Vaghi rai di ciglia ardenti

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Vaghi rai di ciglia ardenti Intestazione 4 agosto 2023 75% Da definire

Di quel mar la bella calma Ecco la luce
Questo testo fa parte della raccolta Canzonette di Gabriello Chiabrera


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XXIII

Vaneggia.

Vaghi rai di ciglia ardenti,
     Più lucenti,
     Che del Sol non sono i rai;
     Vinti alfin dalla pietate,
     5Mi mirate,
     Vaghi rai, che tanto amai.
Mi mirate, raggi ardenti,
     Più lucenti,
     Che del Sol non sono i rai;
     10E dal cor traete fuore
     Il dolore,
     E l’angoscia de’ miei guai.
Vaghi raggi, or che ’l vedete,
     Che scorgete
     15Nel profondo del mio seno?
     Ivi sol per voi si vede
     Pura fede,
     Pura fiamma, ond’egli è pieno.
Già tra pianti, tra sospiri,
     20Tra martíri
     L’arder mio tanto affermai;
     E voi pur lasciaste al vento
     Ogni accento,
     Vaghi rai, che tanto amai.
25Ora è vano ogni martíro,
     Se io sospiro,
     Il seren vostro turbate;
     L’arder mio non pur credete,
     Ma ’l vedete
     30Vinti al fin dalla pietate.
O per me gioconda luce,
     Che m’adduce
     Del mio cor la pace intera;
     Sia tranquilla in suo cammino
     35Sul mattino,
     Sia tranquilla in sulla sera.
Infra i dì sereni e belli
     Ei s’appelli
     Il più bel di ciascun mese:
     40Ogni musa a dargli vanto
     Di bel canto,
     Ad ognor gli sia cortese.
E voi priego, raggi ardenti,
     Più lucenti,
     45Che del Sol non sono i rai:
     Di più foco, ov’ei ritorni,
     Siate adorni,
     Vaghi rai, che tanto amai.