PREFAZIONE.


Il proto, nel comporre questo libro, si meravigliava, di trovare tratto tratto della gente innamorata. Come mai, dacchè il volume è intolato Senz’Amore? E, da quel proto coscienzioso e prudente che è, mi metteva nelle bozze di stampa un bel punto d’interrogazione in margine ad ogni scenetta d’amore, ad ogni palpito, per quanto segreto, che sembrasse a lui aver per movente il sentimento proscritto dal libro, e che l’aveva in realtà.

Perchè i lettori non abbiano a spedirmi essi pure i loro punti interrogativi, i quali, non avendo il comodo delle bozze di stampa, dovrebbero venire per posta costando a loro la spesa del francobollo, o peggio dovrebbero venire in qualche articolo critico, costando a me il dispiacere d’un rimprovero ingiusto, metto in questa pagina la mia risposta ai punti d’interrogazione del proto, e con essa rispondo anticipatamente anche a quelli dei lettori. [p. 2 modifica]

Intitolando questi racconti: Senz’Amore, ho voluto alludere alla tristezza, alla solitudine, all’abbandono sconsolante di molte esistenze, sulle quali la grande passione che nacque con Adamo e che morrà soltanto coll’ultimo uomo, se pure morrà, non ha sparso le sue grandi commozioni, le sue gioie vive ed i suoi vivi dolori Ho voluto dire che le miserie umane sono infinitamente più cupe quando non hanno quel conforto: e che, fra i poveri, fra gli infelici, fra i diseredati, i soli assolutamente diseredati, assolutamente infelici, assolutamente poveri, sono quelli che non amarono, o non furono amati: la povera Cecchina della Fede, la madre di Marco nella Confessione, le due vecchie delle Vite squallide, Le Affittacamere, Vicentino il prete, Pietro ed il ciuchino delle Briciole d’Epulone.

Non è una tesi che mi sono proposta, e non ho inteso insegnar nulla nè rimediare a nulla. Non si può mettere l’amore dove non c’è; e, ad ogni modo, non so chi la provvidenza potrebbe incaricare di questa briga. Ho voluto fare degli studi dal vero su questo tema, come nell’altro volume che seguirà questo, — quando seguirà, — e che s’intitolerà Amore, studierò il conforto che questo sentimento può recare alle miserie della vita, e di che illusioni, di che poesia, di che sorrisi, di che idealità può arricchire le più povere esistenze.

Saranno due studi che avrò fatto per amor dell’arte, come un pittore fa degli studi di paesaggio o di figura, senza pretendere di bandire la legge dell’amore, o di imporre una multa a chi non è innamorato. [p. 3 modifica]

Avrei fatto a meno di scrivere questa prima pagina, quando era già composta l’ultima, se i dubbi del proto non mi avessero fatto temere che il mio titolo potesse far prendere in isbaglio il volume per un libro di morale o un libro di scuola, che proprio, con mio sommo rincrescimento, non è.