Cenno istorico del Comune di Cassano/Prima Parte/Capitolo IV

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Capitolo IV - La grotta in cui si rinvenne l'effigie della Vergine SS. degli Angeli, si congettura essere delle antiche catacombe di Cassano

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Capitolo IV - La grotta in cui si rinvenne l'effigie della Vergine SS. degli Angeli, si congettura essere delle antiche catacombe di Cassano
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CAPITOLO IV.


La grotta, in cui si rinvenne l’effigie della Vergine SS. degli Angeli, si congettura essere delle antiche catacombe di Cassano.


Quantunque l’Apostolo S. Pietro distrusse l’idolatria in Cassano, e vi stabilì la fede del Nazareno Signore, pure dopo l’annunzio del santo Evangelo tutte le potenze della terra, e tutte le potestà dell’inferno, ricongiungendo le loro forze insieme contro i fedeli di Cristo, da per tutto eccitarono fiere esterminatrici procelle, sicché eculei, cataste, mannaie ed altri ferali strumenti di morte lampeggiavano in orribile veduta, per cui nei primi tre secoli, cioè da Augusto fino a Massenzio ed a Licinio, i cristiani furono l’oggetto infelice delle più terribili persecuzioni. Laonde de’ credenti chi per iscampare la morte, chi per non perdere i beni, chi per ottenere cariche ed onori, e chi sedotti dalle passioni ritornarono all’antico culto, e pochi ne restarono costanti nella fede di Cristo.

Già da tutti abbastanza si conosce, che quei pochi cristiani i quali furono costanti nella Fede, non potendo pubblicamente congregarsi a celebrare i divini misteri, perchè terribilmente perseguitati da’ Gentili, i quali col ferro e col sangue difendevano l’antico culto idolatro, perciò con [p. 21 modifica]prudente partito s’intanavano nelle catacombe, le quali per l’uso di seppellirvi i morti furono chiamate anche criptae, e coemeteria.

«Sono le catacombe, scrive Giovanni Pansadoro, alcuni scavi praticati dagli antichi cristiani nelle viscere della terra, per esercitarvi gli atti di Religione, come si fa nelle nostre cattoliche chiese, per seppellire nei fianchi delle stesse i fedeli defonti, e per nascondersi dalle persecuzioni dei nemici. La forma di tali cave sotterranee è a guisa di tanti stretti bassi, e lunghissimi corridoi, in mille maniere incrociandosi tra loro da presentare il laberinto di Dedalo agli inesperti. Umile ara di sassi serviva di altare al Sacrificio incruento, rozza coperta di lino serviva di manto al Tabernacolo santo, ma la venerazione dei fedeli, la virtù dei Sacerdoti, ed il candore della loro fede rendevano questi antri più grati al Signore dei tanti tempii magnifici già profanati dalla riprovata Sionne1.»

Però un’idea più chiara e più precisa delle antiche catacombe la dà il celebre Ozanam, il quale nella sua dottissima opera intitolata: I Poeti Francescani in Italia, scrive così: «Le catacombe bisogna immaginarcele come tanti lunghissimi androni sotterranei, che rigirano per lungo. I [p. 22 modifica]cristiani propriamente, e non altri, scavarono questi stretti corridoi da celare i misteri di lor Fede e il riposo delle loro tombe. Questi andirivieni hanno alle volte tre, o quattro palchi, e si profondano ottanta o cento pedi sotterra. In alcun luogo un sol uomo a capo chino vi passa a fatica. Di qua e di là parecchie buche fatte una sopra l’altra nel muro, basse, larghe e ben fonde, e quivi si collocavano un presso l’altro i corpi dei defonti, specialmente dei Martiri, accanto ai quali, o si poneva un’ampolla di sangue, o sopra un mattone s’incideva una palma ed il monogramma , e si turavano per sempre con un po’ di calcina...... vi erano alcuni oratorii ordinati ad ogni tanto, per celebrarvi i santi misteri. Questi oratorii sono pieni di pitture rozze e grosse per lo più, e che si accusano per fattura di mano disadatta. Ma che di meglio potevan fare artisti idioti, operanti in fretta ed in furia al lume di lampada e colla morte sul capo? Tuttavia qua e colà, secondo che la fiaccola illumina quelle mura, ti si fanno agli occhi figure, che al disegno, all’abito, all’atto accennano i migliori tratti dell’arte antica2.

Or venendo alla Grotta di Gassano, in cui si rinvenne la miracolosa effigie della Vergine SS. de[p. 23 modifica]gli Angeli, già chiaramente si osserva, che questa è una specie delle antiche catacombe. Di fatti è distante dal paese più di un miglio alla falda della murgia a ponente di Cassano, in un luogo, per dove non passava alcun mortale che la potea scoprire. In essa si scende per una specie di corridoio di circa trenta palmi profondo, al basso si trova una gran stanza di figura ovale, lunga circa 35 palmi, e 20 larga. A man sinistra dell’ingresso in faccia al muro è dipinta colla massima semplicità la Vergine SS. col Bambino tra le braccia, in mezzo a molti Angeli che le fanno corteggio. Sotto le macerie si sono trovate poche tracce di un antico altare, ove si celebravano gli augusti misteri della nostra Fede. Da questa stanza ovale, si passava in altre tre stanze, delle quali due furono invertite a pozzi nella costruzione del Convento, e l’altra un poco più elevata si è anche trovata piena di macerie e di rottami. Scavandosi più profondo la sopraddetta stanza, si sono scoperti vari viottoli bassi e larghi che s’internano nel sasso, e tra le macerie si sono rinvenute alcune ossa umane, le quali perchè niuno indizio di cristiana pietà ostentano, si sono prudentemente raccolte, e depositate vicino alla Terra Santa in luogo separato, e colà aspettano il suono delle angeliche trombe, che le desterà dal loro sonno, e riunite coi loro spiriti si presenteranno innanzi al loro Dio nel giorno estremo. [p. 24 modifica]Si congettura ancora, che altri corridoi ed altre stanze vi erano, ma essendosi sopra questo luogo edificato il Convento, sono rimasti sepolti, e non si possono più rintracciare. Laonde da tutti questi indizi con fondamento si giudica essere stato questo luogo le catacombe de’ primi cristiani Cassanesi, i quali fuggendo l’odio e la persecuzione de’ Gentili, ivi si congregavano per celebrare i misteri della Fede di Gesù Cristo, ed in quei viottoli profondi a guisa di lunghe nicchie seppellivano i defonti.

Oltre delle sopraddette ragioni vi è un’altra assai più potente e più convincente, ch’è la seguente: L’effigie della Vergine dipinta in faccia al muro sull’intonaco, tiene sulla testa una piccola corona senza croce. Questo segno ci mena ai primi tre secoli della Chiesa, mentre, come la storia c’insegna, nel IV secolo la Croce fu dall’imperatore Costantino posta sulla corona de’ Principi e degl’Imperatori onde fosse adorata. Sapienter, dice il glorioso S. Ambrogio, Helena egit, quae crucem in capite Regum locavit, ut crux Christi in Regibus adoraretur3. Ed allora fu, che alla corona della Vergine SS. si aggiunse la croce, come Imperatrice del cielo e della terra, e come Regina dell’Universo. Dunque convien conchiudere, che la [p. 25 modifica]Grotta, rinvenuta presso Cassano, era delle antiche catacombe dei primi cristiani Cassanesi, e pare che non si vada lungi dal vero.

  1. Pansadoro, Religione e Filosofia pag. 75.
  2. Ozanam. I Poeti Francescani in Italia pag. 12.
  3. S. Ambr. de Obitu Theodosii.