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Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 71

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Libro II - Capitolo 71

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Dello honore verso gli altri che hanno luogo di padre et prima de gli ecclesiastici. Cap. LXXI.

Si è toccato qualche cosa in altra parte, dell’honore, et obedienza che debbiamo rendere a i nostri superiori, cosi spirituali, come temporali, et terreni, ma la conseguenza della materia ci ammonisce, a ricordar etiandio in questo luogo al nostro padre di famiglia, che quello honore, et osservanza ch’egli desidera da i proprii figliuoli, la ripresenti in se medesimo verso i suoi maggiori, et induca anchor essi a far il simigliante. Insegni loro che i Vescovi, i sacerdoti, i parochi et pastori nostri, sono padri delle anime nostre, sono mediatori nostri appresso a Dio, orando per noi, santificandoci con i sacramenti, et insegnandoci la via della eterna salute, però avvezzi il padre il figliuolo a portar molta riverenza a i sacerdoti, come a ministri di Dio, nella qual cosa si pecca da molti, et massime da nobili, alcuni de i quali pare che si sdegnino di honorar i preti con ceder loro la via, salutarli, et dargli i primi luoghi, i quali poco mostrano d’intendere la dignità del sacerdote, et che posto ch’egli fosse di basso lignaggio, et vestito poveramente, et anco di non buon vita, che piaccia a Dio che giamai non avvenga, nondimeno per riverenza di colui, il cui luogo et autorità ripresentano in terra, devono essere da tutti honorati, stimati, et obediti, et tanto più quando con la preminenza del grado, è congiunta la bontà della vita. È noto il memorabile esempio di Theodosio primo Imperator di tanta potenza, il quale prohibito da sant’Ambrosio, che non intrasse in Chiesa, perche troppo acerbamente si era vendicato d’una [p. 74v modifica]Città ribelle, non solo ubidì, ma accettò humilmente la penitenza impostagli, et non si sdegnò di eseguirla publicamente nel cospetto di tutto il mondo. Et veramente chi ben considera l’humiliarsi à i santi sacerdoti è uno aggrandir se medesimo, percioche tutto quello honore ridonda principalmente in Dio istesso, et nello eterno, et sommo sacerdote Christo Giesù, ilquale parlando con i santi Apostoli, et con i loro successori, suoi luogotenenti, per dir cosi, in terra, diceva; Chi ode voi ode me, et chi disprezza voi, disprezza me. Al rendimento dello honore appertiene propriamente, come si è già detto, la sovventione, però è offitio del padre di famiglia, et con l’esempio, et con le ammonitioni imprimer nel petto puerile, et tuttavia più altamente nella matura età, piantare questa propensione di voluntà di sovvenire i pastori, et superiori Ecclesiastici, et anchora gli huomini religiosi che per amor di Dio si son fatti poveri, et si son rinchiusi ne i chiostri delle sante religioni, i quali ci predicano l’Evangelio, et ci pascono spiritualmente; non è gran cosa, dice san Paolo, se si ci raccoglie frutto carnale da coloro, da i quali si sono seminate le cose spirituali, et nell’istesso luogo, ch’è nella prima epistola a i Corinthii, va dicendo cose bellissime in questo proposito, mostrando con esempio del soldato, dell’agricultore, et del pastore, di colui che pianta la vigna, quanto giustamente, per debito di giustitia, i padri, et pastori spirituali, debbiano essere sostentati, et mantenuti nella necessità temporale. La onde gran peccato commettono coloro, che sottraggono alle Chiese, et con mille modi diminuiscono, o ritardano i pagamenti delle decime, et censi, et altri diritti dovuti da loro alle Chiese, dove più presto doveriano dar del loro prontamente. Non intendono gli huomini quanto sia mercantia di guadagno, et quanto fruttuosa industria et sicura arte di campo, l’offerir con lieto cuore a Dio, et a i suoi ministri, le decime, et primitie delle proprie sustanze; ben lo intendeva Salomone, ilqual diceva ne i proverbii, Honora Iddio della tua sostanza, et delle primitie di tutti i tuoi frutti, et raccolti; allhora i tuoi granari saranno pieni di abondanza, et le tue vasche, et torchi ridondaranno di vino. Ma tanto siamo lontani da questo, et dall’imitatione de gli avi, et maggiori nostri, che hanno con le offerte loro fondate tante nobili Chiese, et Monasterii, che più tosto si vede in questo nostro calamitoso secolo, una commune sete, et avidità di togliere alle Chiese, la qual cosa quanto dispiaccia a Dio et di quanti mali sia cagione, et nel privato, et nel publico, non appertiene hora a me di discorrere più lungamente; mi basta solo di ricordar al nostro buon padre, che dopo haver persuaso a se medesimo, persuada efficacemente al figliuolo, che tutto quello che si ritiene [p. 75r modifica]indebitamente, o si usurpa alla Chiesa è fuoco d’inferno, che consuma le altre facultà, et che più importa, abrucia le anime.