<dc:title> Sonetti XIV. sopra il Pater noster fatti dal Sig. Dottore Anton Maria Salvini il giorno dell’Ascensione l’anno 1721. nel tempo della sua gotta, per divozione del giorno, e per alleggerimento di quella </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Anton Maria Salvini</dc:creator><dc:date>1721</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Collezione d'opuscoli scientifici e letterarj 4.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Sonetti_XIV_sopra_il_Pater_noster/Sonetto_XIII&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20121122181556</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Sonetti_XIV_sopra_il_Pater_noster/Sonetto_XIII&oldid=-20121122181556
Sonetti XIV. sopra il Pater noster fatti dal Sig. Dottore Anton Maria Salvini il giorno dell’Ascensione l’anno 1721. nel tempo della sua gotta, per divozione del giorno, e per alleggerimento di quella Anton Maria Salvini1721Collezione d'opuscoli scientifici e letterarj 4.djvu
Ma che dich’io? quanto vaneggio? io sono
Debile è ver: ma ben tu se’ il possente.
Deh non vacilli più l’egra mia mente. 4Che tutto può della tua grazia il dono.
Sopra il lor naturai vigore, e tuono
Aiutate da te veracemente
Che tutte hai l’arti a nostro prode intente 8Le nosrre forze tentate non sono.
Ben dal Ciel discacciato il rio maligno
Spirto avversario ogni malizia adopra
Per far cader ne’ suoi lacciuoli l’alma. 12Dio ver me volgi l’occhio tuo benigno:
Creatore, deh salva la tua opra,
E sul malvagio, o Sire, abbi la palma.