Gazzetta Musicale di Milano, 1872/N. 5

Da Wikisource.
N. 5 - 4 febbraio 1872

../N. 4 ../N. 6 IncludiIntestazione 21 dicembre 2021 25% Da definire

N. 4 N. 6

[p. 35 modifica]SI PTTBBLiaA. O3NI DOMENICA REDATOTORB SALVATORE FARINA Al presente numero è unito il Numero 3 della RIVISTA MINIMA. L’ESPOSIZIONE DI VIOLINI CREMONESI A VIENNA Ci perviene un diffuso programma intorno a questo importante ramo dell’esposizione mondiale che avrà luogo a Vienna nel 1873. Si sa che i violini cremonesi formano il desiderio di tutti i musicisti e l’oggetto di molte infruttuose ricerche scientifiche. Si vogliono penetrare i segreti d’un arte che ebbe splendori, ma non lasciò dietro di sè altro che vacue ammirazioni. Stradivario e Guarneri portarono nel loro sepolcro la ricetta dei loro miracoli di fabbricazione, e il violino si può dire morto con essi. I tentativi d’imitazione divennero mano mano più impotenti e le buone regole furono presto dimenticate. Si ebbe più tardi qualche buon violino, ma non buoni violini; cosicché la ricerca dei vecchi divenne sempre più appassionata e gli Stradivarius e i Guarneri divennero oggetti preziosi. Allora incominciarono le imitazioni e le contraffazioni. E pazienza e l’imitazione si fosse limitata alle parti esteriori (alla vernice, alla forma, alle f. f., alle teste ecc.) senza pregiudicare la costruzione interna, sebbene ciò nutrisca i pregiudizi! dei compratori, e possa dar occasione ad inganni e truffe passando di rivenditore in rivenditore; ma avvenne pur troppo il contrario. Una pubblica mostra, in cui vengano raccolti tutti o la maggior parte dei violini cremonesi esistenti, non è adunque un semplice pasto alla curiosità, ma ha una importanza scientifica grandissima, perchè offre maniera di stabilire col confronto delle varie scuole (dai più antichi prodotti del Lardelli e del Duiffoprugar allo Stradivario ed al Guarneri) le norme d’uno strumento perfetto. «Le numerose ricerche,, è scritto nel programma tedesco, fatte finora intorno a questo argomento, e specialmente quelle del fisico Savart, non poterono ancora far riconoscere per quali leggi acustiche questo modello di violino, scoperto dall’empirismo, sia precisamente e ad esclusione d’ogni altro, quello che risponde il più perfettamente alle esigenze dell’arte. L’empirismo che ha fatto scoprire questo modello, non superato e che sarà difficilmente eguagliato, degli Stradivarius e dei Guarnerius deve pure ricondurci sulle sue traccie.» «Il fabbricante intelligente che ha studiato questi istrumenti modelli in tutte le loro parti essenziali, senza negligere il legno di cui sono costrutti e la forma, conosce certo le condizioni necessarie per produrre questo suono bello, nobile e potente, che li distingue; e può anche sperare di costrurre strumenti ugualmente perfetti, pur che abbia a sua disposizione il legno della stessa qualità. «Ora se numerosi esempi venissero pubblicamente ad aprire la strada a questa convinzione, se fosse provato che per dare ai contemporanei e alla posterità dei prodotti d’egual valore non si ha che a procedere esattamente come i fabbricanti italiani, non sarebbe egli rimettere in onore la costruzione moderna del violino? «Un concorso pubblico di questo genere procurerebbe inoltre l’occasione di affermare lo sviluppo storico della costruzione del violino in Italia. Il giudizio d’uomini competenti perverrebbe a stabilire il carattere distintivo delle diverse scuole e dei fabbricanti, ë i rapporti che corrono fra di essi. Si stabilirebbe sopra tutto il modo con cui questo modello di violino si è trasformato successivamente, passando per infinite modificazioni nel contorno, nella forma delle f f ecc., a partire dai più antichi prodotti fino ai più perfetti di Stradivarius e Guarnerius.» Il programma stabilisce poi minutamente le norme del concorso, che sono in riassunto le seguenti. All’esposizione sono ammessi i violini, le viole, i violoncelli i contrabassi e le parti staccate degli stessi istrumenti di costruttori che vissero fino alla fine del secolo XVIII, vale a dire da Lardelli fino a Lorenzo Storioni, non più oltre. Siccome però la scuola tirolese del Secolo XVII ha molta affinità colla cremonese, saranno anche accettati gli strumenti di fattura di Jacopo Stainer, dei due Albanis e di Mattia Klotz. L’accettazione dipende dal giudizio d’una sezione del Comitato dell’Esposizione, composta di profondi conoscitori d’ogni nazione. Non si accettano strumenti [p. 36 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO contraffatti, cioè d’origine non italiana, o se tali, riparati in maniera da snaturarne il carattere. I violini e le viole saranno separati dai violoncelli e dai contrabassi: il resto sarà ordinato secondo l’origine. Gli espositori sono pregati di unire ai loro strumenti le notizie descrittive e storiche, e in generale tutti quei dati che possono servire a ricostruire la storia degli strumenti d’arco. E lecito indicare il prezzo per il quale si è disposti a vendere gli strumenti. Gli espositori possono anche proporre dei candidati per la formazione della commissione esaminatrice; di queste proposte sarà tenuto conto il più possibile. I nomi degli espositori, salvo quelli di cui si domandi il segreto, saranno pubblicati nel catalogo. L’esposizione durerà almeno sei settimane ed avrà luogo nei mesi d’estate del 1873. in modo che il suo viso diventa livido, ma invano. Nuovi sforzi e più violenti, gli occhi stanno per uscirgli dalla testa, e ancora senza frutti. Finalmente l’istrumento manda un suono che assomiglia al rauco grido di un’anitra, e a cui succede.... indovinate?... un pasticcio di maccheroni. Tutti ridono sino alle lagrime; Rossini si tiene i fianchi. Il povero artista, che non sa a chi attribuire il tiro, balbetta nel massimo imbarazzo le sue scuse. «Mio amico, gli dice finalmente Rossini, non è niente di male, ora sono persuaso che voi possedete un talento robusto». Egli stesso aveva posto i maccheroni nella tromba del povero musicista - a cui per altro procurò il posto desiderato.

Un recente avviso del teatro di Würzburg annunciava la rappresentazione del Flauto magico con questa nota: «Musica del maestro di cappella W. A. Mozart» e colla postilla; «L’introito dell’odierna rappresentazione sarà impiegato per l’acquisto dei nuovi strumenti d’orchestra». Ignoriamo se il pubblico accorresse in folla ad udire per l’ultima volta gli strumenti vecchi. A Bruxelles si è formata una società per azioni allo scopo di udire le rappresentazioni della trilogia e prologo L’anello elei Nibelungen di Wagner che devono aver luogo a Bayrenth. La cosa è un po’ oscura e merita d’esser spiegata. Lasciamone l’incarico agli articoli dello statuto sociale: Art. IL Ogni membro della Società dovrà pagare durante gli anni 1872-73, lire 22,50 annuali, in tutto 45 lire. Art. III. Quando la società ha raccolto 20 quote annue, acquista una carta patronale che costa 1125 lire, e dà diritto di ingresso e posto riservato alle tre serie di rappresentazioni. Art. IV. Questa carta è estratta a sorte fra i membri della società; su 25 dei quali tre potranno assistere ciascuno ad una serie completa di rappresentazioni!

La Gazzetta d’Augusta conteneva negli ultimi numeri il seguente annunzio: «Ricerca di una cantante. Un maestro in un bel borgo della Svevia, vicino alla ferrovia, cerca una fantesca diligente, amante dell’ordine, che sia nello stesso tempo una buona cantante soprano ed abbia amore pei fanciulli. Si assicurano lauta mercede e buon trattamento. D’economia non si parla.» Tutti sanno che Rossini era un giocondissimo compagnone, e che il suo salotto risonava sovente di grasse risate promosse dalle sue comiche celie. Un giorno si presentò a lui un suo compatriota, un povero diavolo, trombonista, pregandolo di procurargli un posto nell’orchestra dell’Opera. Rossini promise, ma poi dimenticò il suo protetto. Il trombonista credette che si dubitasse del suo talento, e scrisse al celebre maestro pregandolo gli permettesse di suonare qualche cosa. Una sera in cui erasi adunato un crocchio d’amici in casa del gran maestro, questi annunziò loro, il raro godimento di un assolo di trombone, e fece venire il suonatore, che si accinse allegramente a suonare. Egli gonfia le guancie, adopera tutta la forza dei suoi polmoni, ma nessun suono esce dallo strumento; si affanna VARIETÀ La China non ha nulla da invidiare all’Europa... neppure il giornalismo teatrale onesto. Ecco appunto un saggio di critica onesta del Corriere Musicale di Pechino in data del 5 novembre: «Umanissimi lettori del nostro mondiale giornale; genuflesso vi domando perdono se nell’ultimo mio numero voi siete stati ingannati intorno al merito artistico della signora King-Kang, la nuova prima donna del teatro che il nostro Sapiente Imperatore ha fatto fabbricare per divertire noi, che umili figli della terra siamo un atomo al cospetto del figlio dell’astro che illumina il globo intero. Si, lettori, foste ingannati! e lo foste dal mio tanto rinomato giornale. Ebbene, vendicatevi. Volete farmi rase le spalle? eccovele, ve le presento! Volete tagliarmi un’orecchia? ne avete il dritto. Volete attaccarmi l’orecchia con un chiodo alla porta del mio studio? padroni di farlo! Volete che mi squarci il ventre? sono agli ordini vostri! Ma voi siete clementi, umanissimi lettori, non è vero? Ed ecco perchè sono certo che vorrete perdonarmi. Conosco i miei torti, ho errato; ma io sono 1 imparzialità in carne ed ossa, e vado a fare ammenda del fallo commesso od almeno del fallo che il mio galoppino Lin-Moor, mi ha fatto commettere, colle informazioni che egli mi diede sull’esito ottenuto 1 altra sera dalla prima donna signora King-Kang. Le lodi ad essa impartite sulla bugiarda fede di Lin-Moor non erano meritate. Poveretta! petto adamantino, spalle di alabastro, ben tornite braccia; ma in quanto ad arte siamo agli antipodi. La metà degli illustri spettatori era’del parere del serpente. Che cosa avrà detto Confucio, udendo tanto sibilare? Che cosa avrà detto non so, nè m’importa saperlo; ma quello che mi interessa conoscere, è ciò che avranno detto i miei amatissimi lettori! avranno creduto ad un inganno da parte mia, ed invece l’ingannato fui io. M.lla Kang ha voce stridula, canta come Dio vuole, e sta in scena come Dio ed il nostro Saggio Imperatore non vorrebbero. Credo che queste mie parole di rettifica bastino a mia giustificazione, ed a prova di quella imparzialità della quale mi vanto. I miei confratelli non avrebbero certo il coraggio di siffatte rettificazioni». Si capisce che il soprano assoluto signora King-Kang era stata portata alle stelle nel numero, antecedente con schietto entusiasmo e che lo schietto entusiasmo fu voltato in celia quando la signora King-Kang ebbe commesso l’imprudenza di... non prendere T associazione al Corriere Musicale. È un sistema molto in voga anche fra noi. Rimane a sapersi se siano gli Europei che hanno copiato i Chinesi 0 i Chinesi gli Europei, oppure se il genio delle razze si sia incontrato. Noi ei diclnaramo incompetenti. Si è detto da molti autori che l’invenzione del clavicembalo data all’incirca’ dal 1505, e che i primi furono costrutti in Italia, Senza risalire fino all’antico Testamento col padre Bonani che pretende trovare le traccio del clavicembalo nel salmo 150, risulta da un documento autentico l’esistenza fin dal 1404 a Bruges d’un clavicembalo, che fu posto a pegno al monte di pietà dall’ospedale di S. Giovanni. Ecco l’estratto delle note del si [p. 37 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 37 gnor Van de Casteele pubblicate intorno a questo argomento nel giornale La Piume: «Nell’anno 1404-1405 si trova nel conto dell’ospedale S. Giovanni una somma di 8 Ib pagata al Monte di Pietà per pegno durante otto settimane d’un clavicembalo di grandi dimensioni». Si legge più oltre: «Nel 14121413 una somma di 7 Ib e 4 scalini è pagata per lezioni d’organo e di canto date a Giovanni Wauters e a Guglielmo Spikinc. Il compositore Flotow, la cui opera Maria aveva deliziato i Parigini nel dicembre del 1865, lasciò il teatro de’suoi trionfi il giorno dopo la seconda rappresentazione. «Come» gli disse un amico, «voi lasciate Parigi il giorno dopo un simile successo?» — «Lo devo». — «Senza pensare alle conseguenze?» — «Certamente». — Non fate alcuna visita ai giornalisti?» — «Non ne ho tempo» — «Fareste bene a rimanere qui almeno quindici giorni». — «È impossibile, mi si aspetta a casa». — Ma avete proprio tanta fretta?» — «Si, molta fretta, devo essere assolutamente in famiglia la sera di Natale». — «Assolutamente?... Ma non pensate alla vostra gloria?» — Flotow cavò il suo portafogli, e mostrando all’amico le fotografie della moglie e dei figli, soggiunse: «Guardate, mio buon amico, questi mi sono più cari della gloria!» Il signor H. D’Ideville nel suo Giornale d’un diplomatico parla di Cavour come musicista: «Egli ripeteva sovente questa frase: «Io non sono un artista, io!» e la ripetè anche in un discorso al Parlamento. Ma era piuttosto modestia, che assenza del sentimento estetico. Nella sua giovinezza aveva appreso la musica, ed era anzi l’arte che preferiva. Egli assicurava di non aver mai potuto intendere senza commozione il Miserere del Trovatore. Ora colui che sente cosi al vivo queste melodie, può non dirsi artista? — Alle ultime elezioni, quando il telegrafo gli annunziò che Verdi era stato eletto deputato a Modena, si fregò le mani secondo la sua abitudine ed esclamò dinanzi a molte persone: «Ah! tanto meglio! chi ha fatto il Trovatore è ben degno d’aver il suo seggio al primo parlamento italiano!»

Si è usi a far le meraviglie dell’enormità delle paghe odierne degli artisti teatrali rinomati. È per altro gran tempo che essi sono accostumati a ricevere rimunerazioni eccessive. La signora Catalani fu la prima, al principio del secolo, a guadagnare la liberalità degli impresari. Dopo alcuni concerti dati a Parigi nel 1806, essa ebbe una scrittura per Londra. Napoleone la fece chiamare: — Voi avete domandato un passaporto per l’Inghilterra? le domandò. — - Si, sire. — Mi oppongo alla vostra partenza; vi bisogna restare a Parigi, che è la vostra vera cornice, è il solo paese che possa apprezzare il vostro talento. Vi farò pagare al di là d’ogni vostro desiderio; avrete 100.000 lire di stipendio e due mesi di congedo. È negozio conchiuso. Ma il negozio non era punto conchiuso, perchè la scrittura <h Londra assicurava alla Catalani più del doppio di ciò che le veniva offerto dall’imperatore; però essa prese cosi bene le sue precauzioni, che riuscì a lasciare segretamente Parigi senza il passaporto e fece la traversata a bordo d’un naviglio che trasportava dei prigionieri in cambio. La traversata durò 24 ore e costò 3,000 lire alla signora Catalani! Il giro che la signorina Fanny Elssler fece in America durante 15 mesi, le valse circa 700,000 lire. Enrico Herz, in due anni, raccolse agli Stati Uniti il milione che aveva perduto a Parigi. La Malibran riceveva a Londra 3,7501ire per rappresentazione. Non è Adelina Patti la prima che abbia avuto 10,000 lire per cantare iu una solennità musicale; la Grisi nel 1840 riceveva ugual somma a York, a Liverpool e a Londra. Infine la seconda beneficiata della Taglioni a Pietroburgo, nel 1838, le portò 204,000 lire (51,000 rubli). Y Il Municipio di Parma ha aumentato la dote del teatro di L. 7000 perchè si rappresenti V Aida di Verdi.

  • Si prepara al Carlo Felice di Genova un’opera nuova del maestro Gandolfi

— Il Conte di Monreal. Un’altr’opera che verrà rappresentata nella corrente stagione, per la prima volta, è la Caterina di Guisa del maestro Gandolfi e sarà data sulle scene del Comunale di Catania. Il maestro Enrico Bernardi fa annunziare di aver condotto a fine la sua opera: Patria. -V- Nel prossimo mese di Marzo avremo un matrimonio artistico; la gentile prima donna Enrichetta Berini, si sposerà col celebre basso Ormondo Maini. Il teatro di Padova, a quanto si dice, quest’anno non avrà il solito spettacolo d’opera durante la Fiera! II Trovatore ha pubblicato il Quadro Generale di tutte le compagnie italiane liriche, danzanti, drammatiche, ecc., scritturate per carnovale e quaresima 1871-72 nei teatri d’Italia e dell’Estero. Il Pirata, uno dei più vecchi giornali teatrali d’Italia, che si pubblica a Torino, è entrato nel XXXIX anno di vita. E la Fama, pregevole giornale redatto con gusto letterario da Pietro Cominazzi, conta a quest’ora XXXI anni di vita. Il teatro Condomini di Macerata, instaurato ed abbellito, verrà riaperto nei mesi d’agosto e settembre con spettacolo d’opera in musica e ballo. La dote è di lire 30,000. A Modena il 21 gennaio, nel Palazzo Orlandi, alcune alunne del maestro Cavani Annibaie, eseguirono benissimo varii pezzi di musica ad uno e due pianoforti. Applausi alle allieve ed al maestro. Y- In un mese a Lucca hanno cambiato 5 tenori e 7 a Parma: Girardi, Baroni, Curiel, Bassani, Gottardi, Bassini e Cazaux! Le prime otto rappresentazioni del Roi Carotte, a Parigi, hanno fruttato un introito di 56,597 franchi? La propaganda musical è il titolo di un nuovo giornale che si pubblica ora in Madiid. E il ventesimo che vede la luce in quella capitale. Y La facciata del teatro di Correggio verrà rinnovata in quest’anno. Fu nominato accordatore al R. Conservatorio di Milano il sig. Fattorini. A4 Un pianista fiorentino, il signor Carlo Taddeucci, che ora trovasi al Cairo, promosse ed iniziò una sottoscrizione pubblica per far coniare una medaglia d’oro, da inviarsi al maestro Giuseppe Verdi. L’Avvenire d’Egitto di Alessandria del 12 corrente reca una prima lista di sottoscrizioni. La Società del Quartetto di Milano ha stabilito di dare i suoi concerti del 1872 alternativamente alla Sala dei Giardini Pubblici e alla Sala del Conserv atorio, perchè si possa formare un esatto criterio sulle qualità acustiche e sulle comodità dei due locali, e fare più tardi una scelta definitiva. V II maestro Edoardo Perelli fu nominato membro del Consiglio della Società del Quartetto di Milano. La compagnia dell’opera italiana che era al teatro di Valladolid si è sciolta, e quella che fu a Gerona e a Figueras ha terminato il corso delle sue rappresentazioni. A Torino giorni sono si sviluppava il fuoco nel negozio di musica del signor F. Bianchi sotto i Portici di Po, recando all’editore un danno di parecchie migliaia di lire. > Un giornale che si pubblica a Bruxelles dà in data del 25 gennaio questa ultima notìzia: la Scala di Milano ha pubblicato il cartellone della prossima stagione, ecc. Tante grazie. [p. 38 modifica]38 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO ¥ A Madrid doveva essere inaugurata di questi giorni la nuova cappella di musica del Reai Palazzo. Un critico americano parlando della prodigiosa memoria della pianista Mary Krebs, che fa delirare i melomani del nuovo mondo, scrive: «Ieri sera ella ha eseguito un buon mezzo milione di note, e non ne ha certo lasciato cadere una sola sotto il pianoforte. «Di quanti celebri pianisti d’oggi si può dire altrettanto? II maestro Guido Cimoso da Trieste avendo ximiliato (è scritto così) a S. S. Pio IX un esemplare della pubblicata riduzione per piano a quattro mani del suo Studio allegorico-musicale, che verge sopra importanti passi della Bibbia, quali II Finimondo, Il G-iudisio universale e L’Eternità, la detta S. S. rimeritò il maestro con una delle poche medaglie d’argento coniate in memoria del faustissimo giorno in cui la detta Santità compiva il 25.° anno del suo Pontificato. 0 invidiabile maestro Cimoso! Firenze „ 1 febbraio. Domenica scorsa abbiamo avuto alla Pergola il Conte Ory, aspettatissimo. Ma l’esito, lo dirò subito, non rispose all’aspettazione che in ben piccola parte; e se non fu il buio pesto, come dicono qui, del Ruy-Blas e del Bravo, fu una luce appena appena crepuscolare, con questo per giunta (parlando sempre della prima rappresentazione, perchè la seconda si sta ancora ad aspettarla) che sarebbe arduo il decidere se trattavasi del crepuscolo del mattino o di quello della sera. Ne’cantanti, nell’orchestra, ne’coristi, in tutti insomma, la buona volontà c’era innegabilmente; l’opera era stata provata e studiata con diligenza; ma la buona volontà e la diligenza ebbero a combattere col contegno severissimo ed agghiacciatissimo del pubblico, e rimasero sopraffatte più di una volta e più di dieci. Il tenore signor Montanaro ritrovò ancora e rimise fuori non poche di quelle note, non pochi di que’ modi di canto e di quegli accenti che gli valsero due anni or sono tanti applausi e feste così cordiali; ma il pubblico: zitto, o giù di lì. La signora Albani avrebbe meritato una buona salva d’applausi appena uscita sulla scena perla squisita eleganza della sua toilette, e ne avrebbe meritati altri in alcuni punti lodevolmente eseguiti della sua cavatina; ma il pubblico: zitto, e, alla fine, tre o quattro di quegli applausi esitanti e solitari, i quali riescono sempre a quel medesimo effetto che gli ultimi moccoli rimasti accesi d’una luminaria: fanno vedere che gli altri sono spenti. Di tutta l’opera insomma (e s’avverte che i fiorentini hanno il Conte Ory per quel gioiello che veramente è) non s’è applaudito davvero che il solo terzetto. Speriamo che il cielo si rassereni alla seconda rappresentazione; se no, chi sa dove s’andrebbe a cascare! Per buona sorte però l’impresa è solida; e quantunque perda già di molto, può perdere ancora e non c’è paura d’averla a dire assente e d’ignota dimora alla scadenza dell’ultimo quartale. Ora, a quanto mi si dice, si sta lavorando di e notte intorno al nuovo ballo «Flora, o la Dea elei fiori» del coreografo signor Marzagora. Dalla Pergola al Pagliano gli è il rovescio della medaglia addirittura. Al Pagliano il Ruy-Blas del Marchetti ha un successo felice e compiuto per ogni rispetto. Il teatro affollatissimo sempre, gli applausi continui, frequenti i lois, senza numero le chiamate al proscenio. E tutto questo, meritamente. Il signor Luciano Marzi, agente e rappresentante della Società teatrale fiorentina, ha saputo mettere insieme una compagnia che ben diffìcilmente a’ giorni che corrono la migliore, visto, s’intende, e considerato (e sentito!) che le più delle cosi dette stelle dell’arte sono oramai da collocarsi fra le cadenti, se già non sono bell’e cadute. — Al Pagliano abbiamo la signora Carrozzi-Zucchi, e non occorre dir altro sul conto suo, se non che si mantiene, in tutto e per tutto, pari al suo bel nome. Abbiamo la signora Stefanini-Donzelli, dotata di una voce non potentissima e non estesissima, ma bella e simpatica; e con questo, buona cantatrice e buona attrice. Era nel Faust una cara Margherita, ed è nel Ruy-Blas una Casilda carissima, — • e dico poco. — Il signor Masini, per verità, si vorrebbe vederlo un po’più composto ne’movimenti della persona, e segnatamante nel muoversi, un po’più vario ne’gesti:ma fatta astrazione di questi nei, egli è un tenore come oggi ve n’ha pochi e che farà cammino e andrà lontano senza nessun dubbio, perchè ha accenti che toccano e che commuovono. — Al dono preziosissimo di una voce di bel suono, pieghevole e intonata, il baritono signor Maurel, rara avis, unisce una perizia che si toglie dal comune di un gran tratto, così nell’arte del cantare, come in quella del porgere. — E ottimo cantante e ottimo attore è pure il signor Castelmary che ei viene, se non isbaglio, dal gran teatro delY Opéra di Parigi. E con questi cantanti, l’Usiglio a direttore, che viene a dire dottrina di maestro e fervore di vero artista, e una buona orchestra, e buone seconde parti, e buoni coristi. Coll’esito bellissimo del Ruy-Blas, non è a dubitarne, le sorti del teatro Pagliano sono assicurate; ed è a sperare pel vantaggio dell’arte e de’ nostri giovani compositori che siano pure assicurate quelle della Società fiorentina, così bene ideata e cosi saviamente diretta dal signor Marzi. La Messa, in mi minore, del M.° Giulio Roberti, eseguita nella chiesa di S. Croce, è stata generalmente lodata; e tanto, che fra giorni verrà eseguita di nuovo nella sala dell’Accademia Filarmonica. A quest’altra volta adunque, il dirne distesamente come merita. Il pianista signor Enrico Ketten, del quale la Gazzetta Musicale ha già tanto parlato, è qui ed ha dato, applauditissimo, due concerti. Firenze ha perduto di recente (il 29 dello scorso dicembre) un valente musicista e un arpista a’ suoi giorni non secondo a nessuno: Ferdinando Marcucci, nato nel maggio del 1800. B. INapoli, gennaio. Oh!... getto un sospirone, mi metto a battere le mani e grido: Evviva Papini. Dovete a lui se non comincio con una delle solite malinconie; è del valente violinista fiorentino che vo’parlarvi in questa lasciando al prossimo numero i particolari àeY Anna Balena, povera nave che per poco non si franse contro gli scogli del fortunoso San Carlo, e poco potrà rimanere in mare, colpa i cattivi nocchieri che cavaronla dal porto. E nell’altra pure che vi dirò qual giudizio qui pertossi sulle Educande di Sorrento dell’Usiglio; per ora mi limito a dirvi che il successo fu ottimo. Lasciatemelo ripetere un’altra volta: Evviva Papini; egli senza essere preceduto da ampollosi elogi mercè il suo ingegno riportò il più splendido trionfo lo scorso anno, quando suonò al Filarmonico; se a quel primo concerto assistette un uditorio scelto sì, ma non troppo numeroso, in questo secondo, che ebbe luogo sabato scorso affollatissima era la sala, e gli applausi clamorosi che il Papini ottenne gli dimostrarono come il pubblico nostro sappia avere in pregio il vero merito. Noi avemmo l’agio di ammirare e riconoscere la sua eminente maestria in ogni genere di esecuzione, poiché ricco oltremodo è il repertorio dell’egregio artista. Per la rapidità, per la purezza dei passaggi, per la nettezza d’intonazione pochi F agguagliano, ninno lo supera nemmeno, credo, nei pezzi esclusivamente destinati a mettere in mostra l’esecuzione più brillante. Egli pertanto sa tenersi nei limiti del vero anche nei più scabrosi arzigogoli musicali. Anima e dolcezza infinita nel suono, bella chiarezza e simmetria [p. 39 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 39 di colorito, accento finissimo ed espressione deliziosa nelle cantilene, nulla manca a questo violinista e tutto ciò apparisce naturale, tranquillo e scorrevole senza asprezze di sorta, senza effetti violenti. Il Papini, per finire, soddisfa a tutte le più rigorose esigenze artistiche. Poiché sono in viaggio, continuerò la mia rivista delle sale de’concerti, chè troppo viziata m’appare oggi l’atmosfera dei teatri nostri. Non vi spaventate, incomincierò e finirò col trattenimento offerto da una persona che voi troppo conoscete. Quel brontolone del signor Clausetti apri lo scorso anno la sala del suo quartiere a geniali convegni. Davansi la posta i migliori nostri artisti e ei sciar Peclrin tutto giulivo faceva inviti; udironsi certi pezzi di sala d’uno splendore abbagliante. Costantino Paiumbo suonò in maniera veramente prodigiosa una delle migliori produzioni del suo portentoso ingegno; concertisti solidi, esperti, segnalati nell’esecuzione dei pezzi di grande stile, suonarono perfettamente la musica di quei colossi che si chiamano Beethoven, Mendelssohn, Weber, Liszt, Schumann, Haydn, Spohr e che so io. Noi altri napolitani, che andiam matti per i concerti, e in special modo per quelli offerti gratuitamente piombammo, come avoltoi nelle sale del Clausetti, lodammo, applaudimmo, ei commovemmo e con rammarico apprendemmo in giugno che erano sospese le tornate accademiche a cagione del gran caldo. Ieri poi invitati di nuovo ad ascendere l’erta di Gennaro Serra, memori delle passate commozioni, immaginate un po’se rispondessimo all’appello. La sala era zeppa e fra gli esecutori erano Papini e Palumbo. Udimmo da’ medesimi la sonata di Beethoven, opera 47, dedicata a Kreutzer, un lavoro colossale, che fu eseguito con anima, energia, finitezza, eleganza, agilità, in una parola divinamente, come non ho mai udito eseguire questo stupendo concerto. Il Papini si produsse in seguito con una fantasia di sua composizione che valsegli un trionfo vero e leale. Non vo’ tralasciare di far menzione del giovane e valente maestro Marfella che accompagnò questo pezzo e fe’ mostra di molta intelligenza e perizia. La signora Caracciolo dei Duchi di Torchiarolo cantò, come pochissime artiste, con una leggiadria di modi ed una purezza di stile che hanno del singolare. Eseguì la romanza di Tito Mattéi Non tornò ed un’aria di Rossini e produsse magica impressione. Mi dimenticavo che il concerto principiò con un pezzo per pianoforte e che fecesi molto onore il giovinetto Leoncavallo suonando una composizione del Palumbo. Finisce ora l’allegoria; è la prima volta che una mia corrispondenza è zeppa di elogi, ma di qui ad otto giorni incominceranno, ahi! troppo, le lamentazioni. ^CUTO. Mantova, 31 Gennaio. Un mio amico, che fu per lungo tempo in Germania, mi raccontava che i sedicenti musicisti tedeschi chiamano cantilene e canzonette banali le opere dei nostri grandi maestri. L’amico stesso, ad un musicista che gli ripeteva per la forse decima volta questa cosa, chiese: «e perchè quando al teatro rappresentano le vostre dotte opere, non vi è che uno scarso pubblico, e allorché si riproduce una cantilena italiana, v’ha folla?» A questa argomentazione il suo’ amico non ebbe risposta, ed il silenzio del tedesco è la miglior conferma di quanto ebbi a sostenere nelle mie due precedenti lettere. E noi qui a Mantova ne avemmo una recente prova colla riproduzione della Semiramide dopo il Faust. Quest’ultimo spartito per quanto abbastanza bene eseguito, non attirava gente, e nel corso di sei rappresentazioni l’impresa fu costretta di riempire il teatro coi parenti ed amici dei professori d orchestra e dei coristi, e perciò si dovette nuovamente ricorrere alla Regina di Babilonia, che trionfante ricomparve sulla scena. Il pubblico le fece onore, ogni frase culminante fu applaudita, e gli artisti festeggiati. Fra giorni andrà in iscena la Traviata. Tempo addietro vi tenni parola di un Circolo Filodrammatico che qui si è istituito e mi pare aver asserito che la prima necessità per la vita di tale Società sia un istruttore. Le mie parole ebbero prova col fatto, chè si dovrà riunire la Società per ottenere l’assenso di prendere Tistruttore, senza di che una Società filodrammatica non ha vita, le famiglie non mandano i loro figli senza la certezza che debbano imparare. Jeri a sera ebbe luogo al teatro Sociale una rappresentazione a benefìcio degli Ospizi Marini. Il teatro era gremito. Sia lode ai giovani che iniziarono e condussero a termine cosi felicemente il loro progetto. Debbo registrare una perdita dolorosa per Mantova e per T Italia nella morte del conte Carlo D’Arco, illustre storico e artista, dico artista, perchè le sue illustrazioni dei capilavori d’arte sono un monumento artistico imperituro. Mori a 72 anni lasciando cospicue somme in beneficenza. P-’ p. f. Londra, 29 gennaio. Le istituzioni musicali si moltiplicano, e il giorno non é lontano, in cui il governo, secondando gli sforzi dei privati, diverrà anche esso un mecenate della musica. Sino ad ora le proposte di un regio conservatorio di musica, mantenuto col denaro della nazione, non sono state definitivamente accettate dal ministero; ma tutto fa credere che le ultra-economiche intenzioni del ministro delle finanze saranno quanto prima soggiogate dalle domande e dall’aspirazione del popolo «Chi la dura la vince» è un motto che gli inglesi conoscono a meraviglia; ed è perciò che le loro agitazioni, una volta cominciate, non si arrestano che allorquando non hanno più ragione d’essere. Ora una società di amatori istrumentisti è in corso di formazione per cura del comitato esecutivo del Royal Albert Hall, e il Duca d’Edimburgo ne ha già accettato la presidenza. Gli indizii che la gran stagione s’approssima a gran passi, sono visibili dappertutto. Il Palazzo di Cristallo è di nuovo la passeggiata fashionable del sabbato, grazie alla ripresa dei celebri concerti, che da lungo tempo a questa stagione dell’anno formano l’attrazione principale di quel popolare stabilimento. Sotto la direzione del signor Boosey progredisce con crescente successo la serie dei London Ballads Concerts al St. James’s Hall. Io credo che il signor Boosey, entusiasta come è della musica delle ballate, esagerò lo stato odierno della musica, il quale è detto miserando in ogni ramo, ad eccezione di quello che esso devotamente patronizza e incoraggia a patronizzare. Fra gli altri artisti di canto il signor Boosey annovera i seguenti; Sims, Reeves, A. Byron, Maybrick, Melbourne, signora Sherringhton, signora Bianca Cole e Miss Enriquel. Questi concerti di ballate hanno luogo il mercoledì e si chiamano però Wednesday’s Ballad Concerts. I concerti popolari del lunedi sono più popolari che mai. Secondo il solito, è il Benedici che li dirige; e giova dire che se il Benedici non è un genio nè per dirigere, nè per scrivere, egli è straordinariamente felice sempre nella scelta de’suoi personaggi. Basti il dire che fra gli altri rappresentanti della parte strumentale esso ha assicurato i servigi del Piatti, dello Strauss, e della Norman-Neruda. Ciò invero non è cosa nuova, poiché tali nomi sono popolari per i vecchi frequentatori dei «Monday Popular Concerts. $ Nell’ultimo concerto la Bentham-Fernandez ha fatto un vero furore non solo col suo canto, ma eziandio col suo abito verde. La Bertham-Fernandez è una cantatrice della speranza, forse perchè conta di cogliere nel corso della stagione prossima maggior numero d’allori, che nell’anno scorso. È in [p. 40 modifica]vero mio debito il dire che essa ha una voce di contralto capace di soddisfare appieno le necessità del teatro italiano. Sotto la direzione di sir Michael Costa ebbe luogo venerdì scorso in Exeter Hall la rappresentazione dell’oratorio Debora di Handel. Sir Michael Costa continua ad essere il beniamino della Sacred Harmonie Society. Quest’oratorio fu scritto da Handel espressamente per esser rappresentato in Inghilterra, e contiene dei cori e degli assoli di merito straordinario. I principali artisti di canto furono la Lemmens-Sherrington, la Giulia Elton, il Thomas e il Kedge. Quest’ultimo è un’eccellenza nuova nel mondo musicale inglese — ma sia detto ad onore del vero che, a somiglianza di molte eccellenze inglesi, lascia molto a desiderare. Il giro della signora Arabella Goddard negli Stati-Uniti, del quale i giornali dei due mondi s’occupano già da lungo tempo, comincierà col mese di agosto prossimo. Le prove della nuova Società Corale del Royal Albert Hall avranno luogo settimanalmente in Exeter Hall a cominciare dal 5 febbraio prossimo. Lettere del Cairo parlano del crescente successo deH’AztZa, e dicono che il pubblico corre alle rappresentazioni in moltitudine. Il Musical Standard dice che una eminente ditta milanese ha acquistato per la somma di 15,000 lire le composizioni inedite per pianoforte del maestro S. Thalberg. Il tempo continua ad essere piovoso, a dispetto di tutte le nostre preghiere per avere un tempo, che ei permetta di visitare comodamente i teatri! C. JBei’lino, 23 gennaio. (Ritardato.) Avvisi di dimensioni colossali erano attaccati alle cantonate, giorni sono, per annunziare alla folla sbigottita ed innocente i nomi di Ulmann, Mombelli, Sivori, Quartetto Fiorentino. Ulmann e la reclame, è notorio, non possono andare scompagnati a somiglianza dei celebri fratelli gemelli giapponesi Eng e Shang. La loro separazione sarebbe causa di morte. Il celebre maresciallo guidò per altro nel campo di battaglia della Singakademie forze artistiche straordinarie. La Monbelli, che ebbe fra noi gli onori delle più singolari biografie, e che fu dalle gazzette nostre ora data in moglie all’infelice avvocato marsigliese Cremieux, ora fatta nuora all’ex-ministro di Francia, ecc., ecc., è assolutamente una cantante eccellentissima. Non appena aprì bocca, fu una salva dì applausi frenetici. Disse l’aria del sempre giovine Barbiere: «Una voce poco fa, con tanta finezza, e facendovi fioriture di così buon gusto, che lo stesso Rossini, udendola, avrebbe battuto le mani. Essa si serve del metodo italiano, e la sua voce d’una estensione inaudita, piena, facile, si piega meravigliosamente a tutte le coloriture. Oltre l’aria suddetta cantò, accompagnandosi sul pianoforte, due canzonette della sua patria, un bolero ed un’altra bagattella del noto compositore spagnuolo Yradier. Il primo pezzo è forse troppo buffo; l’artista deve intrecciare il canto col parlato, ed essa lo fa con moine attraentissime, ma nell’insieme non è un pezzo che convenga a tanta artista. Gli applausi non possono descriversi. Negli altri concerti udimmo da lei l’aria «Bel raggio» della Semiramide, il rondò finale della Sonnambula, l’aria pure della Sonnambula, l’aria dei Moschettieri della regina di Haléuy e la serenata di Gounod con accompagnamento classico dell’ottimo Sivori. L’altra cantante, Bernardina Hamakers dell’Opéra di Parigi, formò un raro contrasto colla dolcezza della spaglinola, mentre la Mombelli ha la grazia, questa ha il fuoco; quella più arte, questa più volume di voce; la prima brillava come un bel raggio di sole, la seconda colla luce di calco di Drumond. L’artista francese cantò in francese l’aria del Conte Ory, un valzer di Cohen, la grande aria della Traviata ed un’altra aria italiana, di cui il programma tacque l’autore, il tutto stupendamente. Un’altra signorina, la Fichtner da Vienna, sedeva al pianoforte; anche ad essa non possiamo che tributare massime lodi; è certo fra le migliori pianiste del mondo. Suonò un nuovo concerto {la mag.) di Liszt con precisione e forza tali da far stupire in una donna. Eseguì inoltre due Studii di Chopin con molta eleganza, ed una fantasia ungherese di Liszt; poi insieme col quartetto fiorentino (Becker, Masi, Chiostri ed Hilpert), il celebre quintetto {mi bem.) di Schumann. Certo questo quartetto non è ugualmente perfetto come quello del berlinese Joachim, ma i quattro artisti sono di primo ordine e le accoglienze fatte loro dal pubblico furono cosi calde come quelle che di solito si fanno alle serate dello Joachim. Il quartetto fiorentino si distingue per dolcezza e per passione e merita certo la celebrità acquistata. Esegui tre quartetti: uno di Schubert {la min.), uno di Schumann {la mag.) ed uno degli ultimi di Beethoven {do diesis min.) La prova migliore fu quello di Schubert, che fu eseguito alla perfezione. Gli ultimi, ma certo non meno grandi onori, a Sivori, artista di cui l’Italia può andare orgogliosa, che è la purezza in persona. Accade ai più celebri violinisti di avere dei momenti di debolezza, ma questo Sivori io non l’ho mai inteso toccare una nota falsa — è un artista perfetto. Gli valsero grandi applausi il rondò nella Campanella di Paganini, le proprie fantasie sulla Lucia, il Carnevale di Venezia e la Mélancolie di Brume. Non mi dilungo sulle sue doti, sul suo portamento più angelico che umano, ma dirò solo che egli somiglia molto al nostro Joachim — ed è la massima lode che io possa dargli. Per compiere la mia rassegna menzionerò lo Staegemann ed il Mueller, baritono notissimo l’uno, e tenore assai valente l’altro, e il tenore Nicotini, che avrebbe fatto meglio di non comparire dinanzi al nostro pubblico. Lo Staegemann, rappresentante del semplice canto tedesco, non avrebbe dovuto cantare in un concerto in cui due cantatrici di primo cartello brillavano nelle coloriture del canto italiano e francese; trionfò nondimeno per la bellezza ed estensione della sua voce e per la chiarezza della sua pronuncia. Vedete da questi brevi cenni che vi ebbe molto di variato e di bello in questi concerti offerti dall’accorto impresario. Voglio finire questa rassegna col darvi notizie d’una cosi detta compagnia d’opera italiana che si presentò al pubblico nel Victoria théater, e che non ebbe assai liete accoglienze, sebbene contenesse parecchi buoni artisti Ho scritto così detta, perchè in questa compagnia italiana diretta dal Lorini, tutti gli artisti sono stranieri. Giudicatene voi. Zina Ide (soprano e principessa russa), Stella Bonnheur (contralto inglese), Harvin (francese), lo stesso Molinaro non è, a parer mio, che un berlinese mascherato. Di questi artisti metto innanzi la Bonnheur che ha voce di contralto schietta e bella e se ne’ serve stupendamente; non ha che un difetto, ed è che vuole estendere la sua voce naturale fino ai suoni acuti dell’alto soprano, il che ne mette a pericolo la durata. Nel Trovatore fu un’Azucena come ne udii poche, piena di fuoco e di slancio drammatico. La Zina Ide non ha voce molto estesa, e negli acuti è costretta a sforzare, ma non si può negarle il sentimento e la dolcezza del canto. Ottimo tenore, sebbene un po’sciupato, è l’Harvin. Nell’aria celebre di Manrico egli fe’ pompa d’un do di petto bellissimo; peccato che non sia sempre corretto nell’intonazione. Il Bruni, con poca voce, ma con arte somma, fu un buon Conte di Luna; e il pubblico gli fe’ festa. Se il successo dell’insieme non fu quale lo desiderava il noto impresario che ei fece conoscere la Desiderata Artot, la Grossi, il celebre Carrion, il famoso buffo Trinci ed altri, la colpa è della monotonia del repertorio. Nelle venture rappresentazioni speriamo maggior varietà. Nel primo concerto della Corte Imperiale, sotto la direzione del maestro Taubert, cantò oltre la Lucca ed il Woworsky, una principessa russa Narischkin, che ha bellissima voce e buona scuola; udimmo anche il celebre arpista Aptommas; il quale eseguì due proprie composizioni ed una di Parish-Alvars. [p. 41 modifica]GAZZETTA. MUSICALE DI MILANO 41 È in prova al nostro teatro la Traviala, in cui canterà la Lucca, il Formes (tenore) e il baritono Betz; il giorno della prima rappresentazione è vicino. È pure aspettato il nuovo lavoro coreografico del Taglioni con musica dell’inevitabile Hertel. Si dicono mirabilia. Vedremo. M.. R. MILANO. Poco o nulla di nuovo nella settimana musicale. Da tre sere | la Scala riposa per attendere più alacremente alle prove dell’Aida che andrà | in scena assai probabilmente mercoledì Intanto abbiamo altre due Aide, una al Fossati del celebre Ulisse Barì bieri, l’altra al Re (nuovo) di certo Ficarra che aspira alla medesima cele< brità. Il popolino fa feste a tutte e due. Alla Canobbiana andò in scena giornUsono il nuovo ballo del coreografo Pratesi: Il genio della terra; è un ballo pieno di buone intenzioni, ricco di arcobaleni, di luce elettrica e di apparizioni e sparizioni. Finisce con un sole che spunta sull’orizzonte, è un’alba che pare un mezzodì e che accieca gli spettatori, i quali non hanno il buon gusto di far liete accoglienze ad un’idea così luminosa. Il terzo ballo che avremo alla Scala sarà forse Sirena del coreografo Momplaisir, il quale domanda la rivincita delle sue disgraziate Figlie di Chéope. Ieri sera andò finalmente in scena al teatro S. Radegonda la tanto sospirata fiaba nuova dello Seal vini: Kakatoa. NAPOLI. Sappiamo che ebbe lieto esito una nuova opera del M.° Carlo Alberti — Oreste. Tutti i pezzi furono applauditi; la sinfonia è bene istrumentata, ed abbondano i canti: pare però che la musica non corrisponda all’altezza dell’argomento. L’esecuzione fu piuttosto buona GENOVA. Al teatro Nazionale buon esito la Norma ed il Roberto Devereux:, piacque assai la signora Vaneri. Ora si prepara la Luisa Miller. LUCCA. Il Rigoletto, che sul principio della stagione era stato barbaramente eseguito, fu riprodotto col tenore Mas’similiani, e fu un bel successo; gli altri artisti fecero del loro meglio, il che non vuol dire che facessero benissimo. PISTOJA. Ci scrivono: Esito splendido il Rigoletto, eseguito il 26 gennaio al teatro Manzoni, dalla signora Coriolano, dal tenore Errani, dal baritono Zesevich e dal basso Baldelli. Applausi e chiamate a tutti gli esecutori in ogni pezzo. Buon0 le scene e i vestiari, buonissimi i cori e l’orchestra diretta dal maestro Baldini. E uno spettacolo quale nelle nostre condiz ioni eccnomico-teatrali non potrebbe desiderarsi migliore. SAVONA. Ottimo esito da parecchie sere l’isabella d’Aragona del maestro Pedrotti. Bene assai la signora D’Este (protagonista), che ha voce intonata e robusta, il valente tenore Giacinto Ghislanzoni, il baritono Ciceri e il basso Savoldelli. RIETI. Il Giuramento, colle signore Bianchi e Antonelli, col tenore Ba dalucchi e il baritono Pescolloni, fu accolto con vivi applausi. SALUZZO. Ben accolto il Roberto di Normandia. Applaudita la signora Avigliana; bene il basso Bagni; discreti gli altri. PORTO MAURIZIO. La Lucrezia Borgia, andata in scena testò, fu un trionfo per la signora Conti-Foroni; bene la signora Neri, il tenore Villena, il baritono Rossi-Rumiati. VICENZA. Ci scrivono: Buon esito al teatro Eretenio I Falsi Monetari del maestro Rossi. La prima rappresentazione passò un po’fredda, causa le incertezze dell’esecuzione, ma alla seconda vi furono applausi frequenti. Piacquero in ispecial modo le signore Augustoni e Bordelli e il buffo Catani; discreti gli altri, buona l’orchestra, ed i cori, salvo qualche titubanza nel coro dell’atto secondo. BERGAMO. Ci scrivono: Esito buono al teatro della Società la Maria di Rohan; sono applaudite le signore Ferretti e Papi e il baritono Majocchi. I cori stonano. L orchestra diretta dal maestro Bozzelli, è lodevolissima. TRIESTE. Il Barbiere di Siviglia, colla Smeroschi, e col baritono Amodio, con Corsi, Fiorini e Graziosi, ebbe esito lietissimo. Emersero e furono applauditissimi la Smeroschi ed il bravo Amodio, che fu un Figaro pieno di brio. CASSEL. In questo teatro si eseguirono, nello scorso anno, 50 opere diverse che in complesso ebbero 110 rappresentazioni. Gli autori di queste opere sono: Mozart, Beethoven, Weber, Gluck, Mëhul, Cherubini, Mendelssohn, Spohr, Marschner, Kreptzer, Nicolai, Wagner, Lortzing, Flotow, Schenk. Schubert, Weigl, Halévy, Herold, Boieldieu, Meyerbeer, Auber, Adam, Spontini, Grétry, Gounod, Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi. BARCELLONA. Al Liceo andò in scena il Faust e fu assai bene eseguito dalla signora Fitè-Goula, dal basso David, da Merly e da Ugolini. Ottima al solito l’orchestra. — Al teatro del Circo discreto esito il Trovatore. Piace la signora Mariotti e il Conti; assai poco gli altri. Anche qui l’orchestra è eccellente. GAND. Il 24 corrente la compagnia italiana, diretta dal sig. Pollini, darà la prima rappresentazione nel Gran Teatro col Barbiere di Siviglia’, il 27 la seconda coll’Otello Della compagnia fa parte la celebre Desiderata Artot. BRUXELLES. Il teatro la Monnaie fu accordato al sig. Avrillon, segretario dell’Opéra di Parigi, per tre anni. PIETROBURGO. Adelina Patti cantò il 16 gennaio nella parte di Zeriina del Don Giovanni. Storia della serata: dovette ripetere il duetto Là ei darem la mano, e le due arie Batti batti e Vedrai carino’, fu chiamata al proscenio dopo l’opera 14 volte. — L’Oberon fu rappresentato, per la prima volta in Russia, con esito stupendo. Esecutori erano le signore Sinico e Trebelli, ed i signori Nicolini e Bellini. LIONE. Scrivono al Gaulois: Il pubblico fece accoglienze delle più festose all’opera di Mermet — Roland à Poncevaux — eseguita al Gran Teatro. I signori Chelli e Fauré e la signora Guillemin furono assai applauditi. — Lodi. La festa di S. Bassano, patrono della Diocesi di Lodi, venne in quella Cattedrale celebrata nei giorni 18 e 19 del corrente gennaio con musica a piena orchestra e a molte parti di canto, nelle quali ultime si distinsero specialmente i tenori Carlo Baroni e Cavaliere Corrado Miraglia, come nell’istromentale meritarono speciale encomio i concertisti Sianesi, professore di tromba, e Rasii Cesare, professore di clarino, nei rispettivi concerti appositamente scritti per essi. L’esecuzione di tutta la parte musicale fu certamente la migliore possibile, e ciò torna a lode del direttore e compositore maestro Rota, Lodigiano. (Lombardia) — Siena. Abbiamo parlato altra volta d’un progetto del signor Chierici-Severini intorno ad una Società per tenere aperti i teatri durante tutto l’anno. Ecco ciò che ne fa sapere II Libero Cittadino di Siena del 25 gennaio. — Da un avviso comunicatoci dal signor Cherici-Severini, apprendiamo con vero piacere che il progetto di costituire fra noi una Società all’oggetto di mantenere aperto costantemente in Siena uno o più teatri, sta per essere un fatte già compiuto. Il progetto Cherici-Severini ha già raccolte circa 300 adesioni ed è a sperare che col concorso del Municipio, dei Corpi morali e delle associazioni popolari senesi, si riuscirà in breve a trovare 500 adesioni. — Ferrara. La Gazzetta Ferrarese scrive: — Con dispiacere abbiamo appreso come questo Capitolo Metropolitano abbia dovuto determinarsi di sciogliere la Cappella Musicale, dopo i disordini in essa avveratisi nei giorni solenni testò decorsi; per la qual cosa si rese necessario lo scioglimento di essa Cappella con approvazione generale della città. Con piacere però abbiamo anche appreso come il detto Capitolo abbia già istituito una Commissione speciale con incarico di ricomporne un’altra adattata alle ristrettezze in cui versa attualmente l’Amministrazione della Fabbriceria; e perchè venga governata da un giusto Regolamento disciplinare, onde prevenire che simili disordini non più si ripetano. NOTIZIE estere — Parigi. Un concerto dato nella Sala del Grand’Hôtel dal signor Lamoureux, a benefizio degli artisti dell’orchestra del teatro degli Italiani, riuscì splendidamente. Vi presero parte le signore Alboni e Penco, Gardoni e Verger. — Carlotta Patti, pei’ mezzo del Consolato di Lima, ha mandato 25,000 lire, prodotto d’un concerto dato a beneficio dei feriti francesi. — 11 signor Pasdeloup fece udire in alcuni dei suoi concerti il celebre quartetto Alard-Franchomme. L’esito fu entusiastico; la folla ingombrò l’immensa sala del Circo. [p. 42 modifica]42 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO — Gand. Si prepara una solennità musicale per cura della Società reale dei Melomani. Saranno eseguiti frammenti di opere di Waelput, nel genere sinfonico e’ drammatico, fra i quali Het Woud, cantata premiata nel 1867 e non ancora eseguita a Gand. Lione. I conjugi Jaëll diedero il 24 gennaio un magnifico concerto col concorso deH’orchestra della Società dei concerti. — Si è costituita una società di canto sacro, sotto la presidenza del signor Antonio Mollière; il suo direttore musicale >è il signor Holtzem. Essa conta già gran numero di membri, ed ha intendimenti serii che le assicurano un bell’avvenire. — Bruxelles. I signori Gevaert, direttore del Conservatorio, e Beuder capo-musica delle Guide, sono nominati commissari! del governo belga per la sezione musicale all’Esposizione di Londra del 1872 e a quella di Vienna del 1873. SETTIMANA TEATRALE 28 gennaio - 3 febbraio. Teatro alla Scala. 28. La Forza del Destino - Velleda, ballo — 30. Il Giuramento - Le Figlie di Chèope, ballo — 31. La Forza del Destino - Velleda, ballo. Teatro alla Canobbiana. 28. Susanna Imber - Emma ed il Genio della terra, ballo — 29. Il marito in campagna - Emma ed il genio della terra, ballo — 30. Una notte a Firenze - Emma ed il genio della terra, ballo — 31. 77 guanto ed il ventaglio - Emma ed il genio della terra, ballo — 1. Un viaggio per cercar moglie - Emma ed il genio della terra, ballo — 2. Il vetturale del Moncenisio Emma ed il genio della terra, ballo — 3. La gran dama - Emma ed il genio della terra, ballo. Teatro Carcano. 28. Un Ballo in maschera — 29. I Lombardi — 31. Un Ballo in maschera — 2. I Lombardi. Teatro Re. 28 e 29. Nerone. — 30. I dissoluti gelosi. — 31 e 1. Beethoven. — 2. Impara Carte. — 3. Tentazioni! Teatro Santa Radegonda. 28, 29 e 31. La Principessa Invisibile. — 2. Il figlio del mare. — 3. Eakatoa. NECROLOGIE — Milano. Marietta Arnaud, giovine artista di canto. — Nuova-York. Teodoro Hagen, uno dei più rinomati critici musicali degli Stati Uniti, già redattore della Newyork Weekly-Review. Nacque nel 1822 in Amburgo, morì il 27 dicembre scorso. — Berlino. Rodolfo Tschirsch, maestro-direttore e compositore, morì nel suo quarantasettesimo anno — Vienna. J. C. Kessler, pianista, compositore di merito, morì a 72 anni. — Bruges. Tomaso Wittebroodt, maestro di cappella della chiesa della Maddalena, autore d’un oratorio pregevole: La Redenzione. — Gand. Giovanni Andries, direttore onorario del Conservatorio di musica e antico professore della classe superiore di violino allo stesso istituto, morì il 21 gennaio a 73 anni. Ingegnere M. N. — Alzano. Avete ragione; per una di quelle cacofonie di pensiero, nate da sbadataggine, la sciarada del N. 2 era sbagliata. Il fabbricante di sciarade ne domanda scusa a voi ed agli altri colle lagrime agli occhi. Onorevole Società di lettura e conversazioni di Genova. — N. 109. Ci pervennero i vostri reclami. Non possiamo capire in qual modo il giornale vi arrivi quattro giorni dopo gli altri abbonati, giacché, come è naturale, si fa una sola spedizione nel medesimo giorno per tutti indistintamente. Il primo e secondo premio li ricevete a suo tempo unitamente colla Gazzetta. Non possiamo spedirvi il terzo e quarto premio, se prima non ei fate sapere quali furono da voi prescelti — Aspettiamo per ciò vostre disposizioni. Signor Cesare A. P.... — Pisa. — N. 481. L’abbonamento decorre dal primo gennaio. Vi abbiamo spedito la musica. Scegliete il 3.° e 4.° premio. Signora Giulia T... — Trento. L’edizione del Romanziere di Panzacchi non è ancora compita. — l’Aida per canto e pianoforte, edizione in 8.°, escirà il giorno dopo la prima rappresentazione al R. Teatro alla Scala. Il prezzo marcato è di Fr. 45. SCIARADA Quand’io terzo secondo, Rammento un tal che vive nel profondo, Del Vésevo e dell’Etna immane grembo.’ Quand’io terzo il mio primo, Una quattordicesima ti esprimo. E infine quando terzo il tutto mio, Mostro ti do’ che l’universo abbraccia, Idra, Argo, Briareo, a cui non basta Cento teste, cent’occhi e cento braccia. LOGOGRIFO. Son di due parti, piccole ciascuna; Se tu premetti l’una, Un oceano avrai; Se l’altra, scoglio ove inciampato ho assai. SPIEGAZIONE DELL’INDOVINELLO E DELLA SCIARADA DEL NUMERO 3. BI-LIONE. ATTO-RE. Quattro degli abbonati, che spiegheranno la Sciarada e il Rebus, estratti a sorte, avranno in dono uno dei pezzi enumerati nella copertina della Rivista minima, a loro scelta. Mantova, 3 febbraio. Traviata esito brillantissimo; Caruzzi-Bedogni acclamatissima ogni pezzo con chiamate; applauditissimi Zenari, Mottino, De Giuli bene. L’Indovinello fu spiegato dal signor S. Saladini (Cesena), la Sciarada dai signori: Cesare Cavallotti (Vicenza), Ernestina Benda (Venezia), prof. Angelo Vecchio (Pavia). A tutti quattro fu accordato il premio. Editore-Proprietà rio, TITO DI GIO. RICORDI. Copioni Giuseppe, gerente. Tipi Ricordi. — Carta Jacob.