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Diario del principe Agostino Chigi Albani/Anno 1835

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Anno 1835

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1835

GENNAIO


Giovedì 8. — Molti curiosi professori e non professori vanno a S. Gregozio per vedere il cadavere del Card. Zurla; pare che il metodo praticato dal Siciliano consista in iniezioni di Mercurio e qualche altra sostanza, fatte per mezzo d’una incisione dietro al collo. Alcuni credono si sia data anche una specie di vernice a tutta la superficie del corpo, il quale si mantiene incorrotto ed anche flessibile nelle articolazioni1.


MARZO


Giovedì 12. — Questa mattina il Papa è andato a S. Gregorio ricorrendone la festa; è andato anche a visitare i lavori di Campo Vaccino, ove sono state collocate delle colonnette di travertino coi ferri intorno allo scavo della colonna di Foca, ed a quello della chiesa di S. Lorenzo in Miranda, ove si entra per mezzo di un ponte.


APRILE


Sabato 4. — Essendo morto il noto incisore Pinelli, uomo di qualche abilità, ma di una rozzezza e scioperataggine più che cinica, e non avendo lasciato di che pagare le spese del mortorio; una associazione di giovani artisti e studenti di belle arti ha supplito, faccendo una colletta per questo oggetto, ed oggi sulla sera i medesimi hanno accompagnato il suo convoglio funebre, portando alcuni di essi la bara, alla chiesa di S. Vincenzo e Anastasio a Trevi.

[p. 122 modifica]Sabato 11. — Questa mattina in Cappella pontificia si sono celebrate le esequie per l’imperatore d’Austria, e Mon. Ruspoli ha fatto l’orazione funebre.

Venerdì 24. — Nella notte scorsa sono partiti verso Napoli il Duca di Cohofiano (?) napoletano e un tal S.t John inglese, accompagnati da due padrini per ciascheduno all’oggetto di battersi alla pistola al di là del confine. Non si consce bene il motivo della sfida eseguita qui; alcuni credono che nascesse lunedì sera al ballo di Torlonia a Tordinona, altri ne assegnano delle cagioni antecedenti.

Domenica 26. — Col ritorno della March. Lagrue da Napoli si è avuta questa sera la notizia che il Duca di Cohofiano è rimasto ucciso nel noto duello alla pistola, e l’avversario ferito.

Lunedì 27. — Si sono avuti ulteriori dettagli del disgraziato duello che seguì l’altro ieri a poca distanza da Mola di Gaeta. Il povero Cohofiano (o per meglio dire D. Giovanni Aragona figlio cadetto del Duca di Cohofiano) ricevè una palla nel cuore, per cui cadde morto, e nel cadere tirò anch’esso il suo colpo, che andò a vuoto. I padrini e l’inglese S.t Iohn (giocatore insigne e pessimo soggetto) sono stati arrestati, questi a Tor tre ponti e gli altri a Terracina ma pare che verranno a Roma sotto la garanzia dei rispettivi Ministri.


MAGGIO


Lunedì 18. — Da qualche giorno è in Roma l’inglese S.t Iohn che uccise in duello il povero Cohofiano essendo stato rilasciato dall’arresto a Terracina col consenso della Corte di Napoli.


AGOSTO


Giovedì 6. — Oggi dopo pranzo è cominciata una divozione di dieci giorni in 15 chiese dedicate alla Madonna, oltre la chiesa di S. Rocco, con indulgenza plenaria per chi v’interverà 7 volte, ad effetto d’impetrare l’allontanamento del morbo, che ci minaccia. In dette chiese si fa una predica di mezz’ora, si recitano le Litanie dei Santi e si termina colla benedizione del SS.mo.

Venerdì 7. — Oggi con editto della segreteria di stato si [p. 123 modifica]è ordinato di riassumere e rettificare i rolli della truppa civica, del di cui servizio si potrà facilmente aver bisogno.

Domenica 9. — Essendosi riconosciute insufficienti le 16 chiese destinate per l’indulgenza, cominciando da oggi ne sono state accresciute altre otto delle più vaste. Nello stesso tempo si è annunziata la riduzione da sette volte a cinque per l’acquisto della indulgenza medesima.

Venerdì 14. — Il governo di Napoli ha vietato, sotto pene le più rigorose e capitali, l’ingresso nel regno a tutte le persone senza alcuna eccezione, e a tutti gli oggetti provenienti dallo stato pontificio. Questa severa misura pare sia stata fondata sul non essersi date dal nostro governo disposizioni sanitarie.

Lunedì 24. — Sono arrivati a Civitavecchia da Barcellona molti poveri frati di diversi ordini scampati dai massacri colà seguiti, e dei quali molti dei loro compagni sono stati vittime.

Martedì 25. — L’Incaricato di Francia M. de Tallenay, andando a Napoli per una missione, l’altra notte poco prima di Velletri fu assalito da alcuni grassatori e spogliato di quanto aveva.

Sabato 29. — Sempre più affliggenti sono le nuove venute oggi dello stato sanitario di Genova, non troppo buone quelle di Livorno e senza grande aumento quelle di Firenze. Oggi non si parla che della ricetta, venuta, si dice da Francia per telegrafo, di uno specifico ritrovato da un farmacista di Nimes, il quale pretende aver guariti 29 cholerici molto aggravati sopra 30, ed è la seguente; 1. oncia di corallina tenuta in fusione per 24 ore in 4 oncie d’acqua e passata per panno, due oncie di olio d’oliva sopraffino, mezz’oncia di agro di limone, due cucchiai di zucchero fino, due detti di acqua di fior d’arancio.

Lunedì 31. — Da Genova sempre le stesse dolorose notizie ma con mortalità forse un poco minore. A Livorno il morbo va crescendo, e pare si vada estendendo per le Maremme. A Firenze niente di allarmante.


SETTEMBRE


Giovedì 3. — Oggi dopo pranzo il Card. Odescalchi Vicario coll’assistenza di tutti i Parrochi e del Seminario romano, e con molto concorso di gente ha fatta la funzione di benedire [p. 124 modifica]solennemente il cemeterio annesso alla Basilica di S. Lorenzo fuori delle mura, già cominciato a costruire dal governo francese, e che ora deve mettersi in attività, benchè una sola parte si trovi in stato servibile. Notizie sempre più funeste sonosi avute colla posta dì Oggi del Cholera di Genova, e cattive anche di Livorno, ove il morbo si è molto dilatato. A Firenze seguitano dei casi, sinora in numero non grande. La ricetta del Dott. Boyer, venuta di Francia giorni sono, pare che a Firenze sia riuscita inefficace.

Sabato 5. — Nella notte scorsa si dice siasi cominciato, per mezzo di un carro espressamente costruito, a trasportare i cadaveri dei morti nella giornata al nuovo cimiterio di S. Lorenzo.

Domenica 6. — La malattia dì un Russo abitante alla locanda di Petrini al Babuino, quale parevasi annunziare con sintomi Cholerici, fece l’altro ieri del rumore per il paese, e il governo credè farlo visitare, e molta gente concorse sul luogo; si riconobbe però che il male proveniva da tutt’altra cagione, come da riscaldamento, disordine di bocca ecc. ecc.; e l’infermo sta meglio.

Lunedì 7. — Nuove sempre affliggentissime del cholera di Genova e di Livorno. A Firenze continua con non molti casi; Torino è attaccato.

Martedì 8. — Oggi dopo pranzo per ottenere l’allontanamento del cholera si è trasportata l’immagine della Madonna, che si venera nella Cappella Borghesiana a S. Maria Maggiore, con solenne processione che doveva terminare a S. Pietro, ed ivi tenersi esposta per otto giorni. La processione che era composta dogli alunni di S. Michile, degli orfanelli, e di tutto il clero secolare e regolare, con in fine il Card. Vicario, appena partita da S. Maria Maggiore, circa le 21,30, è stata poco dopo disordinata da un forte sgrullone di pioggia (minacciata in tutto il giorno con grandissimo vento) quale essendo cessato, ha continuato seguita da numerosissimo popolo, che con esemplare devozione recitala il Rosario ed altre preci, facendo la strada del Bambino Gesù, la Madonna de’ Monti, Colonna Traiana, Piazza di S. Marco, il Gesù e strada Papale. Giunta la fine della processione alla Chiesa Nuova è sopragiunto un altro diluvio per cui si e dovuto entrare in quella chiesa colla Macchina.

[p. 125 modifica]ove era collocata l’Imagine, che ci è stata lasciata, (sic) alcuni dei Capitoli delle Patriarcali, e tutto il popolo, con gran confusione, mentre il resto della processione è arrivata a S. Pietro, bagnandosi ben bene.

Mercoledì 9. — È stato notificato, per mezzo di invito sacro che la Madonna resterà esposta alla Chiesa Nuova sino a Domenica, che colla processione verrà trasportata a S. Pietro.

Domenica 13. — Oggi doveva seguire la nuova processione coll’intervento del Papa e di tutto il Sacro Collegio por il trasporto della Madonna dalla Chiesa Nuova a S. Pietro, ma il tempo essendosi annunziato sin da questa mattina pessimo con gran vento e molte nuvole, è stata disintimata poco dopo il mezzogiorno; ed infatti sull’ora appunto che la processione doveva cominciare, cioè alle 20,30 italiane, ha cominciato a piovere dirottamente anche con lampi e tuoni, rd un fulmine è caduto nel palazzo già Accoramboni sulla piazza di S. Pietro.

Martedì 15. — Essendo riuscita una bellissima giornata, a mezza mattina il suono delle principali campane di Roma (come già era stato avvisato con Notificazione) ha annunziato per oggi la processione della Chiesa Nuova a S. Pietro, la quale ha cominciato circa le 20,30 italiane collo stesso ordine dì quella di martedì scorso, colla sola diversità che i capitoli delle Basiliche non hanno portato i padiglioni. Il Papa è andato dalla chiesa Nuova sino a S, Pietro colla torcia avanti all’Imagine, preceduto da 20 Cardinali (ai quali se ne sono aggiunti altri tre in S. Pietro) in mantelletta e mozzetta rossa. Il popolo, che seguiva la processione, era infinito. In S. Pietro si sono cantate le Litanie della Madonna, e quindi il Papa, uscendo per porta Angelica e rientrando per porta del Popolo, è tornato a Monte Cavallo. Ieri è partito D. Miguel, non si sa bene per dove.

Martedì 23. — Oggi la Madonna di S. Maria Maggiore è stata trasportata processionalmente da S. Pietro alla Chiesa del Gesù. La processione era composta solamente di tutti i Religiosi detti berrettanti in cotta con candela accesa, e dai due Capitoli dì S. Pietro e di S. Maria Maggiore, Essa è partita da S. Pietro alle 21,30 è arrivata al Gesù alle ore 23,30 circa. Il popolo [p. 126 modifica]che la segniva era immenso. Andavano infine avanti la Madonna il Card. Vicario come Arciprete di S. Maria Maggiore ed il Card. De Gregorio, in Luogo del Card. Galletti Arciprete di S. Pietro.

Domenica 27. — Oggi doveva trasportarsi la Madonna dal Gesù a S. Maria Maggiore con processione di tutto il clero secolare e regolare, coll’intervento del Papa e S. Collegio, ma in grazia del tempo la processione è stata disintimata e differita al primo giorno di buon tempo, dandosene avviso colle campane come l’altra volta.

Mercoledì 30. — Previo l’avviso delle campane oggi si è fatta la traslazione della Madonna del Gesù a S. Maria Maggiore. La processione è stata la stessa che quella dalla Chiesa Nuova a S. Pietro, Il Papa vi è intervenuto con 13 Cardinali, oltre altri tre, che si sono trovati a S. Maria Maggiore, ove la processione è arrivata alle 23, essendo partita dal Gesù dopo le 21. È ritornato D. Miguel dal suo viaggio, che non pare abbia oltrepassato Venezia.


OTTOBRE


Martedì 6. — Questa mattina tra le sette e le otto di Francia è partito il Papa per Tivoli.

Mercoledì 7. — Questa mattina circa le 11 di Francia si è recato il Papa al padiglione apparecchiatogli, e poco dopo ad uno sparo di mortaro si sono aperte le porte dell’imboccatura dei cunicoli e si è fatto entrare il fiume2. Benché qualche porzione di acqua per essersi chiusi troppo presto tutti gli altri esiti avesse penetrato per i cunicoli sotto i portoni, ciò non ostante lo sbocco dell’intera quantità dell’acqua è stato imponentissimo accompagnato da molti spari di cannoni e mortari, con un concorso infinito di gente situata per quelle alture che faceva un bellissimo colpo d’occhio.

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NOVEMBRE


Martedì 3. — In conseguenza della mancanza di codici scopertisi nella biblioteca Barberini è stato da molti giorni carcerato un tal Passetti, bidello della biblioteca e facchino della casa, insieme con due rivenditori, che si dicono suoi manutengoli e se ne sta facendo processo dal tribunale del governo. Il Bibliotecario Ab. Rezzi è riuscito a ricomperare circa 70 dei codici m.ss. rubati tra i quali però non pare ve ne siano, per quanto si sa finora, dei molti importanti; alcuni, dopo l’arresto del suddetto, furono rinvenuti accidentalmente da alcuni ragazzi in una chiavica. La Biblioteca è biffata.3

Giovedì 5. — Per ordine della Segreteria degli affari di stato interni si è deciso di togliere dal giorno 10 corrente i cordoni sanitari; fuori che al confine tra il Ferrarese e Venezia, ove pare ormai dimostrato che il colera esiste.

Lunedì t6. — Questa sera a Valle doveva rappresentarsi una commedia intitolata Dante a Ravenna, parto, per quanto si è detto, di autore non romano e probabilmente bolognese; e se ne stava in grande aspettazione; ma per ordine superiore la rappresentazione è stata proibita4.


DICEMBRE


Mercoledì 2. — Questa mattina nella chiesa dei SS. Lorenzo e Damaso dall’Accademia Filarmonica si è fatto un funerale per il maestro Bellini, morto poco fa a Parigi, e si è cantata una messa di requie di Cherubini con copiosissima orchestra e gran numero di cantanti professori e dilettanti. Il concorso è stato infinito.

Giovedì 24. — Oggi sono arrivati a Roma gli Archivi della antica Nunziatura presso la Repubblica di Venezia, e che sinora erano rimasti colà.


Note

  1. Il Card. Zurla era morto in Palermo da due mesi ed era stato trasportato in Roma nei giorni avanti in perfetto stato di conservazione.
  2. Confr. Cronaca delle diverse vicende del fiume Aniene in Tivoli fino alla deviazione del medesimo nei cunicoli del monte Catillo di Sante Viola in Marocco - Monumenti dello Stato Pontificio - Tom. 13 pug. 7 e te£.
  3. Conf. Cugnoni. Vita di Luigi Maria Rezzi pag. 103 e sg.
  4. L’autore era veramente romano, il March. Luigi Biondi.