Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 51

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Libro III - Capitolo 51

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Dell’honesto motteggiare. Cap. LI.

Tra le honeste ricreationi, che gli huomini ben creati, et civili sogliono tal’hora pigliarsi tra di loro, cessando alquanto da i negotii, et occupationi gravi, una ve ne è, laquale consiste in una certa piacevolezza di ragionare, motteggiando dolcemente, et sapendo, come si suol dire, dare, et ricevere con giuditio, et destrezza, senza dire motti inhonesti, et non pugnere al vivo l’amico, co’l quale si motteggia; ilche non si fa cosi facilmente da ogni uno, anzi come bene i Filosofi morali hanno considerato, bene spesso si esce da molti dalla via del mezzo, nel quale consiste questa virtù della piacevolezza, overo urbanità, che dir vogliamo, percioche alcuni abondano più che non conviene di motti ridicoli, et falsi, et non hanno riguardo d’offendere altrui, et ne anco perdonano à se stessi, pur che muovano riso, il quale eccesso è vitioso, et più presto merita nome di buffoneria; ma per contrario si trovano alcuni altri cosi zotichi, et duri, che ritrovandosi nelle honeste compagnie, non solo non dicono motto alcuno arguto, et gentile, ma se altri ne dice, non vi hanno gusto alcuno, anzi più presto se ne attristano, ilquale eccesso contrario al primo si può chiamar rusticità, et simili huomini spiacevoli, sono inetti alle conversationi d’amici, che per diletto si fanno. Hor come noi vediamo che vi sono gli estremi vitiosi del troppo, et del poco, cosi per conseguenza intendiamo, che vi sia il mezzo virtuoso, quando uno scherza et motteggia con moderatione, et destrezza, tale, quale à huomo modesto, et discreto si conviene, perilche le sue facetie, et piacevolezze sono d’altra sorte, che quelle de i buffoni, et de gli huomini vili, et plebei, et vi si scorge dentro un certo che di gentile, et spiritoso senza ingiuriar [p. 157r modifica]alcuno, et senza offesa della sua propria gravità, et decoro. Per tanto è espediente, che questa maniera di burlare modestamente, sia tal volta una delle recreationi de i nostri fanciulli, massime alla presenza del maestro, il quale vada ricorreggendo hora la troppa acutezza d’alcuni, et hora la troppa severità, et rozzezza d’alcuni altri, che non hanno punto di sale. Havevano i Lacedemoni per usanza di mangiar insieme, et vi facevano venir i lor fanciulli, come à una scuola di temperanza, et quivi fra le altre cose imparavano con l’esempio de maggiori anchor questa virtù, di motteggiarsi l’un l’altro piacevolmente, senza però pungersi aspramente, et senza corrucciarsi, onde era cosa propriissima di quella natione, per questo habito fatto da fanciullezza, che molto facilmente sapevano sopportare una puntura faceta, et un tiro burlesco. La qual cosa è necessaria di fare con alcuni fanciulli dispettosetti, per romperli, et renderli più trattabili, si come si ricordò altrove al padre di famiglia, parlando delle piacevolezze che si dicono à tavola, però che se bene è vero, che non si deve scherzar in modo che trafigga, et faccia dolore, è anco vero, che non si deve esser tanto sensitivo, che per ogni leggier puntura si habbia à venir alle mani, et romper l’amicitia, conciosia che nella vita, et conversatione humana, non tutti parlano sempre con quel peso, et con quella misura, che saria conveniente, benche per dir anco il vero non si hanno à imporre ne i commertii humani, cosi strette leggi che si habbia sempre mai a pesare ogni paroluzza, onde è gran prudenza saper disissimular et sopportar con dolcezza et prendere anco gusto, quando avvengono di si fatte cose, et à questo come si è detto lo assuefarsi da fanciullo giova assai. Avviene anchora che i motti fatti a tempo, et prudentemente sono come medicine di alcuni difetti non molto gravi. Et tra alcune persone religiose, si usa, benche di rado, questa maniera di ricreatione per utilità de i giovani che uno di loro più atto à saper far il giuoco, si lieva à ragionare, et con alcuna inventione, che da principio par lontana, và artifitiosamente tratteggiando, et pizzicando hor questo hor quello sopra alcuni difettuzzi, et lo fa con tal piacevolezza, che ridendo gli altri, ride quello istesso, che si sente pungere, et ha cagione di emendarsi, et i suoi compagni di esser più cauti. In somma un’huomo di natura dolce, et piacevole, è il condimento delle compagnie, et hanno questi tali efficacia di attrarre à se gli animi altrui, la onde s’egli sarà un’huomo dolce, et da bene, et che cerchi l’honor di Dio, come principalmente si deve cercare da tutti, gli verrà fatto con la divina gratia, di tirar molti alla via della virtù, si come io ne potrei allegar esempio d’huomini religiosi, et di grande spirito, ilche non deve parer maraviglia, [p. 157v modifica]essendo l’huomo animal mansueto, et però molto atto à esser tirato dove altri vuole, dall’amore, et dalla piacevolezza.