Viaggio intorno alla mia camera/Capitolo X

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Capitolo X

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CAPITOLO X.



Non vogliate già credere che, invece di mantenere la mia parola, facendovi la descrizione del mio viaggio intorno alla mia camera, io batta la campagna per trarmi d’impaccio. Troppo v’ingannereste ciò pensando, perocchè il mio viaggio continua realmente; e mentre la mia anima, riflettendo sopra sè stessa, percorreva nel capitolo precedente i tortuosi sentieri della metafisica, — io, nella mia seggiola a bracciuoli, arrovesciato in guisa che i miei due piedi anteriori stavano alzati due pollici da terra, mi andava librando a destra e a manca, e avanzando tanto, che insensibilmente era pervenuto vicinissimo al muro. — È [p. 43 modifica]questa la mia ordinaria maniera di viaggiare quando nulla mi affretta. — Ivi la mia mano si stese macchinalmente al ritratto di madama d’Hautcastel; e l'altra prendeva piacere a levarne la polvere che lo velava. — Questo piacere tranquillo si faceva sentire alla mia anima, sebben fosse quasi smarrita ne’ vasti spazj del cielo; perocchè torna in acconcio l’osservare che, quand’essa viaggia in quegli spazj, è pur sempre legata a’ sensi per non so quale vincolo segreto, di modo che, senza suo disturbo, può prender parte ai pacifici godimenti dell’altra. Ma se questi nulla nulla son forti, o se presentasi qualche spettacolo inatteso, l'anima ripiglia quaggiù il suo posto colla rapidità del lampo.

Ciò appunto mi avvenne, mentr’io ripuliva il ritratto. [p. 44 modifica]

A misura che il pannolino toglieva la polvere, e faceva comparire alcune ciocche di biondi capegli, e alcuna parte della ghirlanda di rose ond’erano coronati, la mia anima, fino di lassù ove si era trasportata, sentiva un leggier fremito di piacere, e partecipava simpaticamente ai moti del mio cuore. Questo piacere divenne meno confuso e più vivo, allorché il pannolino di un solo colpo scoprì la fronte serena dell’amabile fisionomia: onde la mia anima fu sul punto di lasciare i cieli, per godere di tale spettacolo. Ma si fosse pur ella trovata nel palagio, e fra le armonie de’ celesti, non vi sarebbe rimasta un solo minuto secondo, allorché la sua compagna, sempre più accelerando nell’opera, si avvisò di prendere una spugna inumidita che le venne offerta, e stroppicciarla sulle so[p. 45 modifica]pracciglia, — sugli occhi, — sul naso, — sulle guance, — su quella bocca: — oh Dio! il cuor mi batte: — sul mento, sul seno; sicché la figura tutta parve rinascere anzi uscire del nulla. — La mia anima si precipitò dal cielo come una stella cadente; ritrovò l'altra in un’estasi deliziosa, e giunse ad accrescerla, prendendovi parte. Questa situazione singolare e improvvisa fece per me disparire il tempo. — Esistii per un istante nel passato, ringiovanendo contro l’ordine della natura. — Sì, eccola quella donna adorata; è dessa è dessa: io la veggo sorridere, io la veggo dischiudere le labbra per dirmi ch’ella mi ama. — Quale sguardo! oh vieni ch’io ti stringa contro il mio cuore, anima della mia vita, mia seconda esistenza! — vieni a goder tu stessa della mia [p. 46 modifica]ebbrezza, della mia felicità. — Questo momento fu breve, ma divino; la fredda ragione riprese bentosto il suo impero; e in un batter d’occhio invecchiai di qualche anno: — il mio cuore divenne di ghiaccio, ed io mi trovai, confuso colla folla degli indifferenti che gravitano sulla superficie del globo.