Frate Guidotto da Bologna/Capitolo II

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Capitolo II

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CAPITOLO II.

Esame dai Codici della Rettorica volgarizzata da Fra Guidotto da Bologna e delle edizioni che ne furono pubblicate a stampa fino ai nostri giorni.


Cinque codici completi e il frammento di un sesto si conservano nella biblioteca Riccardiana in Firenze.

Il primo non meno per antichità che per bellezza è un codice membranaceo del secolo XIII, segnato ora col numero 1538, e secondo l’indice del Lami S. III in fol. n. XLVII. L’operetta di fra Guidotto stendesi in questo codice dalla pagina 77 alla 93, in precede una visione di S. Bernardo e la segue l’Apocalisse di S. Giovanni. Il titolo e la divisione dei capitoli è fatta per rubriche; le iniziali sono in carattere lapidario romano, miniate su di un quadrato col fondo dorato, tranne delle iniziali dei cinque capitoli a pagine 78 ed una a pagine 87, che sono senza fondo in inchiostro rosso con ornati azzurri, o azzurro con ornati rossi. La scrittura è quadrata, regolare, non troppo facile ad intendere per le molte abbreviazioni, specialmente a chi non vi ha assuefatto l’occhio; nessuno o [p. 22 modifica]ben pochi segni d’interpunzione. La prima pagina è più difficile ancora a decifrarsi par essere quasi del tutto svaniti i caratteri. Citando questo codice lo ricorderemo colla lettera A.

Segue in ordine di tempo il frammento sunnominato. Si trova nel codice membranaceo N. 1642 probabilmente del secolo XIV. Della rettorica non vi sono che due pagine sole (73-74 del cod.). Precede un’operetta: «Proemii sopra diverse maniere di dire.» Seguita: «Tavole per trovare in che giorno cade la Pasqua. «Questo frammento sfuggito al Lami contiene il prologo che incomincia: Prolagho di frate guidocto da bolognia sopra la rectoricha di tulio, ed il primo capitolo che ha per titolo: Qui tracta sopra sapere bene e ordinatamente favellare, e per quanti modi s’appara bene e dirittamente a parlare e l’usanza che fa bisognio. Dovendo ricordare questo frammento lo chiameremo B.

Il secondo manoscritto completo è cartaceo del secolo XV, segnato ora col N. 1638, e nell’indice del Lami R. IV in fol. N. XXXVI. Non vi sono unite altre opere, se non che seguono: «Proemi sopra diverse maniere di dire.» Leggesi nel titolo il nome del copista Piero di Nicolò di forese. Il carattere è poco intelligibile, tanto più che qua e là i tarli v’hanno fatto nido. Il volume è di 54 pagine; e la rettorica va dal principio fino a pag. 37. — Una annotazione posta sul foglio intermedio fra la legatura ed il testo dice: «Rettorica di Fra Guidotto da Bologna dell’ordine de’ Gaudenti,» e sotto: «Notasi a pag. 27 che il copista ha saltato il secondo trattato per essere ripetuto da Fra Guidotto.» Questa nota per altro deve essere di data molto più recente del codice. Lo ricorderemo colla lettera C. [p. 23 modifica]

Il terzo, segnato ora col N. 1639, e secondo il Lami S. IV in fol. I, è simigliantissimo, dai tarli e dalle note infuori, al precedente. La rettorica vi occupa le prime 77 pagine; seguono i «Proemi sopra diverse maniere;» di più un trattatello delle virtù cardinali. Ci varremo a richiamarlo della lettera D.

Il quarto, sfuggito esso pure al Lami, è cartaceo, ed è segnato col N. 1275; in esso precede «l’Etica di Aristotile» e a pag. 35 abbiamo il titolo comune, da poche variazioni ortografiche in fuori, anche agli altri codici, tranne del cod. A. «Qui comincia la rettoricha nuova di tulio traslatata di grammatica in volgare per frate guidotto da bologna e ’l proemio dellibro. — Anch’esso è seguito del: «Proemi sopra varie maniere di dire,» non ha del resto caratteri particolari, e lo richiameremo colla lettera E.

Il quinto codice è di molta importanza, non tanto per proprio valore, come perchè si è quello che ha dato tanto da fare al Manni e più ancora al Fontani, al Favaretti, al Nannucci, al Bartoli. È cartaceo della fine del secolo XV, non ricordato dal Lami, segnato col N. 2338. Si rileva a carte 32 che fu copiato da Filippo di Geri, di Ghino, di Geri da Rabatta che viveva nel 1390. Il primo possessore ne fu Giovanni di Bernardo di Giovanni Speziale, (pag. 25) poi venne in possesso di Carlo di Tommaso Strozzi, il che si rileva dalla prima pagina. Vi sono quei prohemj che abbiamo citati nei tre codici precedenti, ed ecco quello che ne dicono il Fontana e il Bartoli:

«Un codice cartaceo in folio che fu di Tommaso Strozzi, come è notato nella prima carta, trovasi nella libreria Riccardi segnato col N. 2338, che è lo stesso che il Manni dice essere stato del [p. 24 modifica]Borgiacchi, perchè da lui indicato come scritto da ser Geri da Rabatta il quale di sua mano notò il proprio nome a carte 32; ed anticamente posseduto da Bernardo di Giovanni Speziale, siccome si ha alla carta 25. Porta il seguente titolo in fronte: Questo libro tratta degli avvertimenti dati da’ dicitori che vogliono parlare con parola buona, composta, ordinata et ornata et in sulle proposte sapere consigliare e lo detto suo puntualmente profferire rechato a cierto ordine per messer bono di messer giambone ad utilità di coloro cui è piacere di leggere. — Ed in fine: Qui è finita la rettorica di Tulio la quale messer Bono Giamboni giudicie di legge e buono, huomo recò in volgare, perchè n’avessero diletto in quanto si potesse gli uomini laici, che hanno valente intendimento la quale rettorica volgarizzata fra Guido da Bologna si vantò, si come si trova scritto che l’avea volgarezzata egli, e traspose la parte di dietro dinanzi per diversi modi.» Lo citeremo colla lettera F.

Ed ora passiamo alla biblioteca Nazionale, dove sono conservati due bellissimi esemplari in pergamena di quest’opera. Il primo è membranaceo in folio segnato nella classe VI, P IV, 123, probabilmente scritto sulla fine del secolo XIII per la somiglianza di caratteri col cod. A o al più sul principio del secolo XIV, sebbene siano le lettere alquanto più sottilmente tracciate. Esso è formato di 32 pagine, delle quali 22 sono occupate dalla rettorica, infine della quale havvi una specie di tavola sinottica, ricavata dalla dottrina trattata nell’ultima parte della rettorica, come appresso. [p. 25 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/30 [p. 26 modifica]assiso ad uno scrittoio colla penna in mano in atto di cominciare a scrivere; è tutto vestito d’azzurro, ha barbetta corta, grigia, tonda. Il disegno della figura è scorretto e un po’ grossolano; parimenti duro e stentato è il fregio che si distende serpeggiando prima attorno di questa lettera, fino a mezzo del margine superiore e a due terzi del sinistro della pagina. Questo codice, come si rileva dal foglio intermedio tra la legatura ed il testo, apparteneva nell’anno 1570 al Seniore Carlo di Tommaso Sirossi, ed era segnato col N. 506. Lo ricorderemo colla lettera H.

Il secondo codice della Nazionale è anch’esso membranaceo, appartiene alla classe VI ed è segnato P. IV 127. — Consta di pagine 106. Comincia con un’operetta che ha per titolo: «Qui comincia lo insegnamento di retorica il quale è ritracto in volgare dei libri di tulio e di molti phylosophi.» — Si distende fino alla pagina 42, ed ha molti punti di confronto con quella di Guidotto, ma non è la stessa, a pagina 42 in fine è scritto: «Siegue ora quello che volgarizò l’abata;» poi nella opposta facciata: «Qui comincia la rethorica nova di tulio traslatata di gramatica in volgare per frate Guidotto da Bologna.» Questo trattato si stende sino alla facciata sinistra del foglio 68: al cui piede si trova la tavola sinottica simile a quella notata nel codice precedente. Seguono poi: «Prohemij sopra diverse materie,» dal titolo in fuor perfettamente simili a quelli altre volte citati; poi a pagina 81: «Esordi di diverse maniere;» e finalmente a pag. 87: «Qui comincia illibro del fiore di filosofi e di molti savi.» Dal foglio cartaceo fra la legatura ed il testo, si rileva che questo fu il codice veduto e citato dal Mehus nella sua vita di Ambrogio [p. 27 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/32 [p. 28 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/33 [p. 29 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/34 [p. 30 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/35 [p. 31 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/36 [p. 32 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/37 [p. 33 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/38 [p. 34 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/39 [p. 35 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/40 [p. 36 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/41 [p. 37 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/42 [p. 38 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/43 [p. 39 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/44 [p. 40 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/45 [p. 41 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/46 [p. 42 modifica]Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/47