Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro I/Capitolo 43

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Libro I - Capitolo 43

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Di due maniere di educatione, cioè privata, et publica, et come devono esser concordi tra loro. Cap. XLIII.

Questa autorità del Concilio mi da occasione di raccorre alcuni semi sparsi di sopra à varii propositi, et dire in questo luogo alquanto più apertamente, che la educatione può esser considerata in due modi, ò come privata, et particulare sotto la autorità paterna, ò come commune sotto la autorità publica. Et di più ambedue si possono considerare come morali, et come christiane, et finalmente la educatione christiana, et privata, et publica può venire in consideratione, come regolata, parte dal reggimento ecclesiastico, et parte dal politico, o seculare che dir vogliamo. Se bene non hà dubbio che più perfettamente, et in più alto grado allo ecclesiastico si appertiene, come quello che più dirittamente, et per offitio proprio ha riguardo all’ultima, vera, et compita felicità de suoi Cittadini.

Ma egli è cosa certa che tutte queste maniere di educatione, hanno tra di loro ad essere molto concordi, non solo non impedendo, anzi più presto l’una aiutando l’altra, acciò si pervenga più facilmente à quello altissimo fine, della beatitudine eterna.

Adunque diciamo che la educatione privata, è ordinata alla publica, et questa conduce à perfettione la privata, et così come sono i padri di famiglia nelle case loro à guisa di magistrati particulari, cosi i superiori nella città son come padri communi. Et niuna cosa può esser più salutifera in una [p. 26r modifica]republica che essere ordinata talmente, che quella buona disciplina che il giovanetto havrà appresa per la educatione domestica, la conservi per la publica, anzi la accresca, essendo ragionevole che il publico bene, sia maggiore, et più perfetto del privato, si come per contrario troppo è da dolersi, quando mancando per qual si voglia accidente, la disciplina privata, et il freno dell’autorità paterna, non rincontra il giovanetto nel publico, molti padri, et molti freni che ritengano gli impeti suoi, et non lo lascino à voglia sua, et de i suoi corruttori dissipare le sustanze non sue, ma della famiglia, et della patria, et in somma non gli permettano di vivere come quel figliuolo prodigo, di cui l’evangelio ragiona, onde poi nascono tanti mali, che lungo saria il raccontarli.

Ma ritornando al nostro proposito, non solo tra la educatione privata, et la publica, ma tra la morale, et la christiana ha da esser congiuntione, et ordine talmente che si habbia per certo, che ogni studio della educatione morale, è debole, et imperfetto, se non si riduce alla educatione christiana, come più alta, et più eccellente, et come fine, et perfettione d’ogni altra.

Finalmente conviene che tra il governatore temporale, et lo spirituale sia somma unione, et concordia, et che nella educatione publica, et in ogni altra cosa concernente il ben commune, si ricordi il politico che ha da ministrare, et prestare aiuto al rettore ecclesiastico non altrimenti che il braccio sinistro concorre unitamente con il destro alle operationi, per beneficio di tutto il corpo. Et quanto maggiormente il reggimento temporale ordina se medesimo à lo spirituale, et più lo favorisce, et promove, tantio più serve alla conservatione della Republica, percioche mentre il rettore ecclesiastico procura di far un buon christiano, con l’autorità et mezi spirituali, secondo il fin suo, procura insieme in conseguenza necessaria di far un buon Cittadino, che è quello che si pretende dal politico. Ilche avviene perche nella santa Chiesa Catholica Romana, Città di Dio, posta su’l monte, di cui tutti i battezzati, et regenerati in Christo, sono Cittadini in questa dico santa Città, et perfettissima Republica, quale à pena per sogno videro gli antichi filosofi, una istessa cosa è assolutamente il buon cittadino, et l’huomo da bene. La onde grave errore è di coloro, che disgiungono cose tanto congiunte, et pensano poter havere buoni Cittadini con altre regole, et per altre vie, di quelle che fanno il buon Christiano. Et dica pure, et discorra la prudenza humana, quanto gli piace, che non è possibile che partorisca vera pace, nè vera tranquillità temporale, tutto quello che ripugna, o si diparte dalla pace, et felicità eterna. Ma lasciando [p. 26v modifica]questo discorso, che troppo forse parerà ch’io mi sia dilungato da i miei termini, dico concludendo, che quantunque quella maniera di educatione, et disciplina, che dipende dalla autorità publica, sia sopra modo necessaria, io nondimeno di questa non intendo principalmente di ragionare; ma solo della privata, et in ordine all’autorità et cura peterna; se bene à tempo, et luogo dove la materia lo ricerchi, potrà avvenire che di quella anchora alcuna cosa si tocchi, poi che come è detto hanno tra loro molta congiuntione.