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Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 3/Capitolo 15

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Dell'unghia forte, ma honestamente temperata, & d'un discorso anchora sopra essa. Cap. 15.

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Dell'unghia forte, ma honestamente temperata, & d'un discorso anchora sopra essa. Cap. 15.
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Dell'unghia forte, ma honestamente temperata, & d'un discorso anchora sopra essa. Cap. XV.


PErche nel secondo capitolo ho discorso alquanto sopra la natura dell’unghie forti, hora mi par di dire le particolaritade di quelle; ma prima, ch’io incomincia dico, che esse son cosi nominate, perche son dure; & di tanta durezza se ne trova alcune, che sono come il vetro fragili, et altre come’l ghiaccio; le quali per esser tali hanno preso il nome di vitriuole, & altre ghiacciuole; & per mio giuditio son degne di tal nome perche alle volte nel ferrarle solamente, si spezzano; ma mi riserbo di parlarne più avanti ben minutamente, si come farò ancho à pieno, dichiarando’l modo, che con esse s’ha da tenere. Sonvi poi altre nature d’unghie, pur forti, che nel tempo del gran caldo grandemente patiscono; perche tanto divengono asciutte, che à gran pena il cavallo se gli regge sopra. Altre divengono come frittelle, si per la loro mala natura, come etiandio per essere stato il cavallo ripreso, ò l’unghia mal ferrata. Alcune altre che in punta sono asciuttissime, & nelle calcagna tanto morbide, che non possono sentir cosa dura all’incontro; & questo per causa delli cattivi humori corsi in quella parte. Altre anchora strette à modo di codogno come ordinariamente hanno i muli: Et perche credo di ciò haver detto a bastanza per tanto non passarò più oltre; ma narrarò seguitando il lor bisogno, come si giudico esser necessario. Quando l’unghia dunque è forte, ma di honesta temperatura, fa bisogno aprire le calcagna honestamente, non intrando molto dentro con l’incastro nel tenerume dell’ossa, detto fetone; perche quando fussero di natura in quella parte strette, tanto più si stringeriano, per venire à indebolirsi più di quello, che sono naturalmente; togliendone poi si nel mezo come da i lati, & in [p. 123 modifica]punta, si come habbiam detto, & si conosce essere convenevole per volerle dare la sua proportione. Il suo ferro poi vuole avanzare dal mezo adietro, come gl’altri, per la larghezza. Et se si vuole alquanto imbordire non sarà, che bene; ma sia l’imbordiggione fatta di maniera, che non venga ad haver molto rilevata la pancetta. Et se si vorrà un pochetto di rampone, facciasi, ma alla Ragonesa; & tengasi tanto grossa la parte di dentro, che venga uguale à lui, & alla imbordiggione. Et volendosi, che il rampone avanzi un pochetto, si può fare, ma però poco; perche come ho detto più inanti, non li giova quando pone disuguale il piè in terra. Et sopra il tutto facciasi, che posto in opera il ferro non lo stringa nella parte di dietro; perche stringendolo gli nocerebbe; & alcuna volta tanto, che potria essere causa che li crepasse un quarto.