Eutifrone/Capitolo XIII

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Capitolo XIII

../Capitolo XII ../Capitolo XIV IncludiIntestazione 31 agosto 2009 75% Filosofia

Platone - Eutifrone (IV secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Francesco Acri (XIX secolo)
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SOCRATE Quello poi ch’è amato dagl’Iddii, per questo che si ama è amato, e non perché amato si ama.

EUTIFRONE Dici vero.

SOCRATE Ora, mio caro Eutifrone, se fossero tutt’uno l’amato dagl’Iddii e il santo, ne seguirebbe che se il santo si ama perché santo, anche l’amato dagl’Iddii si amerebbe perché amato; ne seguiterebbe che se l’amato dagl’Iddii è amato perche s’ama, anche il santo, perché s’ama sarebbe santo. Ma tu vedi che si comportano essi da contrarii, perché diversi in tutto. E davvero, l’uno perché s’ama, per questo è amabile; l’altro perché è amabile, per questo si ama. E mi pare, o Eutifrone, che avendoti io dimandato che è il santo, tu non mi voglia manifestare la essenza sua, ma dirmene solo qualche accidente, come, per esempio, quello d’essere amato da tutti gl’Iddii; ma quel che sia il santo in sé, non me l’hai detto fino a ora. Di grazia, non me lo nascondere, e dimmi daccapo che cosa è il santo, o che sia amato dagl’Iddii, o che patisca alcun altro accidente; che su questo non vogliam disputare. Via, lesto, il santo che è, e che è l’empio?

EUTIFRONE Ma, Socrate, non ti so dir neppur io quel che penso. Ogni proposizione ci fa la giravolta e non vuol stare dove la si mette.

SOCRATE Codesto, o Eutifrone, va per quella buon’anima del mio antenato, Dedalo. E se le proposizioni uscissero di bocca a me, tu mi potresti dar la baia, dicendomi che per esser io e lui d’un sangue, le mie statue di parole scappan via, e là dove son messe non ci voglion stare. Per fortuna escon di bocca a te; ci vuole dunque un altro scherzo, ci vuole.

EUTIFRONE No, questo ci sta, Socrate; perché codesta smania di far la giravolta e non volerposare, tu ce l’hai messa, tu, non io, e Dedalo sei tu; che per me elle starebber ritte e ferme.

SOCRATE Ma allora, amico mio, io son più bravo tanto di Dedalo, in quanto che egli faceva frullare le cose sue; io poi, oltre alle mie, anche quelle degli altri, come pare. E la bellezza dell’arte mia si è che io son bravo senza volere: perché io vorrei piuttosto che stessero immobili i miei discorsi, che aver la bravura di Dedalo e per giunta le ricchezze di Tantalo. Basta! Dacché mi pari un po’ delicato, via, ti vo’ dare io una mano, suggerendoti come mi hai a insegnare in cotesta cosa del santo, perché io non vo’ che ti stracchi. Guarda, ti par necessario sia giusto tutto ciò ch’è santo?

EUTIFRONE Sì.

SOCRATE E forse tutto quel ch’è giusto è anche santo? o tutto quel ch’è santo è giusto, e quel ch’è giusto non è tutto santo, ma parte sì, parte no?

EUTIFRONE Ma io non ti tengo dietro, Socrate.

SOCRATE E pur tu se’ giovane tanto piú di me, quanto piú savio. Ma ho ragione io! quel che ti stanca è il gran carico di scienza che tu hai addosso. E sforzati un poco, via, beato omo, che alla fine non ci vuol poi molto a intendere quel che dico io. Io dico l’opposto di quel che disse il poeta: Di Giove fattore e vivificatore dell’universo non vuoi tu cantare; perché dov’è paura, là è vergogna. Ma, dove mi scosto dal poeta, te l’ho a dire?

EUTIFRONE Perché no?

SOCRATE Non pare a me che dov’è paura si trovi vergogna: e davvero molti han paura delle malattie e della povertà e di altre simili disgrazie, ne han paura, ma vergogna no. Non pare a te?

EUTIFRONE Sì.

SOCRATE Ma dove è vergogna, lì sì è paura; chi si vergogna e arrossisce di qualche cosa, non teme d’averci a fare una figuraccia? Dunque non sta bene dire, dove è paura, è vergogna; ma sì dove è vergogna, lì è paura. E davvero non dovunque è paura è vergogna, ché l’una piú si stende largamente che l’altra, e la paura è parte della vergogna, come il pari è del numero: ché dovunque è il pari c’è sempre il numero, e dovunque è il numero non ci è sempre il pari. E or mi tieni dietro, ora?

EUTIFRONE Sì.

SOCRATE E la medesima cosa ti domandavo dianzi, cioè il santo si ritrova ogni volta dove è il giusto? ovvero dove è il santo si ritrova il giusto, ma, per contrario, dov’è il giusto non ci si ritrova ogni volta il santo, per essere il santo parte del giusto? S’ha a dir cosí, o altrimenti?

EUTIFRONE No, cosí; che mi pare tu dica bene.