A duro stral di ria ventura
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | A sfogar l'antica pena | Apertamente | ► |
LV
Loda la sua Donna.
A duro stral di ria ventura,
Misero me! son posto segno,
E l’empio duol, ch’io ne sostegno,
Misero me! non ha misura,
5Certo, che vinto a morte andrei,
Se con Amor men foste rei,
Occhi, conforto a’ dolor mlei.
Ma la beltà, che in voi s’imbruna,
Sì mi fiammeggia in chiari rai,
10Che sullo stato de’ miei guai
Ha più valor, che la fortuna;
Quinci non do querele a i venti,
E non mi cal de’ miei tormenti,
Vostra mercede, occhi lucenti.
15Nube di pianto e di dolore
Varco non ha d’entrarmi in seno,
Sì lo mi tien sempre sereno,
Occhi amorosi, il vostro ardore.
Corre talor tempesta d’ire;
20Ma che dia doglia io non vo’ dire;
Breve martír non è martire.
O se la cetra, ond’io vi canto
Con sette lingue ad udir nuove,
Nobile Clio, giammai commove,
25Sicchè rischiari il vostro vanto:
Ma che dico io? così splendete,
Stelle d’Amor serene e liete,
Che ad ogni Clio chiarezza siete.