Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 152

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Lettera 151 Lettera 153

[p. 43 modifica]A SUOR BARTOLOMEA DELLA SETA MONACA. DEL MONASTEBO DI SANTO STEFANO IN PISA.

I. Della conformazione della propria volontà a quella di Dio, e del modo di resistere ai catti»’ pensieri e battaglie di mente, che ci dà il demonio, e come Iddio ce li permeile per farri armare alla perfezione, traendo da essi umiltà e carità, con che l’eiorta a farsi specchio di tirtu, ed innamorarsi di Gesù Cristo come sua vera sposa annegandosi nel di lui sangue.

132.

AL nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. vi^arissima figliuola in Cristo Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi sposa vera consecrata allo Sposo Eterno. Condizione è della sposa di farsi una volontà con lo sposo suo, e non può volere più che egli voglia, e non pare che possa pensare altro che di lui. Or così pensale voi, figliuola mia, che voi, che sete sposa di Cristo crocifisso, non dovete pensare, nè volere altro che lui, cioè non consentire a pensieri: che i pensieri non venissero, questo non li dico, perciocché noi’potresti fare, nè tu, nè creatura, perocché ’1 dimonio non dorme mai; e questo permette Dio per far venire la sposa sua a perfetta sollicitudine, per farla crescere [p. 44 modifica]44 in virtù. Questa è la cagione perche Dio permette alcuna volta che la mente rimane sterile e tenebrosa, ed attorniata di molte perverse cogitazioni, che non parrà che possa pensare Dio, nè ricordare a pena il nome suo. Guarda che quando tu sentisse questo in te/^medesima, che tu, non venga attedio, nè a confusione disordinala, nè non lassare l’esercizio tuo, nè l’atto dell’orazione, perche’l dimonio ti dicesse: che ti leva questa orazione, che non la fai con affetto, nè con desiderio? meglio li sarebbe a non farla. Non lassale perciò, nè per questo venire a confusione, ma risponde virilmente: più tosto voglio esercitarmi per Cristo crocifisso, sentendo pena, tenebre e battaglie, che non esercitarmi sentendo riposo; e pensa che questa è la condizione de’ perfetti, che se possibile li fusse di campare l’inferno, ed avere diletto in questa vita, e con questo avere vita eterna, essi non la vogliano per questo affetto, tanto gli diletta di conformarsi con Cristo crocifìsso; unde più tosto la vogliono per via di croce e di pena, che senza pena. Or che maggiore diletto può avere la sposa, che essar conformata con lo sposo suo, ed essar vestita d’uno simile vestimento ?

unde perchè Cristo crocifisso nella vita sua non elesse altro che croce e pena, e di questo vestimento si vestì, però la. sposa sua s* reputa a beatitudine, quando si vede vestita di questo vestimento; e perchè vede che lo Sposo l’ha amata sì smisuratamente, però ella r ama e ricevelo con. tanto amore e con tanto desiderio, che non è lingua sufficiente a poterlo narrare; e però la somma ed eterna bontà per farla giogniare a perfettissimo amore,,,ed avere umilità, permette le molte battaglie e la mente.asciutta, acciocché la creatura ricognosca sè medesima, e vegga sè non essare, perocché se ella fusse alcuna cosa si levarebbe la pena quando volesse, ma perchè ella non è, non può; unde cognoscendo sè sJumilia nel suo non essare, e cognosce la bontà di Dio che li ha dato Tessere per grazia, ed ogni grazia che è fondata sopra l’essare:,ma [p. 45 modifica]45 tu mi dirai: quando io ho tanta pena e tante battaglie, e tenebre, io non posso vedere altro che confusione, e non pare che io possa pigliare speranza veruna, tanto mi veggo misera. Rispondoti, figliuola mia, che se tu cercarai, trovarai Dio nella buona volontà, unde poniamo che tu senta le molte battaglie, tu non senti però privata la volontà, che ella non voglia Dio; anco questa è la cagione perchè si duole ed ha pena, perchè teme d’ ofFendare Dio. Debba dunque godere ed esultare, e non venire a confusione per battaglie, vedendo che Dio li conserva la buona volontà, e dàgli dispiacimento del peccato mortale. E questo mi ricor* do, che ud.i dire una volta a una serva di D*o (^), che le fu detto dalla prima dolce Verità* unde essendo ella stata in grandissima pena e tentazioni, e fra l’altre sentì grandissima confusione, in tanto che’l dimonio diceva: che farai, che tutto il tempo della vita tua starai in queste pene e poi averai lo inferno? Ella allora rispose con uno cuore virile e senza veruno timore, e con uno odio santo di sè, dicendo: non schifo pene* perciocché io ho elette le pene per mio refrigerio, e se neU’ullimo mi desse l’inferno, non lassarò però che 10 non serva al mio Creatore, perciocché io son co* lei che son degna di stare nell’inferno, perocché io offesi la prima e dolce Verità; unde se egli mi desse l’inferno, non mi fa ingiuria veruna, perciocché io son sua. Allora il nostro Salvatore, in questa dolce e vera umilità, levò le tenebre e le molestie delle di* monia, siccome fa quando cade la nuvila che rimane 11 sole, e di subito giunse la presenzia del nostro Salvatore; unde ella s’infondeva in uno fiume di lagrime, con uno caldo dolce d’amore diceva: o dolce e buono Jesù, e dove eri tu, quando 1 anima mia era in tanta afflizione? rispondeva il dolce Jesù, Agnello immacuato!

io ero presso di te; perocché io sono immobile e non mi parto mai dalla creatura, se già la creatura non si parte da me per peccato mortale. E questa S. Caterina. Opere. T)’V4. ’ 4 . ’ [p. 46 modifica]40 stava in uno dolce ragionamento con lui, e diceva» .se tu eri con meco, come non li sentivo? come può essare, clie stando il fuoco io non senta caldo? ed io non sentiva altro che ghiaccio, tristizia ed amaritudine, e parevami essare piena di peccati mortali? Ed égli rispondeva dolcemente, e diceva: vuoi che io ti mostri, figliuola mia, come tu per quelle battaglie non cadevi in peccato mortale, é come io ero presso di te? Dimmi, qual è quella cosa che fail peccato mortale?

E solamente la volontà, perciocché il peccato e la virtù sta nel consentimento della volontà, altrimenti non è peccato nè virtù, se non volontariamente fatto.

Questa volontà non c’era, perciocché, se ella ci fusse stata averesti preso diletto e piacimento nelle cogitazioni del dimonio; ma perchè la volontà non c’era, dolevili e sostenevi pena per timore di non offendare.

Adunque vedi,.che nella volontà sta il peccato e la virtù; unde io ti dico che tu non debbi venire per queste battaglie a disordinata confusione; ma voglio che di questa tenebre tragga la luce del cognoscimento di té, nel quale cognoscimento tu acquisti la virtù dell* umilità, e nella buona volontà godi ed esulti, cognoscendo.

che io allora abito in te nascosamente, e la volontà t’ è segno, che io vi so’, perciocché, se tu avessi mala volontà, non sarei in le per grazia; ma sai tu come allora io abito in te? in quello modo che io stetti in sul legno della croce; e quello modo tengo con voi, che tenne il Padre mio con meco. Pensati, figliuola mia, che in su la croce io ero beato ed ero doloroso: bealo ero per 1’ unione della natura divina nella natura umana; e nondimeno la carne sostenne pena, perciocchè.’l Padre Eterno rilrasse a sè la potenzia, lassandone sostenere pena, ma non ritrasse l’unione che non fusse sempre unito con meco; Così ti pensa; che per questo modo abito io nell’ anima, perciocché ritraggo spesse volte a ine il sentimento, e non ritraggo la grazia, perocché la grazia non si perde mai, se non per lo peccato mortale, come detto è. [p. 47 modifica]4?

Ma sai tu perchè io fo questo ? follo solo per farla venire a vera perfezione. Tu sai che T anima non può essar perfetta, se non con queste due ale, cioè,.umilità e carità, unde 1’ umilità acquista per lo cognoscimento di sè medesima, nel quale ella viene nel tempo della tenebre, e la carità si acquista, vedendo che io per amore li ho conservata la santa e buona volontà. I nde io ti dico, che l’anima savia, vedendo che di questo esce tanta virtù, se ne fa poi sicura (e per altro non permetto al dimonio che vi dia delle tentazioni ) e terrà più caro quello tempo che veruno altro. Ora ti ho detto il modo; e pensa che questo tempo è di grande necessità per la salute vostra, perciocché, se l’anima alcunar volta non fusse sollicita delle molle tentazioni, ella caderebbe in grandissima negligerir zia, e perderebbe 1* esercizio del continuo desiderio ed orazione, perocché nel tempo delia battaglia sta più attenta per paura de’ nemici, e fornisce la rócca ’dell anima sua ricorrendo a me, che so’la sua fortezza, ma la intenzione del dimonio non è così, che permetto a lui che vi tenti per farvi venire a.virtù; ed egli vi tenta per farvi venire a disperazione: pensa che’1 dimonio tentarà uno che s è posto a servirmi, non perocché egli creda che egli caggia attualmente in quello peccato,. perocché già vede che eleggerebbe innanzi la morte, che attualmente offendere: ma che fa? ingegnasi di farlo venire a confusione, dicendo: per questi pensieri e movimenti che ti vengono, neuno bene ti giova.. Or vedi quanta è la malizia del dimonio, che nella prima battaglia non potendo vincere, nella seconda col colore della virtù, spesse volte vince, unde io non voglio che seguili mai la maliziosa sua volontà, ma voglio che pigli la volontà mia, come io ti ho detto; e questa è la regola che io ti do e che io voglio che tu insegni altrui, quando bisogua. Or così dico a te, carissima figliuola mia, che io voglio che [p. 48 modifica]48 facci tu, e siami specchio di virtù, seguitando le vestigio di Cristo crocifisso. Bagnati nel sangue di Cristo crocifisso, e fa ch’io non voglio che cerchi, nè voglia altroy che ’1 crocifisso; siccome sposa vera ricomprata del sangue di Cristo crocifisso. Ben vedi tu che tu sei sposa, e che egli t’ha sposata, e te ed ogni creatura* e non con anello d’argento, ma con anello della carne sua. ’Vedi quello dolce parvolo, che in otto dì nella circoncisione, quando è circonciso si leva tanta carne, quanta è una estremità d’ anello. 0 abisso e altezza inestimabile di carità, quanto ami questa sposa del1’ umana generazione! 0 vita, per cui ogni cosa vive!

tu l’hai tratta dalle mani del dimonio che la possedeva’come sua, edhaiglila tratta dalle mani, pigliando il dimonio coll’amo dell’umanità, e sposila con la carne tua; ed il sangue hai dato per arra, e poi ndl’ultimo svenando il corpo tuo hai dato il pagamento. Or ti inebbria, figliuola mia, e: non cadere in negligenzia, ma con vera sollicitudine tì leva, e con questo sangue spezza la durezza del cuore tuo per sì fatto modo che mai non si serri per veruna ignoranzia o negligenzia più, nè per detto di veruna creatura. Non dico piiVf Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.

« » t i I [p. 49 modifica]dlnnotazione alice Letteru Aò2.

(A) E questo mi ricordo, che udii dire una volta a una serva di Dio. FaTella la ernia di sè stessa, e lutto questo latto fien

a disteso riportato dal beato Haiinondo nella sua leggenda.