Traduzioni e riduzioni/Dall'Odissea/I mangiatori di loto

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i mangiatori di loto

Quindi per nove giornate portavano venti di morte
me per il regno dei pesci, e prendemmo, nel decimo, terra,
dai mangiatori di loto che cibano cibo di fiori.
Quivi prendemmo la solida terra ed uscimmo per acqua,
ed i compagni cenarono accanto le rapide navi.
Quando poi furono sazi di cibo e bevanda, i compagni
volli che andassero dentro la terra, per prendere voce
(scelsi due uomini e terzo mandai un araldo con loro),
quali vi fossero genti, nutrite di cibo terreno.
Subito via s’imbatterono nei mangiatori di loto;
nè i mangiatori di loto pensarono morte ai compagni
nostri, sì diedero loro a gustare del fiore di loto.
Ma chi mangiava del loto, la biada soave qual miele,
più non voleva tornare poi dietro e venircelo a dire:
essi volevano lì con i mangiatori di loto
stare, brucandosi il loto, e non più ricordare il ritorno.
Li ricondussi alle navi, che molto piangevano, a forza,
li trascinai sulle navi incavate, e legai sotto il ponte,
mentre aggiungevo a quelli altri diletti compagni, che tutti

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senza indugiare montassero sopra le rapide navi,
chè non alcuno, mangiato del loto, si scordi il ritorno.
Furono presto montati e sederono tutti agli scalmi,
e via che in fila, coi remi battevano il torbido mare.