<dc:title> Udite la cagion de’ miei sospiri </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Cino da Pistoia</dc:creator><dc:date>XIV secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Udite_la_cagion_de%27_miei_sospiri&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20210726132025</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Udite_la_cagion_de%27_miei_sospiri&oldid=-20210726132025
Udite la cagion de’ miei sospiri Cino da PistoiaXIV secoloLe Rime di Cino da Pistoia.djvu
Udite la cagion de’ miei sospiri,
Se già mai fu per me nata mercede.
Qualora il mio pensier fra me si riede,
E chiama innanzi a sè li miei desiri, 5Presentansi pien tutti di martìri,
Che vengon dalla vista che procede
Dalla ciera gentil, quando mi vede.
Che come suo nemico par mi miri.
Laonde in ciò mi struggo, e vo a morire 10Chiamando morte; che per mio riposo
Mi teglia innanzi ched io mi disperi:
Miranla gli occhi miei sì volentieri.
Che contr’al mio voler mi fanno gire
Per veder lei, cui sol guardar non oso.