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Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro I/CAPO I

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I. Della imitazione di Cristo, e del disprezzo delle vanità del mondo.

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Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
I. Della imitazione di Cristo, e del disprezzo delle vanità del mondo.
Libro I Libro I - CAPO II
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CAPO I.


Della imitazione di Cristo, e del disprezzo

delle vanità del mondo.


1. Chi seguita me, non cammina nelle tenebre, dice il Signore. Queste sono parole di Cristo, con le quali confortaci d’imitare la vita, e le azioni sue, se noi vogliamo essere illuminati veracemente, e che ogni cecità ne sia rimossa dal cuore. Sia dunque nostro primo pensiere, di meditar la vita di Gesù Cristo.

2. La dottrina di Cristo avanza tutte le dottrine de’ Santi, e se altri ne avesse lo spirito, vi troverebbe [p. 2 modifica]dentro la manna nascosta. Ma egli avviene, che molti per udire che facciano l’Evangelio frequentemente, se ne sentono però picciola brama, perciocchè non hanno lo spirito di Cristo. Ora se v’è chi voglia aver pieno e saporito intendimento delle parole di Cristo, fa di bisogno, ch’egli si studi di conformare la propria vita a quella di lui.

3. Qual pro ti fa di ragionar cose alte della Trinità, se tu manchi nella umiltà, perchè tu dispiaci alla Trinità? In verità i sublimi ragionamenti non fanno l’uomo santo, nè giusto; ma sì il vivere virtuoso lo fa caro a Dio. Amerei molto meglio di sentire la compunzione, che di saperne la definizione. Se tu avessi a mente le parole di tutta la Bibbia, e le sentenze di tutti i filosofi, che ti gioveria tutto questo senza la carità, e la grazia di Dio? Vanità delle vanità, e tutte le cose son vanità, salvo l’amar Dio, ed il servire a lui solo. Quest’è la somma sapienza; per lo disprezzo del mondo avviarsi al regno del cielo.

4. Egli è dunque vanità il procacciare delle ricchezze che hanno a [p. 3 modifica]mancare, ed in quelle avere fidanza. Ed è vanità l’aver ambizione d’onore, e levarsi in altezza di stato. Anche è vanità l’andar dietro agli appetiti della carne, e quello desiderare di che tu debba esser poi agramente punito. Vanità è bramar lunga vita, e del viver bene prendersi picciola cura. Vanità è il mirar solo alla vita presente, e le cose che sono a venire, non provvedere. Vanità è l’amar ciò, che con tutta velocità passa via, e non affrettarsi colà, dove il gaudio dura per sempre.

5. Ricordati sovente di quel proverbio: che la vista non si sazia per vedere, nè per sentire s’empie l’udito. Ti sforza adunque di svellere il cuor tuo dall’amore delle cose visibili, ed alle invisibili rivoltare te stesso. Imperciocchè quelli che seguitano i loro appetiti, macchiano la coscienza, e dissipano la grazia di Dio.