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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/429: differenze tra le versioni

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{{RigaIntestazione||DELLE MATERIE|421}}
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{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>
{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>causa della tolleranza, {{Pg|12|t. VII, p. 12.|sdVII}} Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, {{Pg|372|t. VII, p. 372.|sdVII}}
{{Sc|Lascaris II}}, {{Pg|181|t. XII, p. 181.|sdXII}} Suo ritorno al greco Impero, {{Pg|195|t. XII, p. 195.|sdXII}}


{{Sc|Martino IV}}, Papa, {{Pg|174|t. XIII, p. 174.|sdXIII}}
{{Sc|Lascaris Giovanni}}, pupillo di Michele, e legittimo Sovrano. Perde la sua dignità, {{Pg|197|t. XII, p. 197.|sdXII}} Vien confinato in un lontano castello dove languisce per molti anni, {{Pg|198|t. XII, p. 198.|sdXII}}


{{Sc|Martino V}}, Papa. Sua elezione, {{Pg|277|t. XIII, p. 277.|sdXIII}} Suo governo, {{Pg|277|t. XIII, p. ''ivi''.|sdXIII}}
''Latini''. Loro inimicizia coi Greci, {{Pg|16|t. XII, p. 16.|sdXII}} Stabiliscono delle fattorie a Costantinopoli, e vi comprano delle terre e delle case, {{Pg|18|t. XII, p. 18.|sdXII}} Loro emulazione e progressi nelle lettere, {{Pg|493|t. XII, p. 493.|sdXII}}


''Martiri e Martirio''. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, {{Pg|48|t. III, p. 48.|sdIII}} Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, {{Pg|106|t. III, p. 106.|sdIII}} Loro numero, {{Pg|109|tom. III, p. 109.|sdIII}} Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, {{Pg|389|t. V, p. 389.|sdV}} Riflessioni generali, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}} Martiri e reliquie favolose, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}}
{{Sc|Lattanzio}}. Fa uso dell’eloquenza di Cicerone e della piacevolezza di Luciano per dimostrare la superstizione Pagana, {{Pg|329|t. II, p. 329.|sdII}} Pubblica al Mondo il glorioso esempio del Sovrano della Gallia, che fino dai primi momenti del suo regno conobbe e adorò la maestà dell’unico e vero Dio, {{Pg|6|t. IV, p. 6.|sdIV}}


{{Sc|Mascezel}}, figlio di Nabello affricano, {{Pg|33|t. VI, p. 33.|sdVI}} Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, {{Pg|36|t. VI, p. 36.|sdVI}} Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, {{Pg|39|t. VI, p. 39.|sdVI}} Rimane infelicemente annegato, {{Pg|39|t. VI, p. ''ivi''.|sdVI}}
{{Sc|Latroniano}}, celebre poeta, la cui riputazione pareggia il grido degli antichi, {{Pg|304|t. V, p. 304.|sdV}}


<p>{{Sc|Massenzio}}, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, {{Pg|184|t. II, p. 184.|sdII}} Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, {{Pg|189|t. II, p. 189.|sdII}} Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, {{Pg|199|t. II, p. 199.|sdII}} Guerra civile tra lui e Costantino, {{Pg|202|t. II, p. 202.|sdII}} Indulgenze e timori di Massenzio, {{Pg|211|t. II, p. 211.|sdII}} Sua morte, {{Pg|215|t. II, p. 215.|sdII}} {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>Distruzione della sua stirpe, {{Pg|216|t. II, p. 216.|sdII}} Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, {{Pg|98|t. III, p. 98.|sdIII}}</p>
''Lazii''. Loro conversione, {{Pg|63|tom. VIII, p. 63.|sdVIII}}


{{Sc|Massimiano}}. Associato all’Impero da Diocleziano, {{Pg|145|t. II, p. 145.|sdII}} Sua lunga assenza da Roma, {{Pg|146|t. II, p. 146.|sdII}} Sua residenza in Milano, {{Pg|147|t. II, p. 147.|sdII}} Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, {{Pg|147|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, {{Pg|149|t. II, p. 149.|sdII}} Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, {{Pg|153|t. II, p. 153.|sdII}} Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, {{Pg|161|t. II, p. 161.|sdII}} Suo feroce carattere, {{Pg|161|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Riveste la porpora, {{Pg|185|t. II, p. 185.|sdII}} Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, {{Pg|186|t. II, p. 186.|sdII}} Conduce a Roma prigioniero Severo, {{Pg|187|t. II, p. 187.|sdII}} Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, {{Pg|187|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Difende l’Italia invasa da Galerio, {{Pg|188|tom. II, p. 188.|sdII}} Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, {{Pg|194|t. II, p. 194.|sdII}} Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, {{Pg|194|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, {{Pg|197|t. II, p. 197.|sdII}} Stato de’ Cristiani sotto il
{{Sc|Leandro}}. Passa il mare fra le città di Sesto e di Abido per possedere la sua bella, {{Pg|241|t. III, p. 241.|sdIII}}

<p>''Legioni'' sotto gl’Imperadori, {{Pg|18|t. I, p. 18.|sdI}} Numero e disposizione delle legioni, {{Pg|25|t. I, p. 25.|sdI}} Loro ubbidienza, {{Pg|109|t. I, p. 109.|sdI}} Si dichiarano contro Giuliano, {{Pg|162|t. I, p. 162.|sdI}} Le {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>legioni Pannoniche dichiarano Imperatore Settimio Severo, {{Pg|168|t. I, p. 168.|sdI}} Rilassamento della militar disciplina sotto Severo, {{Pg|183|tom. I, p. 183.|sdI}} Rilassamento della disciplina sotto Caracalla, {{Pg|204|t. I, p. 204.|sdI}} Loro malcontento, {{Pg|220|t. I, p. 220.|sdI}} Tumulti delle legioni sotto l’Impero di Alessandro Severo, {{Pg|232|t. I, p. 232.|sdI}} Sedizione in Roma, {{Pg|278|t. I, p. 278.|sdI}} Claudio intraprende la loro riforma, {{Pg|12|t. II, p. 12.|sdII}} Severità di disciplina in esse mantenuta da Aureliano, {{Pg|19|t. II, p. 19.|sdII}} Probo incorpora i Barbari fra le legioni romane, {{Pg|78|t. II, p. 78.|sdII}} Paralello tra la severa disciplina voluta da Aureliano e la più mite abbracciata da Probo, {{Pg|84|t. II, p. 84.|sdII}} Distinzione delle truppe a’ tempi di Costantino, {{Pg|291|t. III, p. 291.|sdIII}} Riduzione delle legioni, {{Pg|295|t. III, p. 295.|sdIII}} Lusso effeminato nel loro campo sotto Graziano. L’infanteria depone l’armatura, {{Pg|357|t. V, p. 357.|sdV}}</p>

{{Sc|Leone di Tracia}}, Imperatore d’Oriente, {{Pg|510|t. VI, p. 510.|sdVI}} Sua fermezza e sua moderazione, {{Pg|511|t. VI, p. 511.|sdVI}} Suoi preparativi contro i Vandali dell’Affrica, {{Pg|518|t. VI, p. 518.|sdVI}} Cattivo successo in questa spedizione, {{Pg|521|t. VI, p. 521.|sdVI}}

{{Sc|Leone III}}, detto l’Isaurico, Imperatore d’Oriente e fondatore di una nuova dinastia, {{Pg|164|t. IX, p. 164.|sdIX}} Suo regno, e saggezza della sua amministrazione, {{Pg|165|t. IX, p. 165.|sdIX}} Favorisce gli Iconoclasti, {{Pg|266|t. IX, p. 266.|sdIX}} Ribellione in Italia,

Versione delle 22:53, 9 mar 2024


DELLE MATERIE 421
causa della tolleranza, t. VII, p. 12. Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, t. VII, p. 372.

Martino IV, Papa, t. XIII, p. 174.

Martino V, Papa. Sua elezione, t. XIII, p. 277. Suo governo, t. XIII, p. ivi.

Martiri e Martirio. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, t. III, p. 48. Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, t. III, p. 106. Loro numero, tom. III, p. 109. Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, t. V, p. 389. Riflessioni generali, t. V, p. 392. Martiri e reliquie favolose, t. V, p. 392.

Mascezel, figlio di Nabello affricano, t. VI, p. 33. Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, t. VI, p. 36. Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, t. VI, p. 39. Rimane infelicemente annegato, t. VI, p. ivi.

Massenzio, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, t. II, p. 184. Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, t. II, p. 189. Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, t. II, p. 199. Guerra civile tra lui e Costantino, t. II, p. 202. Indulgenze e timori di Massenzio, t. II, p. 211. Sua morte, t. II, p. 215.

Distruzione della sua stirpe, t. II, p. 216. Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, t. III, p. 98.

Massimiano. Associato all’Impero da Diocleziano, t. II, p. 145. Sua lunga assenza da Roma, t. II, p. 146. Sua residenza in Milano, t. II, p. 147. Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, t. II, p. ivi. Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, t. II, p. 149. Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, t. II, p. 153. Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, t. II, p. 161. Suo feroce carattere, t. II, p. ivi. Riveste la porpora, t. II, p. 185. Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, t. II, p. 186. Conduce a Roma prigioniero Severo, t. II, p. 187. Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, t. II, p. ivi. Difende l’Italia invasa da Galerio, tom. II, p. 188. Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, t. II, p. 194. Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, t. II, p. ivi. Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, t. II, p. 197. Stato de’ Cristiani sotto il