Autore:Giovanni Battista Cotta
Giovanni Battista Cotta (Tenda, 20 febbraio 1668greg.1 – San Dalmazzo di Tenda, 31 maggio 1738greg.12), noto anche come Giambattista Cotta, noto anche con lo pseudonimo di Estrio Cauntino, presbitero e scrittore italiano.
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Opere[modifica]
A Quel divo d'Amor raggio possente
Alma, benchè poggiando ascendi all'erto
Apri lo sguardo, Alma infelice, e mira
Aura dolce e soave, e dolce ardore
De' famosi Avi tuoi gli eccelsi vanti
Dov'è, signor, la tua pietade antica
Due fier tiranni hai miser' Alma al fianco
Funesto un dì d'Eternità pensiero
Io miro e veggio ampia ammirabil scena
Io vidi un dì, che in luminosa vesta
Le vie seguendo del perduto Averno
Nave degli empi, che soverchi l'onda
Nell'arenosa region Numida
Nume non v'è, dicea fra se lo Stolto
O Tu, che gli anni preziosi e l'ore
Ohimè, che uscio lo spaventoso arresto
Pastor, ch'involi al sanguinoso artiglio
Qual sia di noi gente più chiara al Mondo
Quel, che maligno a sì funesta sera
Se l'Empio ode per selva in cui s'aggira
Sovra splendido trono d'adamante
Vezzosa erbetta e più del sonno molle
Note
Categorie:
- Nati a Tenda (Francia)
- Morti a San Dalmazzo di Tenda
- Nati nel 1668
- Morti nel 1738
- Nati il 20 febbraio
- Morti il 31 maggio
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- Autori citati in opere pubblicate
- Autori conosciuti con uno pseudonimo
- Autori presenti sul Dizionario Biografico degli Italiani