Li penzieri libberi
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
LI PENZIERI LIBBERI.1
Sonajji, pennolini, ggiucarelli,
E ppesi, e ccontrapesi e ggenitali,
Palle, cuggini, fratelli carnali,
Janne,2 minchioni, zebbedei, ggemmelli.
Fritto, ova, fave, fascioli, granelli,
Ggnocchi, mmànnole,3 bruggne,4 mi’-stivali,
Cordoni, zzeri, o ccollaterali,
Piggionanti,5 testicoli, e zzarelli.
Cusì in tutt’e cquattordici l’urioni,6
Pe’ pparlà in gèrico,7 inzinent’a glieri,8
Se so’ cchiamati a Roma li c........
Ma dd’oggi avanti, spesso e vvolentieri
Li sentirete a dì ppuro Cecconi,
Pe’ vvia de scerta mmerda de Penzieri.9
Pel 1829 (ma scritto a Morrovalle, il 21 sett. 1831).
Note
- ↑ Imitazione del sonetto milanese del Porta: Ricchezz del Vocabolari milanes.
- ↑ Ghiande.
- ↑ Mandorle.
- ↑ [Prugne: susine.]
- ↑ [Pigionali, castigliani.]
- ↑ Rioni.
- ↑ Gergo.
- ↑ Ieri.
- ↑ L’avvocato Luigi Cecconi ha pubblicato un libercolettaccio sotto il titolo di: Pensieri liberi. [Sono ventinove Pensieri in quaranta pagine, o pagini come dice l’autore, stampate a Roma nel 1829; e dalla prefazione pare che egli li scrivesse perchè qualcuno lo sospettava di liberale, o magari anche di libero pensatore. Dai primi sei, che trattano dell’Anima, di Dio, della Rivelazione, di Mosè, di Gesù Cristo e del Cattolicismo, e che evidentemente furono scritti per fare un’ampia professione di schietta ortodossia, si salta, nel settimo, a dimostrare che “i sentimenti comunemente detti liberali nascono nei ventri vuoti,„ e che la maggior parte de’ patriotti, “curati dalla fame, sarian subito curati dal liberalismo.„ Poi, nel Pensiero XVII, il signor Cecconi scioglie un inno di lode al Governo pontificio per le beatitudini che procurava a’ suoi sudditi, e conclude energicamente così: “Io qui nacqui, e se fossi nato altrove, qui sarei venuto.„ Benchè nel Pensiero XXIV confessi d’essere “un’avvocato di poche cause, e di scarzo ingegno.„]