Bollettino delle leggi e disposizioni della Repubblica Romana/Bollettino N. 49

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Bollettino N. 49

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REPUBBLICA ROMANA


BOLLETTINO DELLE LEGGI


N. 49.

EDIZIONE OFFICIALE


470 Regolamento organico pel servizio de’ veterinari - pag. 163.

471 Proclama del generale in capo col quale si loda il Popolo accorso numeroso alla difesa delle mura durante l'assenza delle truppe - pag. 168.

472 Decreto del Triumvirato per cui le requisioioni non saranno fatte che in virtù di un mandato segnato dal Triumvirato - ivi.

473 Bollettino officiale dei fatti d'arme del 12 giugno - pag. 170.

474 Il Triumvirato fa noto l'indirizzo del generale Oudinot all'Assemblea costituente, al Triumvirato, al generale in Capo ed alla Guardia Nazionale, e le loro risposte - pag. 171.



Roma 1849.- Tipografia Nazionale.


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REGOLAMENTO ORGANICO

PEL SERVIZIO DE' VETERINARI

Il servizio di veterinaria presso l’armata sarà eseguito da un veterinario capo, da un veterinario aggiunto, e dai veterinarj dei Corpi tutti che hanno cavalli.

Saranno questi di due classi cioè veterinarj di prima classe, e veterinarj di seconda classe. Vi saranno inoltre i marescalchi ferratori.

Il veterinario Capo sarà assimilato ad un Capitano di cavalleria.

Il veterinario aggiunto a Tenente.

I veterinarj di prima classe a Sotto-tenente.

Il veterinario di seconda classe ad ajutante sotto uffiziale.

I marescalchi ferratori a Brigadieri.

Ognuno di questi avrà il soldo e gli accessorj a seconda del grado cui è assimilato, i marescalchi poi avranno per indennizzo delle ferrature baj. 4 mensili per ogni cavallo in forza e presenza allo squadrone. Avranno i veterinarj l’uniforme della cavalleria colla differenza che il colletto, ed i paramani saranno di velluto turchino.

I distintivi dei gradi saranno un ricamo di oro pel veterinario Capo, ed aggiunto, di argento per gli altri.

Il ricamo sarà al collo, e paramani dell’altezza di 15 millimetri pel veterinario Capo, dell’altezza di 10 millimetri per l’aggiunto.

Il veterinario di prima classe avrà due asole ricamate al collo e paramani.

[p. 164 modifica]Quelli di seconda classe un’asola al collo e paramani.

I marescalchi ferratori non avranno altro distintivo dai soldati del Corpo cui appartengono che il ferro di cavallo sul braccio sinistro.

Tutti i veterinarj saranno scelti per concorso, che si terrà davanti al Consiglio superiore di sanità coll’intervento del veterinario Capo, cui saranno sottoposti i requisiti dei concorrenti per averne il giudizio. Per concorso pure passeranno i veterinarj di seconda classe alla prima classe.

Al concorso di veterinario in prima classe potranno presentarsi tanto i veterinarj di seconda classe, che quelli i quali avendo fatto un corso regolare di studj in una scuola veterinaria fornita di molte cattedre e siansi in essa distinti nelle rispettive università dello Stato.

L’aggiunto e veterinario Capo saranno scelti dietro proposta del Consiglio di sanità per solo concorso di requisiti.

Tutti i veterinarj della truppa devono essere matricolati in alta veterinaria. I marescalchi ferratori lo devono essere in bassa veterinaria.

Ogni Reggimento di cavalleria avrà un veterinario di 1" classe, e un numero di veterinarj di 2a classe, e ogni squadrone avrà un marescalco ferratore.

Il Reggimento d’artiglieria avrà un veterinario di 1° classe, e un numero di veterinarj di 2* classe porporzionato alle batterie di campagna, di cui sarà composto.

Gli altri Corpi che hanno cavalli avranno veterinario di prima classe, e veterinario di [p. 165 modifica]seconda classe secondo il numero de cavalli che avranno.

Il veterinario capo dirige e sorveglia l’esecuzione di tutto il servigio veterinario dell’armata, appartiene al Consiglio di rimonta, ed è consultato dal Consiglio superiore di sanità ogni volta che questo crede di doverlo fare, ed è chiamato a sedere in Consiglio per esame dei veterinarj, e nelle altre circostanze in cui trattandosi di cose veterinarie crederà il Consiglio di chiamarlo.

Riceve i Rapporti che periodicamente gli fanno i veterinarj di tutti i Corpi e li trasmette colle proprie osservazioni al Consiglio superiore di sanità che li trasmette al Ministero.

Propone al Ministero mediante il Consiglio superiore di sanità tutte le misure igieniche, e tutte le misure profilatiche, tutti i miglioramenti nel servizio veterinario che crederà convenienti. Cura l’esecuzione di quanto viene da questo ordinato.

In giorni determinati istruisce teoricamente e praticamente gli ufficiali e cadetti di cavalleria, ed altri Corpi che hanno cavalli, e trovansi in Roma, che il Ministero determina dovere frequentare questa scuola.

Dirige l’infermeria dei cavalli appartenenti al militare, cura i cavalli in essa accolti, e coll’ajuto dell’aggiunto e degli altri veterinarj eseguisce le operazioni, o le fa eseguire in sua presenza. Tiene nota esatta di tutti gli oggetti appartenenti al militare e inservienti alla veterinaria, degli strumenti consegnati ai veterinarj, assicurandosi che sieno convenientemente tenuti, e [p. 166 modifica]conservati, e propone le rinnuovazioni, e miglioramenti di cui abbisogna.

Il veterinario aggiunto sarà uno dei veterinarj di prima classe inservizio presso uno dei Corpi di truppa. Coadjuva il veterinario capo, e ne fa le veci, quando il veterinario capo ne è impedito, o legittimamente per alcun tempo esonerato.

Al veterinario di prima classe è affidata la salute dei cavalli del Reggimento o Corpo di Truppa. Essi sono subordinati ai Comandanti dei Corpi, presso i quali servono, e danno rapporto periodicamente, e nel modo da essi Comandanti determinato di quanto avviene relativamente alla salute dei cavalli, alla salubrità delle infermerie, e scuderie, alle qualità degli alimenti, e a quant’altro occorre pel buon andamento del servizio veterinario.

Di tutto ciò danno pure periodico e regolare rapporto al veterinario capo, col quale corrispondono direttamente per tutto ciò, che riguarda il servizio sanitario, e a cui sono direttamente subordinati.

Si fanno ajutare dai veterinarj di seconda classe, dei quali sorvegliano il servizio, e che sono sotto la loro dipendenza.

I veterinarj di seconda classe, quando sono distaccati con una frazione dei Corpi, cui appar tengono, fanno tutto ciò che è prescritto pei veterinarj di prima classe rendendone conto al Comandante di quella frazione, ed al veterinario di prima classe del Corpo, e facendosi coadjuvare dai marescalchi, dei quali sorvegliano il servizio.

Ove esista un numero considerevole di cavalli [p. 167 modifica]si sceglierà una scuderia ad uso d’infermeria, ove saranno collocati i cavalli affetti da malattie non contagiose, e queste saranno munite di tutti gli oggetti necessarj alla cura delle malattie.

In luogo separato poi si formerà altra infermeria pure corredata di tutte le cose ad essa appartenenti per segregarvi, e curarvi i cavalli affetti da malattie contagiose.

Dovendosi costruire una nuova scuderia, od assegnarne una già esistente ad un Corpo di truppa dovrà essere in precedenza esaminata dal veterinario del Corpo, che ne riferirà al Comandante, od al veterinario Capo, affinchè non sieno omesse quelle regole e cautele che possano guarantirne la salubrità.

Un regolamento proposto dal veterinario Capo, ed approvato dal Consiglio Superiore di Sanitâ coll’autorizzazione del Ministero sarà sempre affisso in ciascuna infermeria.

Altro regolamento redatto ed approvato nel modo suddetto determinerà le visite, ispezioni, rapporti, dei veterinarj nelle diverse loro situazioni.

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REPUBBLICA ROMANA


IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Cittadini:

La breve assenza delle truppe dalla città mi ha dato campo a conoscere come il Popolo Romano sia sempre pronto alla difesa dei suoi sacri dritti. I cittadini sono corsi numerosi alle mura, la Guardia Nazionale pronta alle armi, e la città era guardata con egual vigilanza.

La truppa è rientrata poichè sapemmo il nemico prevenuto della mossa; voi, Cittadini, tornate alle domestiche cure, ed accettate, in nome della Patria, i miei sentimenti di viva soddisfazione.

VIVA LA REPUBLLICA

Roma 11 Giugno 1849.

Il Generale in CapoRoselli

(472)

REPUBBLICA ROMANA


IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Considerando che l’accentramento di molte milizie, l’accrescimento dei bisogni, il tempo che svia e corrompe le disposizioni migliori, hanno [p. 169 modifica]moltiplicato le riquisizioni d’ogni sorta pei bisogni della Repubblica, e dalla benemerita Commissione per le Requisizioni ne hanno trasportato l’autorità a troppi elementi e poteri diversi;

Considerando che il dovere comune di sagrificio non deve tramutarsi in soggetto di perenne incertezza e d’inquietudine pei cittadini, e che ad evitarlo è indispensabile una limitazione che regolarizzi l’uso del potere requisitorio;

Il Triumvirato

Decreta:

Dal momento della pubblicazione del presente, tutte le requisizioni che non saranno fatte in virtù di un mandato segnato dal Triumvirato, saranno ritenute illegali e severamente punite a norma delle leggi, sancite contro le violazioni delle proprietà private.

Roma li 12 Giugno 1849.

I Triumviri

(473)

REPUBBLICA ROMANA


COMANDO DELLA PRIMA DIVISIONE

BOLLETTINO OFFICIALE

Il secondo Battaglione del Reggimento Unione è un corpo di valorosissimi soldati. Essi [p. 170 modifica]hanno combattuto oggi sotto i miei occhi corpo a corpo coi soldati Gallo-Russi, e guidati dai loro bravi officiali hanno fatto prodigi di valore per distruggere le opere di assedio del nemico.

Il Maggiore Panizzi che lo comandava è caduto, per nostra sventura, morto sul campo di battaglia, ma da valoroso qual’era; uno anch’esso fra i tanti martiri della santissima causa italiana.

Incontrarono la stessa sorte gloriosa i due officiali Cremonini e Giordani, qualche altro fu ferito: ma le perdite del nemico furono maggiori senza paragone; il furore dei nostri era al colmo e quando per uccidere mancò la munizione per un istante, quei bravi si rivolsero ai sassi, e strapparono le bajonette dalle mani del nemico.

In questo combattimento accanito il Generale Bartolommeo Galletti diede prove di fermezza e di valore, accorrendo là dove il pericolo lo chiamava. Fu ferito il suo Ajutante di campo, il Capitano Warne.

Il nemico ci troverà pronti a combatterlo coraggiosamente in ogni fazione, finchè una completa vittoria non verrà a liberare questa città da un assedio iniquo e sleale, e da una guerra fatta dal francese per una cagione ch’egli stesso si vergogna di confessare.

Roma 12 Giugno 1849.

Jeri le truppe situate fuori di Porta del Popolo combatterono il nemico per l’acquisto di alcune casine. Si distinse particolarmente il [p. 171 modifica]Battaglione dei Studenti, il quale ebbe un morto e varii feriti.

Oggi le truppe del Cittadino Arcioni hanno scacciato il nemico da alcuni casini sui Monti Parioli, di modo che ora il terreno da quella parte è lutto nostro. Questi bravi, senza ricevere alcun danno osservabile, uccisero e ferirono di versi soldati al nemico.

Roma 12 Giugno 1849.

Il Generale in Capo Roselli

(474)

REPUBBLICA ROMANA


IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Romani:

Il Generale Oudinot mandava iersera per un suo parlamentario l’unito indirizzo all’Assemblea Costituente Romana, al Triumvirato, al Generale in Capo, e al Generale della Guardia Nazionale.

CORPS EXPÉDITIONNAIRE DE LA MEDITERRANÉE

LE GENERAL EN CHEF

Quartiere generale di Villa Panfili li 12 Giugno 1849.
5 ore pomeridiane.

Signor Generale:

Gli eventi della guerra hanno, come lei sa, condotta l’Armata francese alle porte di Roma.

Nel caso che l’ingresso della Città continuasse ad esserci chiuso, mi vedrei costretto [p. 172 modifica]d’impiegare immediatamente tutti i mezzi di azione che la Francia ha posti nelle mie mani.

Prima di ricorrere a cotal terribile necessità, tengo a dovere di fare un ultimo appello ad un Popolo che non puole avere verso la Francia i sentimenti di un Popolo nemico.

L’Armata Romana, vorrà, non v’è dubbio, al pari di me, risparmiare sanguinose rovine alla Capitale del mondo cristiano.

Con questa convinzione, la prego, Signor Generale, di dare all’incluso Proclama la più pronta pubblicità.

Se dodici ore dopo che gli sarà consegnato questo dispaccio, una risposta corrispondente alle intenzioni ed all’onore della Francia non mi è pervenuta, mi vedrò costretto di dare alla Piazza l’attacco di forza.

Gradisca, Signor Generale, la sicurezza de’miei distintissimi sentimenti.

Il Generale Comandante in Capo l'Armata Francese
del Mediterraneo, Rappresentante del Popolo.

OUDINOT DI REGGIO


Per copia conforme
L’Ajutante di Campo del Generale in Capo
Capitano Filippi.

Al Sig. Gen. Comandante in Capo l’Armata Romana
ROMA

Quartier generale di Villa Panfili, li 12 Giugno 1849.
5 ore pomeridiane

Abitanti di Roma!

Non venivamo per recarvi la Guerra. Siamo venuti ad appoggiare fra voi l’ordine, colla libertà. Le intenzioni del nostro Governo sono state mal conosciute.

[p. 173 modifica]I lavori dell’Assedio ci hanno condotti sotto alle vostre mura.

Fin’adesso, non abbiamo voluto rispondere che di lungi in lungi, al fuoco delle vostre batterie. Ci avviciniamo all’ultimo istante ove le necessità della Guerra scoppiano in terribili calamità.

Risparmiatele ad una Città ripiena di tante gloriose memorie.

Se persistete a respingerci, a Voi soli incomberà la responsabilità d’irreparabili disastri.

Il Generale in Capo, Rappresentante del Popolo

Per copia conforme
L’Ajutante di Campo del Generale in Capo
Capitano Filippi

Al Sig. Gen. Comandante in Capo l’Armata Romana
ROMA

A tali intimazioni, ecco come risposero i corpi costituiti ai quali furono indirizzate.

Risposta dell'Assemblea Costituente Romana

Generale:

L’Assemblea Costituente Romana vi fa sapere, in risposta al vostro dispaccio di jeri, che avendo conchiuso una convenzione dal 31 Maggio 1849 in poi col signor de Lesseps, ministro plenipotenziario della Repubblica francese, convenzione che egli confermò anche dopo la vostra dichiarazione, essa deve considerarla come obbligatoria per le due parti, c posta sotto la salvaguardia del diritto delle genti fino a che sia [p. 174 modifica]ratificata o respinta dal governo francese. Egli è perciò che l’Assemblea deve riguardare come una violazione di questa convenzione ogni ostilità ripresa dal detto giorno in poi dall’armata francese, ed ogni altra ostilità che si vorrà riprendere prima che le si comunichi la risoluzione del vostro governo su questo proposito, e prima che sia spirato il termine pattuito nell’armistizio.

Voi domandavate, Generale, una risposta analoga alle intenzioni ed all’onore della Francia.

Ma nulla vi ha di più conforme alle intenzioni ed all’onor della Francia quanto la cessazione di una violazione flagrante del diritto delle genti.

Quali siano per essere gli effetti di una tale violazione, il Popolo Romano non può esserne responsabile. Egli è forte del proprio diritto; è deciso a mantenere le convenzioni che l’attaccano alla vostra nazione; si trova soltanto costretto dalla necessità della propria difesa a respingere ogni ingiusta aggressione.

Gradite, Generale, i sentimenti della mia alta stima e considerazione.

Roma dalla sala dell’Assemblea Costituente 13 Giugno 1849 a due ore del mattino.

Il Presidente - GALLETTI

I Segretarj
A. FabbrettiG. PennacchiG. Cocchi

Il Generale Comandante della Guardia Nazionale Romana rispose:

Signor Generale:

Il trattato, del quale si attende ratifica, assicura questa tranquilla città da ogni disastro.

[p. 175 modifica]La Guardia Nazionale, destinata a mantenere l’ordine, ha il dovere di secondare le risoluzioni del Governo, ed a questo dovere adempie volentieri e zelante senza curare disagio o fatica.

La Guardia Nazionale ha mostrato non ha guari, nell’accompagno de’prigionieri, le sue simpatie per la Francia, ma ha pure mostrato in ogni incontro che sopra tutto le è a cuore la propria dignità, l’onore di Roma.

Ogni infortunio alla capitale del mondo cattolico, alla città monumentale non potrebbe mai attribuirsi ai pacifici cittadini costretti a difendersi, ma solamente a chi ne avesse provocata l’aggressione.

Gradite, signor Generale, la mia distinta considerazione.

Roma 13 Giugno 1849 ore 3 antimeridiane.

Sturbinetti Generale della Nazionale

Rappresentante del Popolo.

Sig. Oudinot di Reggio Comandante in Capo
l’armata di spedizione nel Mediterraneo.

Il Generale in capo dell’armata della Repub blica Romana:

Cittadino Generale:

Una fatalità induce ora a combatter fra loro le armate di due nazioui Repubblicane, che destini migliori le avrebbero invece unite a combattere i loro nemici comuni; giacchè i nemici dell’una non possono non esser nemici ancora dell’altra.

Noi non c’illudiamo; e perciò ci opporremo con tutti mezzi possibili a chiunque abbatte le nostre istituzioni. D’altronde non sono che i [p. 176 modifica]bravi quelli che sono degni di stare a petto dei soldati francesi.

Riflettendo poi che v’è uno stato di vita pegl’uomini peggiore che morte; se la guerra che ci fate arrivasse a porci in questo stato, meglio sarà chiuder per sempre gli occhi alla luce, che vedere le interminabili oppressioni e miserie della nostra patria.

Vi desidero salute, ed auguro fratellanza.

Roma li 13 Giugno 1849.

Al Cittadino Generale in Capo
dell'Armata Francese

Il Triumvirato rispose:
Generale:

Abbiamo l’onore di trasmettervi la risposta dell’Assemblea alla vostra comunicazione del 12.

Noi non tradiamo mai le nostre promesse. Abbiamo promesso difendere, in esecuzione degli ordini dell’Assemblea e del Popolo Romano, la bandiera della Capitale del mondo cristiano. E manterremo la nostra promessa.

Gradite, Generale, l’assicurazione della nostra distinta considerazione.

Roma 13 Giugno ore 3 del mattino.

Carlo Armellini
Giuseppe Mazzini
Aurelio Saffi

Queste sono le risposte degli eletti del Popolo. Il Popolo darà coi fatti la sua.

VIVA LA REPUBBLICA! VIVA L'ITALIA!

Roma 13 Giugno 1849.

I Triumviri