Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)/IV. Tenzoni politiche fiorentine/III. Tenzone tra Monte Andrea e un ignoto
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III
TENZONE TRA MONTE ANDREA E UN IGNOTO
1 — MONTE
Fin che regna Carlo, nessun principe potrá venire in Italia
per la corona imperiale.
Per molta gente par ben che si dica
ca re di Spagna voglia la corona;
e ’l buon Ricciardo re vi s’affatica,
4né per tema d’alcun non l’abbandona.
Federigo di Sniffo giá né mica
par che si celi, secondo si suona;
questa novella ancor ci pare antica:
8re di Buem con lor venir rasgiona;
e di ciò molta gente si notrica,
ciascun vivendone a speranza bona.
11Di lor venuta, fo la gente certa:
fin che Dio salva lo campion san Piero,
fará a ciascun ben raddoppiar l’offerta,
14assai piú, ch’ai secondo e a lo ’mprimèro .
ch’averá fine e fia tutta diserta
la gente, che sará in tale mesterò.
2 — IGNOTO
No, l’Angioino non oserá opporsi ad Alfonso di Castiglia.
Se Federigo il terzo e re Ricciardo,
con lo re di Bueme per atare,
ne la corona intendon, giá bastardo
4nessun di lor dé’ l’om per ciò chiamare.
Ché, di ciascun, suo anticessor non tárdo
d’aver segnoria e’n alto montare;
e io per caldo di parte si non ardo,
8che tutto il ver non voglia mentoare.
11Se re di Spagna ’n la corona intende,
la qual cosa so ben ch’è certo fatto,
ciascun faragli onor come maggiore.
14E so ben ca re Carlo non attende,
che si credesse aver con lui baratto:
ma ’n Puglia crede star come minore.