Studi storici sul centro di Firenze/Il centro di Firenze nel 1427/XXI

Da Wikisource.
XXI

../XX ../../Saggio di storia di alcuni edifizi del centro di Firenze IncludiIntestazione 27 maggio 2021 100% Da definire

Il centro di Firenze nel 1427 - XX Saggio di storia di alcuni edifizi del centro di Firenze
[p. 74 modifica]

XXI.

L’ultimo gruppo compreso fra Via della Nave, Via Calzaioli e Piazza del Duomo, è solamente per la parte corrispondente in Via della Nave ed in Via dell’Arcivescovado compreso nel piano di riordinamento.

Numerose stradelle attraversavano in ogni tempo questi fabbricati, mentre oggi non vi si trovano che due strade senza riuscita. Il Chiasso ora degli Adimari, allora del Porco, conduceva ad un sito d’osteria che aveva per insegna un porco e che godeva fama assai lusinghiera presso i buongustai di quattro secoli fa.1 Poi girava dietro le case degli Adimari passate in parte nei Da Romena e sboccava in Via dell’Arcivescovado, chiamata in quella parte Via della Macciana, accanto all’albergo della Macciana, presso il quale erano diverse fornaci per far bicchieri.

Più verso Piazza del Duomo, era la chiesa di S. Cristofano, una delle più antiche parrocchie di Firenze, detta S. Cristofano Adimari, perchè le case di quella celebre famiglia l’attorniavano. Di fianco alla chiesa la via conduceva a due piazzuole, una delle quali per ragione di altra riputata osteria o cella di vino, si diceva della Malvagia.

In questo gruppo di fabbricati, i Medici, gli Adimari ed i Pecori erano quasi gli unici possessori.

Degli Adimari fu la casa accanto alla loggetta del Bigallo e Guglielmo di Piero ne affittava parte a Donatello ed a Michelozzo scultori.2

I Medici ebbero quasi tutte le loro case fra il Chiasso del Porco e Via della Nave, mentre i Pecori dalla piazza dei Succhiellinai andavano coi loro fabbricati a confinare coi beni del Bigallo e dell’Arcivescovado. Uno dei loro palazzi, il più importante, era quello al disopra della volta che metteva in comunicazione Piazza di S. Giovanni col crocicchio che s’intitolava il Canto de’ Pecori.3

Del palazzo Arcivescovile, dell’elegante e tanto deturpata chiesa di S. Salvatore una della più antiche di Firenze,4 di quel gioiello che è la loggia del Bigallo, dei Capitani di S. Maria5, della Misericordia Vecchia che era posta accanto alla loggetta, non è il caso d’entrare a parlare [p. 75 modifica]per non diffondersi troppo in argomenti così ricchi di notizie e di memorie e non uscire dai limiti modesti di una semplice spiegazione della pianta che abbiamo rimessa insieme.

Lo scopo nostro era quello di evocare e sottoporre allo studio di coloro che sentono vivo il culto delle patrie memorie, tanti ricordi importanti della vecchia Firenze, di porgere una idea delle condizioni del Mercato Vecchio nel secolo tanto splendido per copiosità d’ingegni portentosi che illustrarono la città nostra.

È un saggio modesto d’uno studio più importante e più esteso che comprende tutta la parte antica di Firenze e che forse non tornerà nè inutile, nè sgradito a chi nei tanti ricordi che vi si trovano segnati, cercherà una spiegazione o completerà la memoria di fatti e di avvenimenti narrati dalla storia.

G. Carocci.



Note

  1. [p. 81 modifica]Il sito dell’osteria del Porco apparteneva ai Medici.
  2. [p. 81 modifica]A dì 11 Luglio 1427, portata di Donato di Nicholò di Betto intagliatore ecc. «Sto a pigione i Ia chasa di Ghuglielmo Adimari posta nel Chorso degli Adimari e nel popolo di S.to Cristofano che da primo e 2° via, a 3° la piazza di S.to Cristofano, da 4° Corso di Andrea di Pachio Adimari.»
  3. [p. 81 modifica]I Pecori ebbero origine da un Dino detto il Pecora beccaio e divennero ricchi e potenti; occuparono molti ed importanti uffici pubblici, e sono una delle poche famiglie dei tempi della repubblica, tuttora esistenti.
  4. [p. 81 modifica]Essa pure fu tra le prime parrocchie di Firenze. L’interno di essa è completamente deformato; ma all'esterno si vede tuttora, per quanto ridotta in condizioni deplorevolissime per il lungo abbandono, la elegante facciata di marmi bianchi e neri opera del XII secolo.
  5. [p. 81 modifica]La casa dove risiedevano i Capitani della Compagnia Maggiore di Madonna S. Maria e che serve tuttora ad uso degli Uffici dell’Orfanotrofio del Bigallo fu comprata da Catellino Infangati nel 1322 e costò 192 fiorini d’oro.