Busto Arsizio - Notizie storico statistiche/Parte II/V

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Cap. V

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Parte II - IV Conclusione
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V


Scuola de’ Poveri o Congregazione di carità — Ospitale — Cassa di Risparmio
Asilo infantile — Istituto Garibaldi.

Scuola de' Poveri — Questa Scuola è molto antica e trae origine da una pratica introduttasi nel secolo XIII di distribuire in limosina ai poveri le rendite di una cappella. Fin dal 1358 eranivi in Busto più consorzj tra cui la Scuola in allora chiamata vecchia, alla quale certa Ruggera Crespi legò due moggia di grano da distribuirsi in pane a'poveri ogni anno in perpetuo. Univansi questi consorzj una volta al mese e le elemosine proprie e raccolte mettevano a registro per erogarle in soccorso dei poveri e per ristaurare le chiese del borgo. Era sì accetta alla popolazione questa scuola, che molti convennero ad arricchirne il patrimonio con lasciti di notabili sustanze. Nell'anno 1542 cessarono tali consorzj e si venne poi a formare un sol luogo pio col nome di scuola dei poveri, i cui redditi ascendevano a circa 500 scudi d'oro. Il regime di questo pio luogo e l'amministrazione delle rendite fu sempre affidata a dieci individui, cioè otto secolari e due ecclesiastici, presieduti dal prevosto della collegiata. Li otto laici si eleggevano a voti dal consiglio generale della Communità Si mutavano ogni anno o dopo un biennio; quattro de'più anziani rimanevano per quattro anni, ma ciò non fu sempre scrupolosamente osservato, perchè la Communità si era riservato il diritto (che le venne più volte [p. 225 modifica]contestato) di rimovere li officiali a suo beneplacito. Temendo in appresso quella Communità che i beni del Luogo Pio venissero convertiti in beneficio ecclesiastico, presentò una supplica al pontefice Pio IV perchè consolidasse un tale istituto e proibisse qualunque innovazione contro l'antico di lei regime. In allora il pontefice, con bolla del 22 di settembre del 1566 (Doc. N.º X) ordinò che non si potesse mai erigere in commenda, e che restasse persino indipendente dal Diocesano, e confermò la Communità nel pacifico possesso: bona regendi, gubernandi ac, etc, singulis annis vet bienniis duos presbyteros et octo laicos eligendi. Tra le modificazioni seguite nel capitolo della Scuola dei Poveri vi è che nel 1784 l'Imperatore lo sciolse assegnando due amministratori per il buono andamento di essa, i quali in allora furono Francesco Bonomi e Piero Crespi Brusoli. Nel 1790 poi il deputato del personale della Communità di Busto chiese che l'amministrazione del mentovato Luogo Pio si ripristinasse come prima del 1784. Indi tra i deputati laici (come da un atto della Republica Italiana del 1802) si nominava un priore, un padre de'poveri ed un tesoriere. Il priore invigilava su tutta l'amministrazione e riceveva le istanze dei poveri per decidere in merito alla loro indigenza. I1 padre de'poveri raccoglieva lo stato degli infermi e degl'inabili al lavoro e visitava le famiglie nella propria abitazione, indi insieme collo stesso priore stabiliva le elemosine da distribuirsi. I1 tesoriere riceveva i mandati e pagava ogni sabbato ed anche ogni giorno, secondo il bisogno, le elemosine che si erano assegnate a ciascun petente. Tutti poi i suddetti deputati prestavano gratuitamente la loro opera per solo titolo di carità. [p. 226 modifica]La Congregazione di Carità in Busto Arsizio scriveva il 12 di luglio del 1808 al Ministero dell'Interno le seguenti parole:

„ Un'orrida grandine caduta nel giorno 3 dell'andante luglio ha desolate totalmente le campagne di questo intiero territorio.

„ Questa troppo sensibile disgrazia unita all'incaglio de'negozj ed alla quasi intiera cessazione de'travagli di queste fabriche per la mancanza ed esorbitante incarimento del cotone, presenta un quadro lugubre della situazione di questo Borgo per la prossima invernata, moltiplicandosi all'infinito li poveri inabilitati a provedersi anche del puro necessario per vivere; nè può questa Congregazione per obligo del proprio istituto non essere sensibile alle miserie di tanti suoi compatrioti.

„ Nel dovere pertanto di procurare li mezzi di prima necessità, ha di già determinata la provista di diecimila fascine, e di centocinquanta moggia di mistura per farne a suo tempo la distribuzione a'miserabili, ecc.

„ G. P. Bossi Deputato della Congregazione di Carità. „

“ Tosi cancelliere prov. „


Oggi la Congregazione si governa co'l seguente


REGOLAMENTO


        „ 1. La Congregazione di Carità si raduna nel locale d'amministrazione una volta al mese ed ogni qual volta lo richieda il bisogno dietro avviso in iscritto del suo presidente o di chi ne fa le veci.

„ 2. Per la validità delle sue deliberazioni è [p. 227 modifica]necessario l'intervento di quattro almeno dei membri che la compongono, oltre il presidente o chi ne fa le veci.

„ 3. Le deliberazioni saranno prese a maggioranza assoluta di voti dei presenti all'adunanza dietro relazioni scritte o verbali del presidente o di quello dei membri che avrà avuto incarico di riferire sui singoli affari. Risultando parità di voti, resterà deliberato secondo il voto espresso dal presidente.»

„ 4. Le deliberazioni risulteranno dal processo verbale dell'adunanza, firmato da tutti l'intervenuti e dal secretario della Congregazione o da chi sarà incaricato d'assistere alle adunanze per il secretario stesso.

„ 5. Il voto viene espresso dai membri presenti all'adunanza per ordine inverso di età, il più giovine vota pe'l primo, e successivamente quello che gli tien dietro per età, e così dall'uno all'altro in modo che l'ultimo sia il più vecchio.

„ 6. Nelle deliberazioni che hanno per oggetto nomine, promozioni, sospensioni o destituzioni d'impiegati e salariati, la votazione sarà segreta e per mezzo di ballottazione. Risultando parità di voti si ripeterà la votazione finché sia stata raggiunta la maggioranza di voti.

„ 7. Fuori dei casi di votazione secreta, ciascuno dei membri della Congregazione potrà far registrare nel processo verbale della seduta i motivi del proprio voto e le particolari considerazioni che reputerà convenienti.

„ 8. Sarà in facultà di ciascuno dei membri della Congregazione di far proposte anche fuori dell'ordine della trattazione degli affari in corso. Su tali proposte verrà deliberato come su li affari ordinarj quando la Congregazione le abbia prese in considerazione.

„ 9. L'assegno delle elemosine settimanali verrà fatto nelle sedute mensuali della Congregazione a maggioranza [p. 228 modifica]di voti sopra relazione dell'agente di Beneficenza incaricato di ricevere e protocollare le petizioni dei miserabili di quì, e di verificare lo stato economico e fisico d'ogni petente facendo una visita a domicilio e domandando a chi crederà meglio. È però in facultà del Presidente di assegnare qualche sussidio nei casi urgenti o straordinarj a chi ne abbia bisogno senza sentire la Congregazione. L'assegno invece delle doti si farà ogni anno nella seduta di genajo a povere nubende di qui e di Cerro, come è indicato dagli atti di fondazione della Congregazione stessa, e sempre a maggioranza di voti.

„ 10. Potranno venire istituite nel seno della Congregazione altre commissioni speciali per la sorveglianza dell'Ospedale o per la gestione di speciali rami di Beneficenza e commissioni temporanee per la trattazione dei singoli affari. Queste commissioni saranno nominate dal presidente della Congregazione alla quale dovranno fare rapporto delle loro deliberazioni nelle forme ordinarie.

„ 11. I membri della Congregazione di Carità, individualmente, non potranno dare ordini o disposizioni all'Officio o al personale addettovi per l'esecuzione delle deliberazioni della Congregazione, fuorchè dietro sua speciale delegazione o per delegazione del presidente o di chi ne fa le veci. Le commissioni speciali permanenti o temporanee per li affari affidati alla loro trattazione potranno prendere quei provedimenti che fossero richiesti dall'urgenza del caso, con l'obligo di riferire alla Congregazione nella successiva adunanza.

„ 12. Sarà in facultà di ciascuno dei membri della Congregazione di domandare individualmente l'ispezione in Officio di qualunque documento, atto o registro e quei ragguagli verbali o per iscritto che reputasse convenienti [p. 229 modifica]per la migliore istruzione degli affari, facendone richiesta al secretario.

„ 13. Nei casi d'absenza o d'impedimento del presidente le sue funzioni vengono assunte dal membro più anziano della Congregazione. L'anzianità è determinata dall'epoca dell'elezione, per le elezioni contemporanee dalla superiorità dei voti ottenuti, a parità di voti dall'anzianità dell'età.

„ 14. Il presidente della Congregazione o chi ne fa le veci assegna a ciascuno dei membri che la compongono l'esame e la trattazione dei singoli affari, convoca le adunanze, regola l'ordine della trattazione degli affari, dirige le discussioni, formola le deliberazioni e le mette ai voti nell'ordine indicato all'articolo 5.

„ 15. Il presidente ha la superiore direzione di tutti li affari che riguardano li Istituti amministrati dalla Congregazione di Carità e provede all'esecuzione delle sue deliberazioni; nei casi d'urgenza dalle disposizioni che reputa necessarie, riferendo alla Congregazione nella prima successiva adunanza.

„ 16. Il presidente o chi ne fa le veci rappresenta la Congregazione di Carità nei rapporti coi terzi, firma li atti e la corrispondenza che ne emanano ed i mandati di pagamento per le somme stanziate in bilancio, ordina l'emissione di mandati per pagamento delle spese deliberate dalla Congregazione di Carità, previa liquidazione dei conti o specifiche relative.

„ Tutti li atti ed i contratti che importano obligazioni delli Istituti amministrati dalla Congregazione di Carità dovranno essere firmati dal presidente o da chi ne fa le veci e da un altro dei membri della Congregazione e dal Secretario ed in sua mancanza da un altro membro della Congregazione.
[p. 230 modifica]     „ La Congregazione di Carità in casi speciali potrà delegare alcuno dei membri che la compongono ed anche una persona estranea per rappresentarla in qualche atto o contratto.

„ 17. Al Presidente o a chi ne fa le veci è specialmente affidala la sorveglianza del personale addetto all'Officio della Congregazione di Carità per l'esecuzione dei regolamenti di servizio interno e delle discipline prescritte, con facultà di prendere rispetto all'impiegati e salariati quei provedimenti che riputasse necessarj nei casi d'urgenza, riferendone alla Congregazione nella prima adunanza successiva. Il presidente o chi ne fa le veci potrà accordare congedi o permessi di absenza agl'impiegati o salariati pe'l tempo non maggiore di un mese.

„ 18. Nell'esercizio delle sue funzioni il presidente è coadjuvato dal Secretario che è posto sotto la sua immediata dipendenza.

Busto, 8 d’ottobre, 1864.

CARLO CESARE BOSSI, Presidente
Prete BARTOLOMEO PIAZZA, Prevosto
GIUSEPPE LUALDI
Curato GIUSEPPE CRESPI
Prete LEOPOLDO CRESPI-PORRO
CARLO INTROINI

Rag. Cesare Fumagalli, Secretario


Nelle tavole del nuovo censo ella possedeva nel territorio di Busto 2062 pertiche di terra, oltre sei case con orti di pertiche 11 e tavole 13, censite ne' publici catasti in scudi 8,756. 3. 6.

Questo Luogo Pio ora vanta un patrimonio valutato più di un mezzo millione di lire, dispensa a [p. 231 modifica]domicilio medicinali e soccorre, ogni settimana, in denaro agli ammalati indigenti ed inabili al lavoro. Nel 1804 spese per medicine avute dai farmacisti Radaelli, Pagani e Ferrari lire 1162.2 e in limosine settimanali L. 10,282.8. Queste crebbero non poco dopo le ultime largizioni fatte dai fratelli canonici Leopoldo e Giuseppe Candiani, dal dott. Chiavelli, medico di bella rinomanza, dal dott. Bombasotti, medico condutto del Commune, da Andrea Zappellini e da Anselmo Giani, le ossa de'quali riposano benedette dai terrieri nel campo-santo.

Ospitale. — La Congregazione di Carità, quale amministratrice del Luogo Pio denominato Scuola dei Poveri, propose nel 1825 alla Superiorità l'erezione di un ospedale, sì per raggiungere meglio lo scopo dei testatori, come per sodisfare al voto generale degli abitanti. A tale oggetto fece conoscere che il canonico Giuseppe Candiani fin dal marzo del 1849 aveva legato alla Scuola dei Poveri la somma di lire 24,000 co'l peso però del vitalizio all’interesse, del 5% per la fabrica dell'ospitale, oltre alla sua sustanza che risultò del nitido valore di 71,039. Il Candiani, che nel 1825 trovavasi in età quasi ottuagenaria, per il vivo desiderio di veder compiuto il progetto dichiarò che, se non si dava opera all'erezione dell'ospitale, avrebbe cambiato la sua disposizione. Lo stesso dicasi di Francesco Crespi e Carlo Pozzi che avendo, preveduto la fondazione di un ospitale, lasciarono libero di volgere a favore di esso le sustanze già altrimenti destinate. Il progetto consisteva nell'adattare il locale di S. Giuseppe di ragione del Luogo Pio ad uso d'ospitale, il che giusta la perizia fatta importava la spesa di circa 48,000 lire milanesi, avvertendo in pari tempo che la spesa annuale per l'allestimento di dieci letti, come prima istituzione, non eccederebbe lire mil. 3000. Trattandosi poi [p. 232 modifica]nel 1852 di attuare l'ospedale, e non volendosi per provedere li oggetti a ciò necessarj intaccare il fondo de' suoi redditi, si pensò di fare una questua, per la quale si raccolsero prontamente più di lire mil. 13,000. Di tal modo nel principio del 1853 si potè fra mezza al giubilo universale aprire il benefico istituto, fornito a divizia d'ogni occorrente per 16 malati: numero che specialmente per il pingue lascito di quasi 400,000 lire milanesi legate dal sig. Andrea Zappellini, morto il 24 d'aprile del 1853, andò in appresso aumentando1.

Pietro Gilardoni di Puria in Valsolda, e non già di di Borca come asserì F. De Boni2 si formò alla scuola dell'arch. Leopoldo Polak a Milano, e apparve degno del maestro disegnando, oltre li spedali di Varese e di Vimercate, il nostro di Busto Arsizio, e riducendo a moderna forma quello dei Fate-Bene Fratelli in Milano, a cui diede un'impronta religiosa. Fu pure benemerito dell'arte per aver decorato di nobile facciata con una grandiosa loggia sostenuta da colonne il regio palazzo di Governo in Milano, dove morì il 24 di maggio del 1839.

Cassa figliale di Risparmio. — Fu istituita il 21 di maggio del 1858. A dimostrare il movimento ne' libretti de' depositi e de'rimborsi presso di essa dalla data epoca a tutto il 31 di dicembre del 1863 valga il seguente Prospetto desunto dai bilanci a stampa. [p. 233 modifica]

Anno
di
esercizio
Libretti
in circolazione
alla fine d'anno
Credito
al 31 di dicembre
d'ogni anno
OSSERVAZIONI
1858 481 127,380. 91

Sotto il 31 di dicembre del 1862 il debito verso i depositanti della Cassa in Busto aveva già superato quello delle quattro figliali in Mantova, Sondrio, Chiari introdutte molti anni prima

1859 743 249,713. 68
1860 1202 475,048. 60
1861 1789 631,231. 12
1862 2233 876,271. 72
1863 2490 1,018,606. 02

E qui mi è caro il ricordare che la Commissione Centrale di Beneficenza amministratrice delle casse di Risparmio di Lombardia ha assegnato in opere di beneficenza, con l'assenso del Ministro e della Deputazione provinciale, su li utili netti dell'esercizio del 1861 ed in parte del 1862, alla nostra Congregazione di Carità lire 2000, ed all'Asilo Infantile del medesimo borgo altre lire 500.

Havvi inoltre una Cassa Nazionale figliale di recente istituzione che fa concorrenza colla Cassa di Risparmio.

Asilo Infantile3. — La signora Bettina Pigna-Turati recatasi nel 1858 ad Oleggio a visitare quell'asilo infantile, ne fu sì commossa che propose di aprirne uno simile in Busto Arsizio sua terra natale. Non iscoraggiata dai dubiosi e sterili augurj con che furono accolte da principio le insinuazioni di lei, seppe procurarsi il [p. 234 modifica]concorso di suo fratello il sig. Conte Francesco Turati il quale generosamente si esibì per 250 azioni, oltre l'offerta di ital. L. 1000 per le spese d'impianto.

Allora si credette alla possibilità della riuscita e s'incominciò nel 1859 da una Direzione promotrice a formulare un progetto di associazione. Si stabilirono tre classi di benefattori, cioè: 1.º Socj fondatori; questi dovevano contribuire per una volta tanto non meno di ital. L. 250 e obligarsi per tre anni almeno a 5 azioni di ital. L. 5. — 2.º Socj benefattori; l'obligo loro era di versare per tre anni un importo non minore di tre azioni. 3.º Semplici benefattori; senza vincolo alcuno potevano elargire quella qualsiasi somma che a loro dettava il cuore.

Così si ebbero 43 socj fondatori che sottoscrissero per 558 azioni, oltre l'offerta per una sola volta di ital. L. 13,850; e riuniti elessero una Direzione ed un'Amministrazione e compilarono il loro statuto organico. La Direzione si compose di 5 membri, di cui uno è il Presidente; l'Amministrazione di un Economo, d'un Ragioniere e di un Cassiere: tutti officj gratuiti.

I socj benefattori in numero di 54. si sottoscrissero per 202 azioni oltre l'offerta di ital. L. 788.

I semplici benefattori, furono 74 e sottoscrissero 71 azioni dando per una volta tanto ital. L. 2,380.

Tutti i socj hanno eguali diritti e si convocano una volta l'anno per il reso-conto della Direzione. Nello statuto organico è sancito che, restringendosi il numero dei socj a soli 20, tutta quanta la proprietà dell'istituto sia devoluta al Commune.

Il 40 d'aprile del 1860 fu aperto l'Asilo con 12 bambini temporariamente in un locale ceduto gratis dalla fabriceria di S. Giovanni Battista. Intanto si costruiva un [p. 235 modifica]apposito fabricato sovra area graziosamente ceduta da quella Congregazione di Carità, disegno del maestro Giovanni Olgiati, e provedevasi a tutto l'occorrente per l'impianto e la sistemazione.

Il 1 di maggio del 1861 il numero dei fanciulli ivi raccolti era grado grado salito a 130, il 22 di maggio del 1862 a 215 ed il 30 di settembre del 1863 a 250. Oggidì l'asilo ne conta circa 270.

L'allievo per essere ammesso deve avere più di tre anni e vi può stare sino ai sette compiuti; al primo entrare nell'istituto indossa una vesticciuola uniforme con colletto bianco contasegnato dal numero progressivo.

Durante il primo triennio per sostenere le spese del fabricato che fu compiuto nel 1862, i socj versarono un doppio importo delle azioni da loro sottoscritte. Si ebbero altresì donazioni e copiose beneficenze, raccogliendosi anche alcuni legati e nuove sottoscrizioni.

Qui sarebbe assai caro al mio cuore il riferire i nomi di tutti quei generosi4; ma stretto a brevità, citerò que'soli che offrirono somme maggiori di lire mille: Direzione dell'Asilo, L. 1285. — Ottolini Angela, L. 1100. — Pigna Giovanni L. 1218. — Pozzi Pasquale, L. 1780. — Pozzi Ottolini Marietta, L. 1100. — Todeschini D. Luciano curato, L. 1028. 40. — Travelli Palazzi Maria, L. 1423. — Travelli avv. Carlo, L. 2450. — Turati conte Francesco, L. 6000.

Con reale decreto del 18 di giugno del 1863 l'istituto fu elevato a corpo morale sotto la denominazione di Asilo infantile di S. Anna. Si ebbe così un pio ricordo [p. 236 modifica]della madre del sig. conte Francesco Turati, al quale come a precipuo benefattore i socj avevano concesso il diritto d'imporre il nome all'istituto stesso.

Il fabricato, finito nel 1862, consta di una sala per la direzione, di una grand'aula per la scuola riunita, di una cucina, di un refettorio, e di quattro altre scuole; un'ampia corte tutta ricinta di portici con annesso un piccolo giardino serve per le ore di ricreazione. La fabrica importa — ital. 39,426. 96; l'impianto ital. L. 3120. 30, escluso il valore di più oggetti di costruzione ed attrezzi domestici donati.

La rendita il 30 del settembre del 1863 diede ital. L. 10,909 20, ed una uscita di ital. L. 10,857,48, erogate parte nel giornaliero consumo, e parte nel saldo de' residui debiti per la costruzione.

L'introito si ebbe dalle suaccennate sottoscrizioni e dall'incasso di alcuni legati, aggiuntavi la contribuzione dei fanciullini paganti i quali si ammettono verso il mensuale corrispettivo di ital. L. 2. 50. E qui ricordo con vera compiacenza che il sig. Pasquale Pozzi nell'inverno del 1861 volle che fossero accettati a sue spese venti fanciulletti poveri, come già fatto avevano le signore Vittorina Lualdi ed Elisabetta Pigna-Turati, appena approvata l'ammissione dei paganti; efficace esempio perchè; la Direzione dell'Asilo interprete de' sentimenti de'Socj estendesse il beneficio ad altri venti. Anche il Municipio in occasione della festa dello Statuto del 1862 deliberò di mantenervi a sue spese ogni anno 10 fanciullini, e altri sette la Congregazione di Carità. Questi hanno l'identico trattamento del povero, da cui non li contrasegna nemeno alcuna distinzione nell'abito o nei posti. Per questa via la communanza delle diverse classi degli allievi gioverà a stringere fra loro quelle amicizie che li anni [p. 237 modifica]non cancellano, avvicinando ad un tempo le classi operaje alla ricca. Così quel provido e potente affetto, che s'industria di preparare l'a venire alla crescente generazione, assodare le basi di quel generale accordo cui aspirano le incivilite nazioni.

Per l'istruzione li allievi sono divisi in quattro sezioni, ognuna delle quali si suddivide in due gradi. La sorveglianza continua è affidata ad una signora Visitatrice. V'è una Direttrice ed una Maestra per ciascuna sezione; ad ogni grado di sezione sono applicate una o due apprendiste. L'istruzione religiosa vi è ora impartita dall'instancabile can. curato Giovanni Bossi. Il maestro organista di S. Giovanni insegna gratuitamente il canto. Due volte all'anno vi si tengono publici esperimenti. In quanto all'igiene valgono a promuoverla ed assicurarla le provide cure del medico dottor Carlo Custodi. Insomma questo istituto per le savie norme che lo reggono, per la solerzia e generosità di chi lo presiede ed amministra, e per il sacrificio e la pazienza di chi istruisce e svolge in que' vergini cuori i primi germi della virtù, meritò d'essere proposto a modello.

È pure un fatto che molto onora la istituzione il vedere i premurosi impegni dei poveri per farvi ammettere la loro prole; laddove nei primordj, essi, preoccupati da un sentimento di difidenza, dichiaravano di non voler commettere i proprj figli alle mani dei ricchi.

Il pensiero di rigenerare il paese coll'educare i figli del popolo fu espresso anche artisticamente da Luigi Sabatelli il figlio che a spese del curato Luciano Todeschini rappresentò co'l penello la scena del Cristo circondato dai pargoletti. Ma l'affresco ebbe a soffrire per l'umidità del muro. Perciò l'esimio pittore con una conscienziosità veramente rara distrusse egli stesso da cima a [p. 238 modifica]fondo l'opera e in oggi sta rinovandola, premessevi le opportune riparazioni alla parete.

Qui potrei aggiungere alcun cenno delle persone più insigni che visitarono il ricovero, e ne partirono commosse e comprese d'ammirazione; ma per esser breve mi terrò pago a due sole citazioni.

Il 16 di giugno del 1862 il Generale Garibaldi recatosi a questo Asilo vi si tratenne ad osservare li esercizj ginnastici de'fanciulli e ad udire quel che sapevano di aritmetica e di canto. Quattro di essi gli recitarono un dialogo; per il che commosso il prode guerriero sino alle lagrime li abbracciò e baciò con tenerezza di padre.

S. A. R. il Principe Umberto, di ritorno il 30 di luglio dalla vicina brughiera, dove aveva assistito alle evoluzioni del reggimento Nizza Cavalleria, invitò a lieto banchetto quelli officiali e le primarie autorità del nostro borgo. Visitati poi il R. Tribunale con li annessi offici, e le scuole communali feminili, onorò in fine di sua presenza anche il nostro Asilo di Carità. Dopo essersi informato de'più minuti particolari, l'applaudito Principe spiegò la piena sua sodisfazione pel modo onde è retto il pio ricovero e ad un tempo aprì li squisiti sensi del suo cuore coll'elargire ital. Lire 300.

Istituto Garibaldi. — Questo ebbe vita su lo scorcio dall'anno 1862 per la solerte ed intelligente generosità del signor Ercole Lualdi. È una scuola serale pei contadini ed operai poveri dell'età dai 12 anni ai 15 disposta per ben 600 alunni. Vi si insegnano il leggere, lo scrivere, l'aritmetica elementare e per chi mostra speciale attitudine, anche il disegno. È per altro nella intenzione del fondatore di aggiungere un corso elementare pratico di agricultura, come pure lezioni su [p. 239 modifica] l'igiene, l'industria del cotone, la geografia e la storia patria. L'esecuzione di questo ben concepito programma è affidata ai maestri del collegio maschile Brunati, sotto la direzione del prof. Francesco Pavesi. Una tale educazione tornerà in pochi anni di grande vantaggio di borgo, perocchè la gioventù, ben imbevuta delle cognizioni elementari e tecniche, saprà opportunamente applicarle all'esercizio delle diverse industrie a cui è chiamata.

Note

  1. Vedi i citati Cenni del dottor Ercole Ferrari.
  2. Vedi Biografia degli Artisti. Venezia, 1852.
  3. Devo in gran parte le seguenti notizie su l'Asilo alla facile condiscendenza del ch. can. Cav. Gaetano Barni, r. Ispettore degli studj primarj della provincia di Milano.
  4. V. II Resoconto morale finanziario dell'Asilo Infantile di Carità di S. Anna in Busto Arsizio presentato nell'unione generale dei Socj il 20 di liglio del 1862. — Busto Arsizio. Tip Sociale.