Rime varie (Alfieri, 1903)/CCXLI. Uom che barbaro quasi in su la sponda

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CCXLI (1795). Uom, che barbaro quasi, in su la sponda

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CCXLI (1795). Uom, che barbaro quasi, in su la sponda
CCXL. Quanto divina sia la lingua nostra CCXLII. Discordia stride dalla Eolia gente

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CCXLI (1795).

Uom, che barbaro quasi, in su la sponda
Del non Etrusco Tanaro nascea,
Dove d’Itale voci è impura l’onda,
Sì ch’ella macchia ogni più tersa idea;

Più lustri or son, ch’ei la natal sua immonda
Favella in piena oblivïon ponea;
E al vago dir che l’alma Flora inonda,
E labro e penna ed animo volgea.

Se niun di voi, cigni dell’Arno, or vede
Spurio vestigio nel costui sermone,
Cittadinanza di parole ei chiede.

Sacro tributo a Grecia tutta impone
L’unica Atene, di ogni grazia sede,
Cui la Bëozia stolta invan si oppone.