Antigone (Sofocle - Romagnoli)/Primo stasimo
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PRIMO CANTO INTORNO ALL’ARA
coro
Strofe I
Molti si dànno prodigi, e niuno
meraviglioso piú dell’uomo.
Sino di là dal canuto mare,
col tempestoso Noto, procede
385l’uomo, valica l’estuare
dei flutti, e il mugghio; e la piú antica1
degli Dei, l’immortale Terra,
l’infaticata, col giro spossa,
anno per anno, degli aratri,
390col travaglio d’equina prole.
Antistrofe I
E degli augelli le stirpi liete
cinge di reti, ne fa preda,
e le tribú di selvagge fiere,
e le marine stirpi del ponto
395con le spire d’inteste reti,
l’uomo scaltrissimo: è signore.
con l’astuzia, di quante fiere
movon selvagge pei monti, e il giogo
pone al crinito cavallo, e al toro
400infaticato, sovressi i monti.
Strofe II
L’infaticato pensiero, e i suoni
vocali rinvenne, e le norme
del viver civile, e a fuggire
gli etèrei dardi
405d’inospiti ghiacci,
di piogge nemiche.
Gran copia d’astuzie possiede;
né verso il futuro, se mezzi
di scampo non vede, s’inoltra.
410Solo trovar dall’Ade
scampo non può; ma contro immedicabili
morbi, rinvenne salutari strade.
Antistrofe II
Oltre ogni umana credenza, il genio
dell’arti inventore possiede;
415ed ora si volge a tristizia,
ed ora a virtú.
Se onora le leggi
dei padri, e degl’Inferi
il giuro, la patria egli esalta.
420Ma patria non ha chi per colmo
d’audacia s’appiglia a tristizia.
Vicino all’ara mia
mai non s’annidi l’uom che cosí adopera,
e mai concorde al mio pensier non sia.