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Breve ragguaglio della Biblioteca Marucelliana di Firenze

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Pietro Fanfani

1872 Indice:Breve ragguaglio della Biblioteca Marucelliana di Firenze.djvu Breve ragguaglio della Biblioteca Marucelliana di Firenze Intestazione 6 luglio 2018 100% Da definire


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BREVE RAGGUAGLIO

DELLA

BIBLIOTECA MARUCELLIANA

DI

FIRENZE


FIRENZE

tipografia del vocabolario

diretta da G. Polverini


1872

[p. 5 modifica] La Biblioteca Marucelliana di Firenze non può gloriarsi di antica origine o di gran nobiltà; non di possedere troppi cimelj, o grandi serie di rarità bibliografiche; non di molti codici antichissimi, ricchi di miniature: ma può, senza vanto di presunzione, tenersi di essere una Biblioteca utile agli studiosi, così per la quantità e per la qualità dei libri, come per la disposizione delle sue sale, acconcissime ad ogni comodità dei frequentatori. Da essa alle più famose Biblioteche parmi di poter dire che ci è quel divario che da un ricco, nobilissimo e fastoso signore, a un uomo nuovo ricchissimo, il quale più sia studioso dei veri agi della vita che del lusso e della vistosità: nel palazzo di quello, gioje e preziosità da ogni parte, suppellettili magnifiche, e tutto quanto può desiderarsi per fare gran vita; nella casa dell’altro, tutto ciò solo che richiede la decenza; ma fornita a dovizia di ciò che abbisogna per bene e agiatamente vivere; senza sfarzo per altro, e senza troppa apparenza. [p. 6 modifica]La storia di essa è breve. Firenze era già famosa per la sua Biblioteca Mediceo-Laurenziana: di corto era stata arricchita di altra preziosa e abbondantissima Biblioteca da Antonio Magliabechi; quando Francesco Marucelli, patrizio fiorentino, letterato nobilissimo, e possessore di una scelta e ricca Biblioteca fece pensiero di lasciarla al pubblico, e specialmente in servizio degli studiosi poveri, destinando a quest’ effetto una gran parte del suo patrimonio, e volendo che la fabbrica fosse fatta apposta accanto al suo palazzo di Via Larga (ora via Cavour) comprando a tal fine certe casette di poca apparenza. Cominciò egli stesso tal fabbrica col disegno dell’ architetto Dori; e morto lui, la sua ultima volontà fu portata ad effetto da monsignor Alessandro Marucelli, il quale alla Biblioteca di Francesco suo zio aggiunse la sua propria; e terminata che fu la fabbrica, si aprì al pubblico col titolo di Biblioteca Marucelliana il dì 15 di settembre del 1752. Essa Biblioteca era allora composta del magnifico salone di lettura, largo metri 12 e lungo metri 21, ed altre grandi stanze: si apriva tre volte la settimana, dalle nove antimeridiane alle ore una pomeridiane, affidandosene la direzione al Bibliotecario della Laurenziana, il quale aveva per questo capo un piccolo stipendio, e il quartiere da abitarvi nel piano di sopra alla Biblioteca. Questa per suo mantenimento aveva alcuni luoghi di Monte a Roma, e la piccola entrata di due casine, una di qua e una di là dalla fabbrica; a quel che mancava suppliva il governo Granducale. Così andarono le cose fino al 1859; ma allora, cominciatosi a dimostrare di quanta utilità sarebbe per il [p. 7 modifica] pubblico una Biblioteca scelta e ricca come la Marucelliana, il Governo conobbe giusto il desiderio del pubblico, e volle che essa fosse aperta tutti i giorni dalle 9 antimeridiane alle 3 pomeridiane, accrescendo perciò gli impiegati ed anche gli stipendj loro, e destinandovi un Bibliotecario apposta. Quando poi Firenze diventò Capitale d’Italia, tra perchè gli studiosi erano cominciati a crescere, e perchè tant’altra gente era venuta di nuovo, si accrebbe da capo l'orario, parificandolo a quello della Nazionale, e si tolsero via tutte le vacanze, aumentando perciò di qualche piccola cosa gli stipendj; e finalmente, chiedendosi da tutti che in Firenze si tenessero le letture serali in una pubblica Biblioteca, fu a ciò deputata la Marucelliana, nella quale tuttora si fanno nei sei mesi, dal novembre a tutto aprile, dalle 6 alle ore 9 di sera con gran concorso, con esemplare silenzio, e con utilità grande del pubblico. Per queste letture gli impiegati hanno una gratificazione di 300 lire ciascuno, fuorchè il Bibliotecario: il Governo stanzia una somma per le altre spese; e il Municipio dà pur esso un sussidio di Lire 800 per compra di libri e altre spese.

Presentemente le stanze della Biblioteca son sette: la gran sala di lettura è, come già ho detto, acconcissima al bisogno, come quella che fu edificata a bella posta. Le opere che ella possiede sono 90,546, in tutto 129,855 volumi regolarmente registrati per ordine alfabetico in catalogo MS. Il Catalogo, assai imperfetto fino al 1859, è ora quasi tutto rifatto di nuovo, che saranno 30 grandi volumi in foglio: sulle schede poi si sta [p. 8 modifica] preparando il catalogo per materie. Cataloghi stampati non ne ha.

Gli ufficiali addetti al servizio della Marucelliana sono i seguenti:

Un Bibliotecario con lo stipendio di Lire 3000, e l’uso del quartiere.
Un Vice Bibliotecario con » 1600
Un Coadiutore con » 1300
Un 1.° Distributore » 1200
Un 2.° Distributore » 900

e questi Ufficj si danno dal R. Ministero della Istruzione pubblica con le regole poste da un R. Decreto del 25 novembre 1869.

Rarità bibliografiche ne possiede ben poche, nè per esse ci è catalogo separato. Son pregevoli per altro le collezioni delle edizioni dei Giunti e del Torrentino: e son di preziosa rarità i seguenti libri:

l.° Comento di Cristoforo Landino fiorentino sopra la Comedia di Dante, impresso in Firenze per Nicholò di Lorenzo della Magna a dì XXX d’agosto MCCCCLXXXI in f.° gr. di 372 carte non numerate.

Questo esemplare contiene N.° 19 figure per i primi 19 canti dell’ inferno; le prime due sono incise nella carta del volume, e le altre 17 attaccate con colla agli spazj bianchi de' respettivi loro canti. Vi è aggiunto in principio la Oratione di messer Christoforo Landino fiorentino havuta alla Illustrissima S. Fiorentina quando presentò il Comento suo di Dante. S. L. ed A. in 8.°, carte [p. 9 modifica] sei non numerate, ed accresciute di margine per renderle eguali a tutto il libro.

2.º Hore Dive Virginis Marie secundum usum Romanorum. Parisiis noviter impressum opera Egidii Ardouyn S. A. in 8.º Esemplare in carta pecora con margini storiati, diciassette figure grandi, e più la vignetta al frontispizio rappresentante Dejanira rapita dal Centauro Nesso, e soccorsa da Ercole.

3.º Hore dive Virginis Marie secundum usum Romanorum. Parisiis Thielman Kerver 1515 in 8.º Esemplare in carta pecora, lettere tonde stampate in nero e rosso e margini storiati incisi in legno.

4.º Berlinghieri Francesco. Sette giornate della Geografia. Impresso in Firenze per Niccolò Todesco (circa il 1480) in f.º a due colonne, di carte 121 e 31 incisioni in acciajo.

5.º Chronicorum Liber per Hartman Schedelc. — Hunc librum Antonius Koberger Nurimbergae impressit anno 1493 in f.º mass., ornato di più di 2000 incisioni in legno. Il libro comincia con questo titolo: Registrum huius operis libri chronicorum cum figuris et ymaginibus ab inicio mundi.

La medesima opera in tedesco tradotta da Giorgio Alt, Nurimberg 1493, f.º mass. con le medesime incisioni dell’edizione latina, collocate diversamente.

6.º Delphinus Petrus Venetus, Prior Sacri Eremi, et Generalis totius Ordinis Camaldulensis, Epistolarum Volumen. Impressum Venetiis arte et studio Bernardini Benalii impressoris anno 1524, in f.º Bello esemplare di prima legatura in pelle rossa con carte tagliate e dorate nei margini al di fuori. [p. 10 modifica] 7.° Quaestio florulenta ac perutilis de duobus elementis aquae et terrae tractans, nuper reperta, quae olim Mantuae auspicata, Veronae vero disputata et decisa ac manu propria scripta a Dante fiorentino poeta clarissimo. Impressum fuit Venetiis per Manfredum de Monteferrato etc., anno Domini 1508, in forma di 4.°, di pagine stampate 23 non numerate. Edizione rarissima. Questo esemplare della Marucelliana, ricordato dal Pelli nelle Memorie per la vita di Dante, è dichiarato smarrito da Alessandro Torri a pag. 19 della prefazione alle Epistole di Dante Alighieri, Livorno 1842, in 8.°

8.° Marchi (Francesco de) Dell'Architettura militare, libri tre, nelli quali si descrivono li veri modi del fortificare che si usa a’ tempi moderni. In Brescia appresso Comino Presegni 1599, in f.° fig. Le tavole sono stampate insieme col testo. Questo esemplare era posseduto da Giovanni Filippo Vescovo di Bamberga, del quale avvi in principio la firma autografa e l'arme.

9.° Messale Monasticum secundum consuetudinem Ordinis Vallisumbrose. Impressum Venetiis per nobilem et egregium virum dominum Lucam Antonium de Junta 1503, in f.° Esemplare in carta pecora con lettere stampate in rosso e nero, e con varie e belle miniature.

Dei manoscritti ne ha 3000, pochi dei quali sono antichi: tra gli antichi per altro sono da notarsi il Lezionario del secolo XI, il Villani ed il Catilinario. Tuttavia sono assai da pregiarsi per la parte storica; e preziosi tra essi sono gli studj dei due fratelli Salvini, di Gio. Batta. Doni e di Anton Francesco Gori, non che tutta la corrispondenza ordinata alfabeticamente e cronologicamente [p. 11 modifica] del medesimo Gori, e di Angelo Maria Bandini. Opera esimia in quel genere è il Mare Magnum del fondatore Francesco Marucelli, il più gran lavoro bibliografico che si conosca, in cento volumi in foglio, divisi per materie. Dei manoscritti c’è un catalogo separato.

Cosa mirabile poi è la collezione delle incisioni, e disegni originali de’ migliori maestri. Sono circa 80,000, delle più riputate scuole antiche e moderne, e son legate in 210 grossi volumi. Anche di queste ci è un catalogo separato.

I lettori sono un anno per l’altro circa 30,000: nel 1871, come apparisce dalla Statistica ministeriale, sono ascesi a 32,846; e circa al numero di lettori, la Marucelliana è la quinta per ordine fra le Biblioteche italiane. I libri che più si studiano sono opere artistiche, scienze matematiche, storia, letteratura e libri scolastici. Come per altro nella Biblioteca ci è già buona collezione di opere artistiche e di scienze, perchè è frequentata dai giovani dell’ Accademia di Belle Arti e dell’ Istituto Tecnico, così più che libri di altro genere si comprano opere artistiche e scientifiche.

La Marucelliana non ha privilegi di nessuna qualità: non riceve doni, se non pochi; per essa non c’è diritto nemmeno ad una copia dei libri che si pubblicano in Firenze: solo il Governo di quando in quando la favorisce, mandandole in dono quelle opere delle quali può disporre. Opere doppie in proprio ne aveva un piccol numero, che furono vendute per ordine del Governo nel 1859. Quando furono incorporate le Biblioteche degli Ordini religiosi, resultarono parecchi doppioni; ma [p. 12 modifica] di libri più che altro teologici ed ascetici, i quali per ordine parimente del Governo furono venduti per supplire alle gravi spese che portò seco l’andare a prender la consegna, e il trasportare intere librerie da luoghi spesso lontani da Firenze.

Vacanze, come ho già detto, la Marucelliana non ne ha, salvo che le feste di intero precetto: l’orario del semestre da maggio a novembre è dalle 9 antimeridiane, alle 5 pomeridiane: nel semestre seguente dalle 9 antimeridiane alle 3 pomeridiane, per riaprirsi alle letture serali dalle 6 alle 9.

Le opere si danno anche in lettura al domicilio a quelle persone che hanno le qualità volute dalle disposizioni Ministeriali, con certe norme prescritte parimente dal Ministero della Istruzione pubblica.

Non altro c’è da dire rispetto alla Biblioteca Marucelliana, la quale come da 10 anni in qua è stata, si può dire, vivificata dal Governo italiano, ed è perciò divenuta di grande utilità agli studiosi, così potrebbe diventare di utilità assai maggiore, se i benefizj governativi continuassero così efficaci da poter aver quel che le manca ad un perfetto servizio, il che è da sperarsi fondatamente per la cura che il R. Governo si è sempre data di tutto ciò che torna a profitto della istruzione, e ad onore dell’Italia.

Il Bibliotecario

Pietro Fanfani.