Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro IV/CAPO XV

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XV. Che la grazia della divozione s’acquista con l’umiltà, e con la rinnegazione di se medesimo.

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Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
XV. Che la grazia della divozione s’acquista con l’umiltà, e con la rinnegazione di se medesimo.
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CAPO XV.


Che la grazia della divozione s’acquista con l’umiltà,

e con la rinnegazione di se medesimo.


PAROLE DEL DILETTO.


1. Egli ti è necessario cercare instantemente la grazia della divozione, studiosamente dimandarla, aspettarla con pazienza e con fede, riceverla con grato animo, guardarla con umiltà, sollecitamente con essa operare; e nel piacere di Dio rimettere il tempo, ed il modo della superna visitazione, infinattanto che ella ti venga. Tu dei soprattutto umiliarti, quando poco o nulla ti senti divozione nel [p. 332 modifica]cuore: ma non però scoraggiarti soverchiamente, nè portarne disordinata tristezza. Concede Dio assai volte in un punto, ciò che lungamente negò; e alcuna volta quello che nel principio dell’orazione disdisse, si riserba di darlo nel fine.

2. Se immantinente si desse sempre la grazia della divozione, e si potesse averla a suo grado, per l’uomo infermo non metteria bene. il perchè in buona speranza ed umile sofferenza si vuole aspettarla. Ma tu però danne colpa a te, e a’ tuoi peccati, se ella non ti è data, o ritoltati occultamente. Alle volte è piccola cosa che impedisce la grazia, o da te l’allontana; s’ella è però da dir piccola, e non anzi gran cosa, che di tanto bene ti priva. Ma pure se ciò medesimo (sia poco, o sia grande) tu lo getti da te, e ’l vinca compiutamente, ti verrà ottenuto ciò che chiedesti.

3. Conciossiachè, come tu di tutto cuore ti metta a Dio, nè più secondo tuo grado o volere, questa nè quella cosa desideri, ma interamente in Dio t’abbandoni, così ti troverai a lui unito, ed in pace: essendochè [p. 333 modifica]niente ti saprà così buono, nè dolce, siccome il beneplacito della divina volontà. Chiunque pertanto con semplice animo la propria intenzione drizzerà in alto a Dio; e se medesimo voterà d’ogni affetto, o dolore disordinato di qualsisia cosa creata, egli sarà attissimo a ricever la grazia, e degno del benefizio della divozione; essendochè, dove egli trovi de’ vasi voti, ivi mette Iddio la sua grazia. E quanto altri più perfettamente alle basse cose rinunzia, e per lo disprezzo di sè, muore a se stesso; tanto ella gli verrà più presto, e con abbondanza maggiore; e il cuor fatto libero farà levare più in alto.

4. Vedrà egli allora, e riboccherà di piacere, e rimarranne stordito, e ’l suo cuore in esso s’allargherà; perchè la mano del Signore è con lui, ed egli nelle mani di lui s’è messo tutto per sempre. Ecco: così fia benedetto colui, che con tutto l’affetto cerca il Signore; nè indarno non ricevette l’anima sua. Questi in prendendo la santissima Eucaristia, merita di ricevere l’alta grazia dell’unione con Dio; conciossiachè egli niente al proprio affetto, e consolazione [p. 334 modifica]riguarda; ma sopra ogni affetto e consolazione, alla gloria ed all’onore di Dio.