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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/431: differenze tra le versioni

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{{RigaIntestazione||INDICE GENERALE|423}}
{{RigaIntestazione||DELLE MATERIE|423}}
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<section begin="s1" />{{Colonna|em=-1}}{{Pt|{{gap|.55em}}vile|civile}} tra Costantino e Licinio, {{Pg|236|t. II, p. 236.|sdII}} Sommissione e morte di Licinio, {{Pg|243|t. II, p. 243.|sdII}}
{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>causa della tolleranza, {{Pg|12|t. VII, p. 12.|sdVII}} Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, {{Pg|372|t. VII, p. 372.|sdVII}}


''Lingua'' latina. Suo decadimento e perdita, {{Pg|473|t. X, p. 473.|sdX}}
{{Sc|Martino IV}}, Papa, {{Pg|174|t. XIII, p. 174.|sdXIII}}


''Lione''. Resiste alle armi di Aureliano; castigo inflitto a questa città, {{Pg|30|t. II, p. 30.|sdII}}
{{Sc|Martino V}}, Papa. Sua elezione, {{Pg|277|t. XIII, p. 277.|sdXIII}} Suo governo, {{Pg|277|t. XIII, p. ''ivi''.|sdXIII}}


''Lombardi''. Loro conversione, {{Pg|68|t. VII, p. 68.|sdVII}} Loro stato a’ tempi di Giustiniano, {{Pg|10|tom. VIII, p. 10.|sdVIII}} Loro origine, e loro emigrazioni, {{Pg|11|t. VIII, p. 11.|sdVIII}} Distruggono il Re e il regno de’ Gepidi, {{Pg|286|t. VIII, p. 286.|sdVIII}} Conquista di una gran parte d’Italia fatta dai medesimi, {{Pg|293|t. VIII, p. 293.|sdVIII}} Loro regno, {{Pg|314|t. VIII, p. 314.|sdVIII}} Loro lingua e costumi, {{Pg|314|t. VIII, p. ''ivi''.|sdVIII}} Vestimenta e matrimonii, {{Pg|319|t. VIII, p. 319.|sdVIII}} Loro governo, {{Pg|322|t. VIII, p. 322.|sdVIII}} Loro leggi, {{Pg|322|t. VIII, p. ''ivi''.|sdVIII}} Assaltano la città di Roma, {{Pg|291|t. IX, p. 291.|sdIX}} Sono disfatti da Pipino Re di Francia, {{Pg|294|t. IX, p. 294.|sdIX}}
''Martiri e Martirio''. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, {{Pg|48|t. III, p. 48.|sdIII}} Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, {{Pg|106|t. III, p. 106.|sdIII}} Loro numero, {{Pg|109|tom. III, p. 109.|sdIII}} Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, {{Pg|389|t. V, p. 389.|sdV}} Riflessioni generali, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}} Martiri e reliquie favolose, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}}


{{Sc|Mascezel}}, figlio di Nabello affricano, {{Pg|33|t. VI, p. 33.|sdVI}} Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, {{Pg|36|t. VI, p. 36.|sdVI}} Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, {{Pg|39|t. VI, p. 39.|sdVI}} Rimane infelicemente annegato, {{Pg|39|t. VI, p. ''ivi''.|sdVI}}
''Lombardia''. Conquistata da Carlo Magno, {{Pg|297|t. IX, p. 297.|sdIX}}


<p>{{Sc|Massenzio}}, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, {{Pg|184|t. II, p. 184.|sdII}} Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, {{Pg|189|t. II, p. 189.|sdII}} Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, {{Pg|199|t. II, p. 199.|sdII}} Guerra civile tra lui e Costantino, {{Pg|202|t. II, p. 202.|sdII}} Indulgenze e timori di Massenzio, {{Pg|211|t. II, p. 211.|sdII}} Sua morte, {{Pg|215|t. II, p. 215.|sdII}} {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>Distruzione della sua stirpe, {{Pg|216|t. II, p. 216.|sdII}} Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, {{Pg|98|t. III, p. 98.|sdIII}}</p>
{{Sc|Lottario}} I, {{Pg|341|t. IX, p. 341.|sdIX}} Divisione dell’Impero, {{Pg|342|t. IX, p. 342.|sdIX}}


{{Sc|Massimiano}}. Associato all’Impero da Diocleziano, {{Pg|145|t. II, p. 145.|sdII}} Sua lunga assenza da Roma, {{Pg|146|t. II, p. 146.|sdII}} Sua residenza in Milano, {{Pg|147|t. II, p. 147.|sdII}} Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, {{Pg|147|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, {{Pg|149|t. II, p. 149.|sdII}} Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, {{Pg|153|t. II, p. 153.|sdII}} Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, {{Pg|161|t. II, p. 161.|sdII}} Suo feroce carattere, {{Pg|161|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Riveste la porpora, {{Pg|185|t. II, p. 185.|sdII}} Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, {{Pg|186|t. II, p. 186.|sdII}} Conduce a Roma prigioniero Severo, {{Pg|187|t. II, p. 187.|sdII}} Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, {{Pg|187|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Difende l’Italia invasa da Galerio, {{Pg|188|tom. II, p. 188.|sdII}} Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, {{Pg|194|t. II, p. 194.|sdII}} Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, {{Pg|194|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, {{Pg|197|t. II, p. 197.|sdII}} Stato de’ Cristiani sotto il
{{Sc|Lucio}} II, Papa, {{Pg|150|tom. XIII, p. 150.|sdXIII}}

{{Sc|Lucio}} III, Papa, {{Pg|150|tom. XIII, p. 150.|sdXIII}}

{{Sc|Lucullo}}. La sua casa assegnata per ritiro ad Augustolo figlio d’Oreste, {{Pg|546|t. VI, p. 546.|sdVI}}

{{Sc|Luigi}} il Pio, {{Pg|341|t. IX, p. 341.|sdIX}}

{{Sc|Luigi}} VII, re di Francia. Preso dai Greci al ritorno di una Crociata, e liberato {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>per opera dell’ammiraglio di Ruggero, {{Pg|189|t. XI, p. 189.|sdXI}} Intraprende la seconda Crociata, {{Pg|385|t. XI, p. 385.|sdXI}}

{{Sc|Luigi IX}}, re di Francia. Intraprende la sesta Crociata, {{Pg|448|t. XI, p. 448.|sdXI}} Sua cattività in Egitto, {{Pg|452|t. XI, p. 452.|sdXI}} Muore sotto le mura di Tunisi nella settima Crociata, {{Pg|454|t. XI, p. 454.|sdXI}}

{{Sc|Luigi di Baviera}}, Imperatore, {{Pg|175|t. XIII, p. 175.|sdXIII}}

{{Sc|Luitprando}}. Sua ambasciata, {{Pg|418|t. X, p. 418.|sdX}}

{{Sc|Lupercali}} (la festa dei). La loro origine anteriore alla fondazione di Roma. Celebravansi ancora sotto il regno di Antemio, {{Pg|515|tom. VI, p. 515.|sdVI}}

{{Sc|Lupicina}}, o Eufemia, Imperatrice di stirpe dei Barbari; di grossolani costumi, ma d’una virtù esemplare e senza macchia, {{Pg|271|t. VII, p. 271.|sdVII}}
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{{Ct|c=indice|M}}
''Macedonia''. Suo governo, {{Pg|35|t. I, p. 35.|sdI}}

{{Sc|Macrino Opilio}}, prefetto del pretorio. Fa assassinare l’Imperatore Caracalla, {{Pg|205|tom. I, p. 205.|sdI}} Elezione e carattere di questo usurpatore, {{Pg|207|t. I, p. 207.|sdI}} Il Senato malcontento, {{Pg|208|t. I, p. 208.|sdI}} L’esercito malcontento anch’esso, {{Pg|209|t. I, p. 209.|sdI}} Procura di riformare le armate, {{Pg|210|t. I, p. 210.|sdI}} Rivoluzione di Elagabalo, e disfatta e morte di Macrino, {{Pg|213|t. I, p. 213.|sdI}}
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Versione delle 23:52, 9 mar 2024


DELLE MATERIE 423
causa della tolleranza, t. VII, p. 12. Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, t. VII, p. 372.

Martino IV, Papa, t. XIII, p. 174.

Martino V, Papa. Sua elezione, t. XIII, p. 277. Suo governo, t. XIII, p. ivi.

Martiri e Martirio. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, t. III, p. 48. Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, t. III, p. 106. Loro numero, tom. III, p. 109. Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, t. V, p. 389. Riflessioni generali, t. V, p. 392. Martiri e reliquie favolose, t. V, p. 392.

Mascezel, figlio di Nabello affricano, t. VI, p. 33. Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, t. VI, p. 36. Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, t. VI, p. 39. Rimane infelicemente annegato, t. VI, p. ivi.

Massenzio, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, t. II, p. 184. Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, t. II, p. 189. Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, t. II, p. 199. Guerra civile tra lui e Costantino, t. II, p. 202. Indulgenze e timori di Massenzio, t. II, p. 211. Sua morte, t. II, p. 215.

Distruzione della sua stirpe, t. II, p. 216. Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, t. III, p. 98.

Massimiano. Associato all’Impero da Diocleziano, t. II, p. 145. Sua lunga assenza da Roma, t. II, p. 146. Sua residenza in Milano, t. II, p. 147. Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, t. II, p. ivi. Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, t. II, p. 149. Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, t. II, p. 153. Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, t. II, p. 161. Suo feroce carattere, t. II, p. ivi. Riveste la porpora, t. II, p. 185. Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, t. II, p. 186. Conduce a Roma prigioniero Severo, t. II, p. 187. Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, t. II, p. ivi. Difende l’Italia invasa da Galerio, tom. II, p. 188. Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, t. II, p. 194. Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, t. II, p. ivi. Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, t. II, p. 197. Stato de’ Cristiani sotto il