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Faust/Parte terza/Paralipomeni/Alla corte dell'imperatore (I)

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Paralipomeni - Alla corte dell'imperatore (I)

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Johann Wolfgang von Goethe - Faust (1808)
Traduzione dal tedesco di Giovita Scalvini, Giuseppe Gazzino (1835-1857)
Paralipomeni - Alla corte dell'imperatore (I)
Paralipomeni - Strada maestra Paralipomeni - Alla corte dell'imperatore

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ALLA CORTE DELL’IMPERATORE.


Teatro.

L’Attore che fa la parte del Re mostra di essere sfinito.

Mefistofele. Bravo, mio vecchio Fortebraccio! civettone di antico vezzo! eccoti là allediato e indisposto; men duole, tel dico con tutta l’anima. Ma via, coraggio. Ancora un motto, noi non udremo sì tosto a favellare un re.

Il Cancelliere. Ed è per questo che ne è data più di frequente la ventura d’ascoltare le sagge parole di Sua Maestà lo Imperatore.

Mefistofele. Gli è un altro caso; e Vostra Eccellenza ha troppa ragione di protestare. Quanto noi diciamo — noi poveri stregoni — è al postutto futile e inconseguente.

Fausto. Zitto! zitto! ei si rianima.

L’Attore. Va, o cigno antico! va! sii mille volte benedetto per quel tuo canto estremo, per tutto che m’hai fatto udire di buono. Il male onde fosti cagione è cosa da non farne conto....

Il Maresciallo. Parlate un po’ men alto, che l’Imperatore dorme! Vostra Maestà pare che non istia troppo bene.

Mefistofele. Sua Maestà non ha che a darne il cenno, e noi la facciam finita in sull’atto. Intanto a gli Spiriti più nulla avanza da dire.

Fausto. A che fine vai tu ruotando gli occhi all’intorno?

Mefistofele. Vo cercando ove diacine possano le [p. 529 modifica]bertucce essersi rintanate, ch’io le odo a garrire tuttavia.


Egli è come diceva pocanzi un....

Il Vescovo. Le son queste idee da pagano; ne ho trovato di consimili in Marco Aurelio. Le son, ripeto, virtù de’ pagani.

Mefistofele. Magagne fastose! donde ne concludo essere doveroso che i prigionieri vengano condannati in massa.

L’Imperatore. Trovo ciò un po’ durello: che ne dice il Vescovo?

Il Vescovo. Senza pretendere di eludere la sentenza della nostra Chiesa infallibile, sembrami tuttavia che....

Mefistofele. Perdonare! virtù da pagani? Gli avrei di buon grado puniti, ma, s’ella è così, perdoniamo! — Vanne assoluto, tu pel primo, e rientra nel pieno tuo diritto.


(Spariscono senza tramandar puzzo.)

Il Maresciallo. Sentite voi nulla?

Il Vescovo. Io? No!

Mefistofele. Questa genía di Spiriti non dà, o signori, pur ombra di fetore.