Storia della letteratura italiana (Tiraboschi, 1822-1826)/Tomo IV/Prefazione

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Prefazione

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Tomo IV Tomo IV - Indice e sommario

[p. v modifica]PREFAZIONE Innanzi a’ precedenti tomi della mia Storia ho trattenuti non brevemente i lettori or su uno, or su altro argomento che alla materia, di cui in essi dovea trattarsi, mi sembrava opportuno. Innanzi a questo nulla mi si offre che richiegga lungo proemio; nè io son tra quelli che pensano che una lunghissima prefazione aggiunga ornamento e fama ad un libro. Io mi compiaccio nel vedermi omai giunto alla metà della difficil carriera che ho presa a correre; poichè tutta l opera non oltrepasserà, come credo, l" ottavo o il nono volume. Il favorevole accoglimento troppo maggiore di quel che io potessi sperare, con cui è stata ricevuta finora questa mia Storia, mi accresce lena e coraggio a continuarla; poichè ben dolce e piacevole è la fatica che riesce gradita a coloro per cui si sostiene. Mi si permetta perciò a questo luogo di attestarne la sincera mia riconoscenza agli eruditi Italiani, a’ quali nondimeno io temo che l’amore e la stima da cui son giustamente compresi per la comune lor patria, abbia renduta questa mia opera più pregevole per avventura, ch’ ella non è per se stessa. I quai ringraziamenti io debbo singolarmente e a tutti gli autori di Giornali e di Novelle letterarie, che sembrano aver gareggiato a vicenda nell’ animarmi al proseguimento del mio lavoro, e a più Accademie d’Italia, e a quella particolarmente sì celebre di Cortona, che coll" aggregarmi a’ lor socii me ne hanno accordata una troppo onorevole ricompensa. A questi sentimenti, che la gratitudine da me richiede, io debbo aggiugnere, o, a dir meglio, rinnovare una preghiera da me altre volte già fatta. Questa mia Storia è indirizzata all" onore di tutta l Italia; e tutti perciò io prego gli eruditi Italiani a volermi comunicare quelle notizie e que" lumi che posson giovare ad accrescerglielo sempre maggiore. Se ne’ tomi finor pubblicati [p. vi modifica]VI PREFAZIONE essi osserveranno ch’io o abbia commessi errori, o abbia commesse tai cose che nella Storia della Letteratura Italiana non dovesser tacersi; e se riguardo a’ tempi, de’ quali debbo ancor ragionare, essi hanno monumenti, osservazioni e scoperte che ne’ libri già stampati e non difficili a ritrovarsi non s’incontrino, niuna cosa mi potran fare più grata, che avvertirmene cortesemente. Mi lusingo di aver già mostrato abbastanza ch’ io son ben lungi dal volermi arricchire delle altrui spoglie, e che rendo volentieri ad ognuno quella gloria che gli si dee; ed essi potran perciò persuadersi che userò in modo dei’ lumi da essi somministratimi, che ne rimanga loro tutta la lode. Io altro non bramo che di esporre nella vera sua luce, quanto debbano all’Italia le lettere e le scienze tutte, acciocchè e alcuni tra gli stranieri apprendano a sentire e a scrivere con minor disprezzo degl'italiani, e alcuni ancora tra gli'italiani cessino finalmente di essere ammiratori troppo ciechi e adulatori troppo servili degli stranieri.