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Canzoni popolari romane

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Mario Menghini

1890 Indice:Francesco Sabatini - Il volgo di Roma - 1890.pdf musica/dialetto romanesco/Roma Canzoni popolari romane Intestazione 15 luglio 2024 75% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Il volgo di Roma


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CANZONI POPOLARI ROMANE.



Le tre tre canzoni romane, che qui ora si pubblicano, ho io udito cantare da una buona signora romana, e due di esse (I e II) trovano riscontro con altrettante inserite nel bel volume del Nigra1 al quale rimando per i commenti, onde l’illustre uomo corredò i canti popolari piemontesi.

È omai notoriamente assodato, mercè gli studi del Nigra, essere la canzone, così di genere storico, come di genere romanzesco, domestico e religioso, nata fra i popoli aventi un substrato celtico, cioè fra que’ popoli celtici, i quali subirono una sovrapposizione latina. La Provenza, per ragioni etniche e storiche, fu centro produttivo oltremodo ferace per la canzone; se bene il Nigra non escluda l’Italia settentrionale dai paesi dove ebbe origine la canzone, perchè egli dimostrò [p. 70 modifica]«che una canzone, la cui esistenza non sia stata constatata che nell’Italia superiore, deve essere giudicata d’origine nord-italica».2 Nè mi convincono le ragioni del Salvadori, il quale credè originarie toscane alcune «Storie popolari» che egli pubblicò nel 1879 nel Giornale di filologia romanza.3

Le canzoni L’ucellin del bosco e Il pellegrino di Roma appartengono quindi al gruppo norditalico delle canzoni popolari; e infatti il Nigra per la prima canzone s’esprime così: «La canzone (I) è sparsa per tutta l’alta Italia. (Essa) non ha perfetto riscontro, nè in Francia, nè in Catalogna. Fra le numerose canzoni francesi, che contengono le lagnanze della donna maritata, la sola che abbia una lontana analogia coll’italiana è quella pubblicata da Champfleury col titolo Rossignolet du bois.4 Ma non ha la stessa origine, e contiene qualcosa di più artificioso della nostra».5 E per la seconda: «Esistono in tutta Italia superiore molte lezioni di questa canzone».6

La canzone Il marinaio (III) è sparsa per tutta Italia e in ispecie nelle provincie in prossimità del mare: Venezia, Toscana, Roma. Ma tale canzone io la credo originaria della [p. 71 modifica]Provenza, ove pure si canta, e credo altresì ch’essa debbasi riattaccare con i canti, nei quali intervengono i corsari, i mori, ecc., a rapire le fanciulle; i quali canti il Nigra dimostrò esser appunto di origine provenzale.

In testa ad ogni canzone ho posto lo schema metrico e la melodia. «Osservando lo schema scrive egregiamente il Salvadori - facile sarà l’avvertire: prima, che l’endecasillabo, il settenario ed il quinario sono sempre composti di serie giambiche pure; poi, che molto spesso, cioè quando l’accento grammaticale non combina col ritmico, il popolo, nel canto e nella recita, sforza il primo ad obbedire al secondo; osservazioni non del tutto inutili per gli studî metrici, che solo da poco tempo si cominciano a coltivare un po’ seriamente in Italia».7 Ponendo poi la melodia in fronte ad ogni canzone, ho speranza che una buona volta i raccoglitori dei canti popolari italiani vorranno seguire l’esempio degli stranieri; pur troppo, anche la raccolta del Nigra è macchiata di questo difetto, mentre che il Rolland, nel suo Recueil de chansons populaires, privo, è vero, di commento, ci ha offerto, oltre che le canzoni, anche le melodie: dando così modo al Tiersot di scrivere quel bel libro, di recente pubblicazione, intitolato: Histoire de la chanson populaire en France, del quale dovrò tra breve occuparmi.

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CANZONI.


I. - L'ucellin del bosco.

Ritmo:

Melodia:8


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Bell’ucellin del bo',9
Bell’ucellin del bosco;
Per la campagna vola.
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Bell' ucellin del bo'
Per la campagna vola.

Dove si poserà,

Dove si poserà ;
Palazzo d'Isabbella .
Dove si poserà;
Palazzo d'Isabbèlla.

In bocca che terrà,

In bocca che terrà ;
'Na lettra siggillata.
In bocca che terrà ;
'Na lettra siggillata.

Dentro che cce dirà,

Dentro che cce dirà ;
Se tte voi maritare.
Dentro che cce dirà;
Se tte voi maritare.

So' mmaritata jer,

So' mmaritata jeri ;
Oggi me so'ppentita.
So' mmaritata jer;
Oggi me so' ppentita.

Non vale il pentimen',

Non vale il pentimento ;
Or che sei maritata.
Non vale il pentimen' ;
Or che sei maritata.
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II. - Il pellegrino di Roma.

Ritmo:

Melodia:

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Pellegrino che vvenghi da Roma10, ter
Rotte le scarpe porti a li piè.
(Oilà, oilė).
 
Io ne vengo da la Francia ter
E sso' 'n povero pellegri'.
(Oilà, oilė).
 
Anderemo dal signor oste, ter
Se vvole alloggià' 'sto forestiè'.
(Oilà, oilė).
 
Io la tengo 'na cammera sola ter
Dove riposa la mia mogliè'.
(Oilà, oilė).
 
Quando che fu la mezzanotte ter
Lo forestiere che s'alza in piè.
(Oilà, oilė).
 
Forestiere, porcaccio fottuto, ter
Te sei ........ la mia moglie'.
(Oilà, oilė).
E se campassi altri quattrocent'anni,11, ter
Col..... ch'affitto a li forestiè'.
(Oilà, oilė).
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III. - Il marinaro.


Ritmo:

Melodia:

— Marinaro, che vai per acqua.12 (bis)
— Vado per acqua pel ciel seren,
Pe’ ritrovare l’amato ben.


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Quando fui a mezza strada (bis)
S'incontrassimo tutt'e tre:
— Dov'anderemo 'stasera a cen.
 
Anderemo dal signor oste. (bis)
Signor oste, che cce vòi da',
Porta da bbéve' e da mangià';
 
Porta cqua ppane e ssalame, (bis)
Del bon vino ’na quantità
Ch’el marinare lo pagherà.
 
O marinar, che hai che mmiri. (bis)
— Sto mirando la tua figlio’,
Se me la vòi dà in ispò'.
 
La mia figliò’ nun te la nego; (bis)
Bbasta che ggiuri la fedeltà
De stà’ sett’anni nu’ la tocca’.13
 
Doppo finiti li sett’anni (bis)
Il bastimento glie s’arenò;
La bella Irene glie s’affogo.



Note

  1. Nigra, C. pop. del Piemonte, Torino, Loescher, 1888, P. 445 e 477.
  2. Nigra, op. cit.; prefaz., p . xxx.
  3. Salvadori, Storie pop. toscane (Giorn. di filol. romanza, fasc. 5, 1879, p. 194-204) .
  4. Champfleury et Waerlin, Ch. pop. de l’Ouest da la France, 157.
  5. Nigra, op. cit., 446.
  6. Ivi, 478.
  7. Salvadori, op. cit., p. 195.
  8. Le melodie sono state riprodotte dalla voce del popolo dal valente cav. Alessandro Parisotti, al quale son ben lieto di dimostrare tutta la mia gratitudine.
  9. Cfr. Nigra, Canti pop. del Piemonte, 445; Marcoaldi, Canti pop. liguri, umbri, ecc ., 157; Widter-Wolf, Volkslieder aus Venetien, 35; Bernoni, Canti pop. veneti, V, 10; Ferraro, Canti pop. monferrini, 111; Ferraro, Canti pop. di Ferrara, 98. Ecco poi della canzone una variante viterbese che si accosta, specie nella fine, a quella genovese pubblicata dal Nigra:

    E l’ucellin del bo’ (bis)
    Per la campagna vola.
    E l’ucellin del bo’
    Per la campagna vola.
    Dove s’andrà a posa’ (bis)
    A ccasa d’Isabbella.
    Dove s’andrà a posd’
    A ccasa d’Isabbella.
    In bocca che porterà; (bis)
    ’Na lettra siggillata .
    In bocca che porterà;
    ’Na lettra siggillata.
    Dentro che cce dird; (bis)
    Vòi maritart’, o bbella.
    Dentro che cce dird;
    Voi maritart’, o bbella.
    Jeri me marito; (bis)
    Oggi me so ppentita.
    Jeri me marito;
    Oggi me so’ ppentita.
    Nun giova il pentir no, (bis)
    Perché so’ giovenetto.
    Nun giova il pentir no,
    Perché so giovencito.
    Viva la libbertà, (bis)
    Chi se la po’ gode'
    Viva la libbertà,
    Chi se la po’ godé’.

  10. Cfr. Widter-Wolf, op. cit., 75; Bolza, Canzoni pop. comasche, 677; Bernoni, op. cit., 36; Ferraro, Canti pop. monf., 100; Ferraro, Canti pop. di Ferrara, 56, 103; Ferraro, Canti pop. della bassa Romagna, n. 4 (Rivista di lett. pop., p. 58); Child, prefaz. alla ballata anglo-scozzese Lord Ingram and Chiel Wyet, nella pregevole raccolta: The english and scottish popular ballads, III, 127; Nigra, op. cit., 477, il quale riporta la seguente assennata osservazione dal Bolza: «Questa canzone è una parodia della nota usanza dei tempi di mezzo, per la quale il cavaliere peregrinante, ridotto a prender posto nel letto coniugale dell’ospite, metteva tra sè e la moglie di lui la sua spada, e sarebbe stato disonorato se avesse abusato della ospitalità».
  11. Una variante romanesca, raccolta dal prof. Sabatini, e da lui gentilmente offertami è meno lubrica della nostra, se non altro perchè è priva di una qual certa crudezza di linguaggio; essa poi si accosta sensibilmente alle varianti settentrionali, specialmente a quella trasmessa al Nigra da Bernardo Buscaglione di Biella. La canzone dice:

    Pellegrino, che vvienghi da Roma, (aò)
    Co' le scarpe fine a li piè'.
     (Tiririrondinė)
    Pellegrino, che ss'è straccato, (aò)
    Sopra a ' na pietra se mett' a ssedé'.
     (Tiririrondinė)
    Annette drento a ' n osteria, (aò)
    Je venn' avanti el cammerie'.
     (Tiririrondinė)
    E' bbon di, bbon di, sor oste, (aò)
    Me daressiv' un po ' d'alloggià'?
     (Tiririrondinė)
    Je metténno un sacco de paja; (aò)
    La matina lo trov' a li piè'.
     (Tiririrondinė)
    Quer birbone der pellegrino (aò)
    Ha ddat un bacio a la mia mojë'.
     (Tiririrondinė).

    Come adunque si vede, tale canzone è molto sparsa in Italia, «molto più che non meriti il soggetto», per servirsi delle stesse parole del Nigra (op. cit., 478) . È da osservarsi come non solo nelle varie lezioni italiane di questa canzone, ma anche nelle varianti dello stesso Piemonte si trovi sempre un diverso ritornello.

  12. Cfr. Widter-Wolf, Volkslieder aus Venetien, 74; Ferraro, Canti di Ferrara, ecc., 59, 88; Bernoni, Canti pop. veneziani, IX, 13; Nerucci, Archivio delle trad. pop., 111, 42; Salvadori, Storie pop. toscane, n. 4; Giannini, Canti pop. della montagna Lucchese, 170; Ferraro, Canti pop. del basso Monferrato, 8; Arbaud, Chants pop. de la Provence, 1, 120.
  13. A questo punto così procede una variante romanesca:

    ·    ·    ·    ·    ·    ·    ·    ·    ·
    Il marinaro si che ggiurò;
    Stette sett’anni e nu’ la toccò.
      Doppo compiti li sett’anni,
    Il marinaro se la sposò
    La bbell’Irene via la portò.

      Quando fu in alto mare,
    Il bastimento s’arrenò
    La bbell’Irene glie s’affogò.
      S’io campassi ducent’anni
    Il marinaro nu’ lo fo ppiù,
    Ché mm’arovino la ggioventù.