Studi storici sul centro di Firenze/Il centro di Firenze nel 1427/XX

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Il centro di Firenze nel 1427 - XIX Il centro di Firenze nel 1427 - XXI
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Importantissimo è nei ricordi cittadini questo gruppo di fabbricati che trovasi limitato da via Calzaioli, via degli Speziali, Piazza del Mercato Vecchio, via dell’Arcivescovado e via della Nave.

Qui ebbero difatti modesta, ma remota origine i Medici che venuti dal Mugello ad esercitare a Firenze la mercatura, si stabilirono presso S. Tommaso accanto alle case di due antiche famiglie: i Sizj e gli Agolanti.1 E nel commercio ebbero propizie le sorti, in grazia della loro attività, tanto che in breve periodo di tempo seppero inalzarsi al grado delle famiglie più illustri, prima di questa località, poi di Firenze.

Acquistate ricchezze infinite, guadagnarono ben presto una popolarità invincibile e quando nelle lotte fierissime fra i grandi ed i popolani arditamente si posero a favorire il partito che voleva scuotere il giogo aristocratico, favorendolo di aiuti efficaci, essi gettarono il fondamento sicuro della loro futura grandezza. E non passò molto tempo dal giorno in cui ai concittadini imposero il loro volere e fatti arbitri della repubblica, la schiacciarono e la domarono per crearsene signori e tiranni.

Dagli Agolanti ebbero a poco alla volta tutto quel dado di bruni e forti fabbricati che sta di fianco alla chiesa di S. Tommaso, e dov’era, sul canto di via della Nave la celebre loggia che per i numerosi contratti di nozze colà fissati e festeggiati, fu chiamata Loggia del Parentado. Passarono dipoi anche dall’altro lato della via, allora dei Dadajoli e accanto ai Della Tosa ebbero palazzi, torri, case ed una piazzola col loro nome.

Di fianco a S. Tommaso acquistarono le case dei Sizj e da questi ottenuta cessione del patronato della chiesa di S. Tommaso fecero di questa quasi la loro chiesa ed in ogni modo la beneficarono e l’arrichirono.2

Oggi San Tommaso che fu una delle prime parrocchie di Firenze è chiusa dopo aver servito alle radunanze di varie compagnie religiose succedutesi l’una all’altra. Delle varie opere che adornavano questa piccola, ma elegante chiesa ne esistono tuttora due assai importanti [p. 73 modifica]consistenti entrambe in dipinti su tavola usciti dal pennello di quel gentile pittore di scuola giottesca che fu Jacopo del Casentino.3 La torre prossima a S. Tommaso e corrispondente sulla stradella detta via de’ Cardinali fu de’ Sizj ed è tra quelle disfatta in parte dai Ghibellini vincitori a Montaperti.4 Via de’ Cardinali che in antico s’è intitolata via tra’ Legnajoli, via di S. Tommaso, via da’ Sizj, via delle Ricotte, divideva le case Agolanti, Medici e Sizj da uno dei vasti gruppi di fabbricati posseduti dagli Adimari nell’epoca in cui questa famiglia grande per ricchezze e per aderenze possedeva un numero infinito di fabbriche ai due lati del Corso che da lei s’intitolava.5

Questo gruppo era attraversato da una strada quasi interamente coperta da volte, talché si diceva l'Androne degli Adimari.

Via della Nave sulla quale corrispondevano le case Adimari e Medici ebbe questo nome dall’insegna d’una osteria, mentre in antico essa si chiamò sempre via tra’ Cappellai.


Note

  1. [p. 79 modifica]Gli Agolanti avevano case ai due lati di via della Nave verso la piazza dei Succhiellinai.
    I Sizj avevano le case accanto alla chiesa di S Tommaso ed alcune anche contiguea quelle degli Agolanti.
  2. [p. 79 modifica]S. Tommaso era una delle prime 36 parrocchie di Firenze. I Sizj cedettero ai Medici parte del Patronato nel 1316 e nel 1349 Giovanni di Conte de’ Sizj donava il sito della chiesa a Giovanni e Salvestro di Alamanno de’ Medici e suoi discendenti.
    Soppressa la chiesa, si dotarono coi di lei beni due canonicati creati a nome della famiglia de’ Medici nella cattedrale fiorentina.
  3. Delle due tavole, quella più piccola rappresentante la Madonna in mezzo ad una moltitudine di angeli, era nell’Oratorio della Tromba e quando questo cessò di servire al culto, fu trasportata in deposito nella chiesa di S. Tommaso. L’altra vedesi all’altare a sinistra entrando.
  4. Nel 1260 la proprietà della torre di S. Tommaso era divisa in 40 parti. La maggior parte era dei Sizj; ma vi avevano pure 5 parti i Della Tosa, 5 i Renovandi e 2 ½ i Medici.
  5. Le case, le torri ed i palagi degli Adimari si estendevano da Piazza del Duomo alla chiesa di S. Bartolommeo al Corso da un lato e dalla loggia del Bigallo alla via degli Speziali dell’altro lato del Corso.
    Ne avevano poi molte altre dietro a S. Tommaso, nel Corso di Por S. Piero, in Piazza di S. Michele in Palchetto (oggi di S. Elisabetta), in via dell’Oche, ecc.