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Adiecta (1905)/I/VI

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Sermone di Natale

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SERMONE DI NATALE


     O Messia profetato a i sofferenti,
pietoso un dì consolator de ’l mondo,
inutilmente ormai torni a le genti,
          4bambino biondo!

     Non è più il tempo in cui l’amor potea
illuminar le menti e incender l’alme,
in cui per te Gerusalemme avea
          8osanna e palme.

     O dilettose a ’l cor notti stellate
de’ colli galilei su i dolci clivi,
tra il canto de le donne innamorate,
          12sotto gli ulivi;

     o susurranti a ’l sol gaie fontane,
di solinghi riposi allettatrici,
cui salìa la canzon de le lontane
          16spigolatrici;

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     o vigne d’Israel che i dolci frutti
maturaste a l’umìl schiera seguace,
voi non l’udrete più chieder per tutti
          20giustizia e pace!

     E tu, benigno, che a cercar scendevi
l’agnel che si smarrì ne la campagna
e l’Evangelo de l’amor dicevi
          24su la montagna,

     guarda! Un’idolatria cauta e discreta
a gli apostoli tuoi cresce l’entrate,
Pietro che ti negò, batte moneta;
          28Tommaso è frate.

     Il sangue che grondò da la tua croce
oggi feconda l’odio e non l’amore.
Presso a ’l complice aitar veglia feroce
          32l’inquisitore.

     L’astuta ipocrisia de l’egoismo
che la ragione a l’util suo sommette,
distilla le bugie de ’l catechismo
          36ne le scolette

     e ne la Chiesa che chiamar non sdegna
santo l’inganno e la menzogna pia,
angelico Dottor, Barabba insegna
          40teologia.

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     Perchè tornar se a la novella pena
oggi trarresti inutilmente il fianco?
Più carezze non ha la Maddalena
          44pe ’l rabbi stanco.

     Non si ricorda più d’averti amato,
ma, isterica romea, co ’l bacio scende
a ’l laido piè che, de ’l tuo nome ornato,
          48Caifa le stende

     e colei che chiamar madre ti piacque
e ne ’l sepolcro il corpo tuo compose,
or vezzeggia i clienti e vende l’acque
          52miracolose.

     Fuggi, fuggi da noi bambino biondo:
torna piangendo da ’l presépe a ’l cielo.
Il Sillabo di Pio cacciò da ’l mondo
          56il tuo Vangelo.

     Da l’avarizia vinta e da ’l peccato
la tua fede morì povera e nuda.
Oggi ne ’l nome tuo regna Pilato,
          60governa Giuda.