Guida dell'Africa Orientale Italiana/Avvertenze e informazioni generali

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Avvertenze e informazioni generali

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AVVERTENZE E INFORMAZIONI GENERALI.


La Guida d’Italia della C.T.I., di cui fa parte anche questo volume dedicato all’A.O.I., ha lo scopo precipuo di guidare praticam. il turista nella visita delle città e regioni d’Italia e delle colonie italiane, spiegandogliene i molteplici aspetti principalmente dal lato fisico, storico, artistico ed economico. A questo fine sono ordinate la sostanza dell’informazione, la disposizione della materia, la forma concisa e talora telegrafica.

Questo volume, che esce a breve distanza dalla Vittoria e dall’occupazione italiana, in un periodo di rapidissima trasformazione dell’Impero da poco aperto, dopo il millenario isolamento, al soffio della civiltà, ha, naturalm., scopi e caratteri particolari. Infatti, per ora, si può appena parlare di turismo nell’Impero, che pure ha elementi di base per un notevole sviluppo turistico. Questa prima guida vuole invece, da un lato, servire come pratico orientamento agl’Italiani che si recano nell’A.O.I. e dall’altro offrire a coloro che desiderano dati e informazioni su quei territori una documentazione succinta e di rapida e facile consultazione. Nonostante le incertezze e le lacune, inevitabili nella prima descrizione «guidistica» di un paese in parte ancora poco o imperfettam. conosciuto, l’opera vuole essere un contributo efficace alla conoscenza e alla valorizzazione dell’Impero.

Il Turismo nell’A.O.I. — L’A.O.I. ha in sè tutti gli elementi necessari e sufficienti per uno sviluppo ragguardevole del turismo. Essa comprende zone indubbiam. tra le più belle e più varie non solo dell’África, ma del mondo, e dove il clima vi rende gradevole il soggiorno dell’europeo come in poche altre regioni del continente nero. Il fascino di questo selvaggio paese dai violenti contrasti, ove s’incontrarono e si sovrapposero innumerevoli genti e linguaggi, civiltà e religioni diversissime in una vicenda confusam. intuibile, terra densa di storia e di leggenda e d’imprevisto, ove la vita umana si svolgeva pur ieri come ai tempi biblici, è stato profondam. sentito dai nostri grandi esploratori africani e lo subiscono ora i nostri pionieri, che trovano spesso nelle forme del paesaggio un qualche richiamo alla Patria.

Anzitutto, il paesaggio è estremamente vario e grandioso. Dalle rive deserte e soffocanti del Mar Rosso, dalla allucinante distesa di lave nere della Dancália si sale d’un balzo all’altipiano eritreo, da cui si ergono le ambe di Senafè e di Ádua; di là scendono i fiumi al bassopiano occidentale, vasta riserva di caccia, e alla piana sudanese. Al di là del Tacazzè, si stagliano nel cielo le guglie e i torrioni dello Tsellemtì e il massiccio del Semièn, la più alta elevazione dell’Impero, con scenari che ricordano le Dolomiti. Scavalcato un altipiano, si scende nella conca di Góndar turrita, in vista del gran L. Tána; da un lato, i monti del Beghemedèr che con una successione di altipiani, profondam. incisi da valli precipiti, si collegano [p. 14 modifica] all’Abúna Iosèf, ai cui piedi sono le chiese monolitiche di Lalibelà, e ai monti di Dessiè; dall’altro, i monti del Tacossà e del Quarà scendono alla piana del Sudàn; di fronte, i monti del Goggiàm, che il Nilo Azzurro, scorrendo in un cañón tra i più spettacolosi del mondo, avvolge in un grande arco.

Chi percorre la grande strada della Vittoria, scavalcando eccelse quinte montane, traversa i luoghi sacri alla memoria degli Italiani: Macallè, Amba Aradàm, Amba Alági, Mài Cèu, sboccando sul L. Asciánghi; indi per piane fertilissime e ridenti valli raggiunge lo specchio azzurro del L. Háic e Dessiè. Si discende quasi a sentire la vampa della Dancália per risalire con amplissima vista all’altipiano e toccare la capitale, fervida di nuova vita nella sua imperiale cornice di monti. A O e a S si stende il paese dei Galla e dei Sidama, ricco d’acqua e di una vegetazione quasi miracolosa; all’estremo O, l’Uóllega con le sue alluvioni aurifere; a S, la collana dei laghi galla nella fossa che scende al L. Rodolfo e al Chénia.

Chi segue la ferrovia per Gibúti costeggia il piede dei boscosi monti degli Arússi, che si spingono a S sulla fossa del laghi e verso E fino ad Haràr, formando l’orlo dell’altipiano somalo. Dal semicerchio di questo altipiano, tra grandi foreste e praterie, nascono i grandi fiumi che scendono nella piana della Somália, vasta e solenne come l’Oceano, sul quale sorge la bianca Mogadíscio. Chi da Haràr per Gíggiga e Gorrahèi o da Áddis Abéba per Uóndo e Neghélli scende alla Somália, percorre a ritroso le grandi direttrici della gloriosa avanzata italiana dal fronte somalo.

Un fascino particolare del turismo in A. O. I. è la sensazione dello spazio, con l’ampiezza degli orizzonti, la solitudine, la limpidità dell’aria sugli altipiani che permette una eccezionale visibilità; a ciò si aggiunga lo spettacolo sempre nuovo delle albe e dei tramonti, talora meravigliosi per giuochi di luci e di colori, dei cieli carichi a suo tempo di nubi spettacolose e delle notti africane incantevoli per lo splendore vivissimo delle stelle. Anche le piogge, così irruenti, repentine e torrenziali, con l’improvviso gonfiarsi dei fiumi e l’allagamento delle campagne, costituiscono uno spettacolo nuovo e impressionante.

La flora, tanto diversa da quella abituale, è un elemento di vivissimo interesse, con i giganteschi baobab, i sicomori dalle chiome enormi, le infinite specie di mimose e acacie spinose e resinose, le singolari euforbie candelabre, i podocarpi altissimi, le palme dum e le phoenix, i cosso, le boswellie, le lobelie, le dracene, le muse, i paletuvieri, e mille e mille fiori e liane ed epifite, che compongono in molte regioni un mondo vegetale di impressionante vigore e bellezza. Anche i generi familiari a occhi italiani assumono proporzioni eccezionali: così, i ginepri grandi come pini, i tamarindi, i tamerischi, le agavi e le aloe, le orchidee, le felci, i cactus, i cardi, gli oleandri, il ricino, il tabacco, il granturco, varie graminacee ecc. Chi è sensibile alla bellezza dei fiori troverà un incanto nella varietà di colori e di forme dei fiori che tutto l’anno fioriscono sull’altipiano, formando talora tappeti di colore; nè è raro, pur nella stagione più arida, scoprire alberi interam. vestiti di fiori dalle sfumature delicatissime; le foreste dell’Ámara, del Gálla e Sidáma e dello Haràr riservano del resto assai probabilm. gradevoli sorprese agli stessi botanici. Il fenomeno più commovente che offre la natura in queste terre è l’improvviso rinascere della vegetazione dopo la pioggia, tanto più nelle zone meno ricche di precipitazioni; anche la boscaglia dei bassipiani e della Somália è allora tutta una sinfonia di colori e di profumi.

La fauna, a prescindere dal cacciatori che trovano in A. O. I. un variatissimo e inesauribile campo d’attività, costituisce un’attrattiva anche per il turista in generale, come elemento che anima il paesaggio. Quasi dovunque, nei bassipiani e nelle zone di media altitudine, poco o nulla abitate dall’uomo, il viaggiatore viene a contatto d’un mondo animale, le cui aree di vita si vanno sempre più restringendo sul globo: branchi di gazzelle e antilopi di varie specie, frotte di scimmie grandi e piccole, stormi di galline faraone, voli di avvoltoi, e, sui laghi, innumerevoli stormi di [p. 15 modifica] uccelli acquatici; iene e sciacalli, la notte; coccodrilli e ippopótami nei laghi e nei fiumi. In molte zone, naturalm. lontane dalle grandi vie, sono frequenti le grandi fiere, leoni, leopardi, gattopardi, ghepardi, gli elefanti, le giraffe, le zebre, i rinoceronti, gli asini selvatici, i licaoni, ecc. L’A. O. I. è ricchissima d’uccelli e specialm. di piccoli uccelli dai magnifici colori, dallo struzzo e dal marabù agli aironi, ai pellicani e ai fenicotteri, dalle pernici alle tortore, agli storni, al fringuello mascàl, al bengalino, al cantatore d’Africa, alle numerosissime nectarinie o colibrì, che seguono la fioritura degli alberi e si nutrono di succhi di fiori e di parassiti delle piante e si dissetano con le goccioline che l’umidità della notte forma nel cavo delle foglie e dei fiori.

Le popolazioni e i loro usi e costumi, se guardati con occhio attento, offrono pure non lieve interesse; il turista anche affrettato noterà i caratteri somatici più o meno affini a quelli degli europei o dei negri, la maggiore o minore nobiltà del portamento, il vario modo di vestire, le forme dell’abitazione e dei villaggi, le piante coltivate e i metodi di coltivazione, il bestiame, i mercati, le feste, le chiese e i luoghi o gli alberi cultuali, le cerimonie nuziali e funebri, i canti, le danze e le fantasie.

L’archeologia e l’arte non hanno in A. O. I. un’importanza paragonabile a quella dei paesi d’Europa; purtuttavia, i monumenti della civiltà axumita (Axùm e Coháito) suscitano ammirazione; le chiese monolitiche di Lalibelà costituiscono un «unicum» nel mondo; le stele sparse in grande numero nella regione dei laghi galla testimoniano di una misteriosa antica civiltà; i castelli di Góndar appaiono tanto più meravigliosi in un paese ove l’arte muraria era pressochè ignota. Le chiese abissine, se si eccettuano quelle antiche di derivazione axumita, quelle di Lalibelà e simili e quelle d’influenza portoghese, sono miseri edifici o addirittura capanne. Le pitture che le ornano, in generale tutte recenti, sebbene riproducano, fin nella disposizione dei soggetti sui vari lati del santuario, schemi tradizionali cristallizzati che ricordano l’arte bizantina, non mancano di pittoresco e di curiosità. Massáua e più Mogadíscio hanno moschee e palazzi di forme notevoli. Un museo assai interessante è a Mogadíscio, una notevole raccolta, non ancora ordinata, all’Asmára; e un grande Museo dovrà sorgere in Áddis Abéba.

Interesse specialissimo presentano le zone dell’Eritréa e della Somália sacre per il sangue versato dai nostri in tempi lontani e vicini. Luoghi che non avrebbero per il turista alcun carattere degno di nota, assumono una importanza storica e sentimentale altissima; nomi come Dógali, Amba Alági, Macallè, Ádua, Tembièn, Amba Aradàm, Mai Cèu, Neghélli, Gianagobò, Birgòt e Gúnu Gádu susciteranno sempre una sacra commozione nel cuore d’ogni Italiano. Pionieri e turisti non dimentichino il doveroso tributo ai Caduti che riposano nei cimiteri che segnano le tappe della Vittoria.

L’A. O. I. offre anche all’alpinismo un vasto campo d’attività, ancora per gran parte vergine. Varie ascensioni sono state fatte negli ultimi tempi; ma interi gruppi montuosi attendono chi li riconosca, ne enumeri le cime, dia a esse un nome e una quota. Data la natura dei monti, specialm. nell’Amára, non mancano guglie e pareti per i rocciatori.

L’attrezzamento turistico-alberghiero ha fatto rapidi progressi grazie alla C. I. A. A. O., pag. 20, che provvederà, tra l’altro, alla costruzione di alberghi alle Terme di Ambò e di Erèr. Data la natura del suolo, le sorgenti termo-minerali sono numerosissime in A. O. I., prime quelle di Finfinnì in Áddis Abéba, di cui è in programma lo sfruttamento razionale. Fra le stazioni ai laghi, si possono preconizzare Gorgorà sul L. Tána, una sulle rive del L. Háic, un albergo in Adámi Túllo in riva al L. Zuài, un altro sul L. Abáita, uno a Sclasciamánna, a eguale distanza dal L. Sciála e dal L. Auása; essi potrebbero divenire, tra l’altro, ritrovi di cacciatori.

Non ultimo elemento di attrazione per il turista è lo spettacolo dell’opera degli Italiani che, con rapidità che ha del miracoloso, sta trasformando tutto il Paese e attrezzandolo a vita civile.

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Comunicazioni. — I porti dell’A.O.I. sono collegati coll’Italia e tra di loro da servizi celeri e frequentissimi di navigazione, v. pag. 116. Per le linee di navigazione fluviale sul Nilo, sul Nilo Azzurro e sul Sobàt-Baro, pag. 137. — Linee aeree celerissime, pag. 165, collegano l’Italia all’Asmára, Áddis Abéba, Díre Dáua e Mogadíscio e tra di loro i principali centri dell’A.O.I., pag. 167. — Per le Ferrovie, v. pag. 103.

La rete di strade e piste camionabili, quale era a metà 1938, è rappresentata nella Carta al 6 milioni all’inizio del volume e nella Carta dell’A.O.I. al milionesimo della C.T.I. (ediz. 1938).

Circa il programma delle costruzioni stradali, v. pag. 105. Il lettore tenga presente che la situazione stradale va rapidam. migliorando: grandi arterie si vengono ultimando e nuove piste si aprono, permettendo di visitare regioni finora accessibili solo a mulo o a cammello. Poichè lo stato di transitabilità delle piste può variare rapidam. secondo la stagione, per improvvisi nubifragi, frane, caduta di ponti ecc., dovendo percorrere una pista, è sempre necessario informarsi in precedenza presso i Governi, i Commissariati o le Residenze, anche per conoscere i rifornimenti di carburante, viveri, acqua lungo gli itinerari. Per l’attrezzamento, v. pag. 19.

Servizi automobilistici regolari funzionano da Massáua ad Asmára, Dessiè e Áddis Abéba e da Asmára a Góndar. Altre linee sono allo studio da parte della Compagnia Italiana Trasporti A. O. (C.I.T.A.O.), società mista con capitale in parte statale, in parte privato, e che ha per scopo la gestione di servizi automobilistici per il trasporto di cose e di persone per conto delle Amministrazioni pubbliche e dei privati, di autoparchi, officine di riparazione, depositi di materiale, e di coordinare e accentrare tutti gli autotrasporti dell’Impero, senza escludere le imprese private, ma coordinandone l’azione.

Stagione e piano di viaggio. — Benchè, dopo la costruzione delle grandi strade, gl’inconvenienti della stagione piovosa siano notevolm. ridotti, l’epoca consigliabile per un viaggio nell’A.O.I. va dal principio di ott. al principio di feb., mesi in cui nella massima parte dell’Impero il cielo è quasi costantem. terso o, in alcune regioni, cadono piogge di poca entità. Da feb. a fine giu., salvo qualche settimana di piogge più intense (piccole piogge), si può, con qualche inconveniente, viaggiare. Da principio di lug. a metà di sett., mesi che costituiscono per quasi tutto l’Impero il periodo delle grandi piogge, si può circolare solo sulle grandi arterie massicciate. Anche i campi d’atterraggio, non provvisti di pista di cemento, sono in quest’epoca spesso inutilizzabili. È bene poi tenere presente che le precipitazioni non hanno regolarità assoluta e soprattutto variano nel tempo e nell’intensità da regione a regione. Così, in Somália sono da evitare i periodi da metà mar. a fine mag. (piogge di gu) e dai primi di ott. a metà dic. (piogge di der). Vi sono infine zone (Cáffa, Góre), ove le piogge sono frequenti anche nei periodi altrove asciutti.

Al turista che desideri farsi un’idea abbastanza completa dell’Impero e che disponga di un autoveicolo (meglio se un autocarro leggero con tenda, riserve di carburante, acqua e viveri), allo stato attuale delle comunicazioni, si raccomanda il seguente itinerario. V. anche, pag. 18, equipaggiamento. [p. 17 modifica]
1° giorno. — |||
Sbarco a Massáua, sguardo alia città e salita all’Asmára (km. 120);|||
2° g. — |||
Sosta all’Asmàra;|||
3° g. — |||
Asmára - Chéren - Agordàt (km. 180);|||
4° g. — |||
Agordàt - Barentù - Tessenèi (km. 171);|||
5° g. — |||
Tessenèi - Om Agèr - Biacúndi - Barentù (km. 291);|||
6° g. — |||
Barentù - Agordàt - Chéren - Asmára (km. 244);|||
7° g. — |||
Asmára - Adua - Axùm - Addì Arcài (km. 360);|||
8° g. — |||
Addì Arcài - Góndar (km. 194);|||
9° g. — |||
Sosta a Góndar;|||
10° g. — |||
Escursione a Gorgorà (km. 112);|||
11° g. — |||
Góndar-Addì Arcài- Ádua (km. 389);|||
12° g. — |||
Ádua - Enticciò - Adigràt - Quihà (km. 233);|||
13° g. — |||
Quihà - Macallè - Passo Alági - Quóram - Ualdià (km. 285);|||
14° g. — |||
Ualdià - Lago Háic - Dessiè (km. 119)|||
15° g. — |||
Dessiè - Débra Sína - Debrà Berhàn - Áddis Abéba (km. 400);|||
16° g. — |||
Sosta in Addis Abéba;|||
17° g. — |||
Escursione a Entótto (km. 20);|||
18° g. — |||
Áddis Abéba - Ambò - Ghedò (km. 202);|||
19° g. — |||
Ghedò - Lechémti (km. 134);|||
20° g. — |||
Lechémti - Ambò (km. 205);|||
21° g. — |||
Ambò - Áddis Abéba (km. 131);|||
22° g. — |||
Áddis Abéba - Abaltì (Km. 200);|||
23° g. — |||
Abaltì - Gímma (km. 153);|||
24° g. — |||
Sosta a Gímma ed escursione a Gíren (km. 14);|||
25° g. — |||
Gímma - Bónga (km. 120);|||
26° g. — |||
Bónga - Gímma (km. 120);|||
27° g. — |||
Gímma - Abaltì (km. 158);|||
28° g. — |||
Abaltì - Áddis Abéba (km. 200);|||
29° g. — |||
Áddis Abéba - Móggio - Adámi Túllo (km. 160);|||
30° g. — |||
Adámi Túllo - Laghi Abáita e Langána - Sciasciamánna (km. 140);|||
31° g. — |||
Sciasciamánna - Sóddu - Céncia (km. 248);|||
32° g. — |||
Céncia - Boródda - Escurs. al Lago Margheríta - Sóddu (km. 135);|||
33° g. — |||
Sóddu - Dílla - Uóndo (km. 209);|||
34° g. — |||
Uóndo - Dálle - Sciasciamánna (km. 104);|||
35° g. — |||
Sciasciamánna - Adámi Túllo - Móggio (km. 241);|||
36° g. — |||
Móggio - Adáma - Mehésso - Ásba Littório (km. 276);|||
37° g. — |||
Ásba Littório - Bivio Cúnni - Hírna - Dedèr - Díre Dáua (km. 206);|||
38° g. — |||
Díre Dáua - L. Aramáia - Gráua - L. Aramáia - Haràr (km. 162);|||
39° g. — |||
Sosta a Haràr;|||
40° g. — |||
Haràr - Gíggiga - Dagahbùr (km. 284);|||
41° g. — |||
Dagahbùr - Gabredárre (km. 264);|||
42° g. — |||
Gabredárre - Ferfèr - Bélet Uèn (km. 348);|||
43° g. — |||
Bélet Uèn - Villaggio Duca degli Abruzzi (km. 243);|||
44° g. — |||
Villaggio Duca degli Abruzzi - Mogadíscio (km. 90);|||
45° g. — |||
Sosta a Mogadíscio;|||
46° g. — |||
Mogadíscio - Afgòi - Genále - Vittório d'África - Mérca (km. 139);|||
47° g. — |||
Mérca - Bráva - Gélib (km. 257);|||
48° g. — |||
Gélib - Margheríta - Chisimáio (km. 133);|||
49° g. — |||
Chisimáio;|||
50° g. — |||
Imbarco a Chisimáio o ritorno in 2 g. a Mogadíscio.|||

Con le soste necessarie e impreviste si possono calcolare 60-80 giorni.

A chi non disponga di un autoveicolo si consiglia il seguente itinerario:

1° g. — |||
Sbarco a Massáua, sguardo alla città, per ferrovia all’Asmàra;|||
2° g. — |||
Sosta all’Asmára;|||
3° g. — |||
Per ferrovia a Chéren e Agordàt;|||
4° g. — |||
Da Agordàt all’Asmàra;|||

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5° g. — |||
Per autocorriera Asmára - Ádua - Axùm - Addì Arcài;|||
6° g. — |||
Per autocorriera Addì Arcài - Góndar;|||
7° g. — |||
Sosta a Góndar;|||
8° g. — |||
Escursione a Gorgorà;|||
9° g. — |||
Per autocorriera Góndar - Addì Arcài;|||
10° g. — |||
Per autocorriera Addì Arcài- Asmára;|||
11° g. — |||
Per autocorriera Asmàra - Quihà;|||
12° g. — |||
Per autocorriera Quihà - Dessiè;|||
13° g. — |||
Per autocorriera Dessiè - Débra Sína;|||
14° g. — |||
Per autocorriera Débra Sína - Áddis Abéba;|||
15° g. — |||
Sosta in Áddis Abéba;|||
16° g. — |||
Escursione a Olettà;|||
17° g. — |||
Per ferrovia Áddis Abéba - Áda (Biscioftù);|||
18° g. — |||
Per ferrovia Áda - Miésso, indi auto ad Ásba Littório;|||
19° g. — |||
Auto da Ásba a Miésso, indi ferrovia a Díre Dáua;|||
20° g. — |||
Autocorriera Díre Dáua - Haràr;|||
21° g. — |||
Sosta a Haràr;|||
22° g. — |||
Autocorriera Haràr - Díre Dáua;|||
23° g. — |||
Ferrovia Díre Dáua - Gibúti;|||
24° g. — |||
Imbarco a Gibúti.|||
Chi non dispone di autoveicolo proprio e desidera percorrere strade o piste non servite da autocorriere potrà nei vari centri (o ai «posti di blocco» all’ingresso delle città e ai bivi) informarsi circa le autocolonne che partono nelle varie direzioni e accordarsi con Ditte di autotrasporti o con autisti che fanno servizio sui vari itinerari. Dovendosi, in questo caso, adattare alle velocità, alle soste e alle deviazioni dell’autocolonna o dell'autocarro, il viaggiatore dovrà preventivare un tempo assai maggiore, ridurre al minimo il bagaglio e rinunciare a molte comodità. Chi, tuttavia, non tema le scomodità e l’imprevisto troverà non priva di fascino e di pittoresco la vita di autocolonna, con le sue soste in piena campagna o presso gli spacci, i suoi bivacchi alla ventura, i suoi episodi stradali (impantanamenti, insabbiamenti, guadi ecc.) e la possibilità di fare qualche colpo alla selvaggina.


Equipaggiamento. — Un equipaggiamento adatto, studiato, preparato e ordinato con cura, è presupposto indispensabile per la buona riuscita di un viaggio in A.O.I. Si tenga presente che, sebbene non manchino all’Asmara, in Áddis Abéba e a Mogadíscio negozi assai ben forniti di oggetti di vestiario ed equipaggiamento e in vari altri centri negozi o spacci forniti degli articoli di uso più comune, vi è sempre convenienza a rifornirsi in Italia. — Vestiti. Per il viaggio in piroscafo da Port Sáid in poi e per le zone di bassopiano sono indicati biancheria e abiti leggeri: maglie di lana fine o di cotone a contatto diretto della pelle (seta e tela controindicate) per assorbire il sudore; abiti di tela bianca o chiara o cachi o di flanella leggera; casco di sughero con larga visiera e allargato posteriorm. per proteggere la nuca; scarpe di cuoio solide ma non troppo pesanti, meglio se alte e con gambali; impermeabile; occhiali da sole; occhiali da automobilista contro la sabbia. Per evitare disturbi intestinali portare costantem. intorno al ventre la fascia di lana. Non dimenticare un costume da bagno. I calzoncini corti sono comodi, ma non consigliabili quando si debbano percorrere itinerari, specie attraverso boscaglie. Per le zone d’altipiano sono consigliabili abiti di mezza stagione con maglie leggere di lana, soprabito o cappotto leggero per la sera e la notte; il casco non è [p. 19 modifica]indispensabile, ma consigliabile. Per dormire (le notti sull’altipiano sono fresche) è necessario essere ben coperti; è bene portare anche in viaggio una coperta.

Per chi voglia percorrere lunghi itinerari fuori delle grandi vie, il vestito più pratico è una giacca di tela cachi detta sahariana con pantaloni di tela alla cavallerizza ma ampi alle ginocchia, scarpe alte, con gambaletto o gambale, casco, camicia di tela cachi e maglie piuttosto pesanti. Le signore troveranno pure utili maglie di lana, vestito di tela di colore chiaro, scarpe alte di cuoio robusto, calzettoni, impermeabile e soprabito o mantella di panno.

Tenda, letto da campo, ecc. — A chi intenda percorrere itinerari su pista camionabile o carovaniere si consiglia di portare con sè una tenda a doppio tetto, un letto da campo con zanzariera e coperte di lana, una cucina da campo, una sedia a sdraio, un tavolino pieghevole, toletta da campo, secchiello, una cassetta farmaceutica, una lanterna con candele o meglio un lume a petrolio del tipo detto «fanus» o a gas dl petrolio del tipo «Petromax», materiale fotografico, bussola, altimetro, viveri e acqua di riserva. Il tutto in cassette piccole e robustissime di peso possibilm. uguale. Modelli pratici e ingegnosi di letti e cucine da campo in forma di bauli si trovano in commercio.

Si tenga presente che, per carovana, occorre suddividere i pesi in cassette robustissime di peso e dimensioni uguali a due a due, adatte per il someggio. I cammelli possono fare tappe di 20-30 km. e portare fino a 200 kg., ma per lunghe marce è bene limitare il carico a 110 kg. I muletti abissini possono fare tappe fino a 40 km. e portare fino a 70-100 kg., ma è bene limitare il carico a 60 kg. In lunghi itinerari è consigliabile fare una sosta d’un giorno ogni 2-3 di marcia, perchè gli animali possano riposare e pascolare.

Autoveicoli. — Per le grandi strade massicciate qualsiasi autovettura, anche leggera, è sufficiente. Per le piste con manutenzione e ponti è consigliabile una vettura potente e robusta oppure un autovarro leggero. Per le piste a fondo naturale senza manutenzione costante e per lunghi percorsi è consigliabile un autocarro di media potenza a non più di mezzo carico, tale da potervi sistemare tenda, letto e toletta da campo, cucina, tavolo e sedie pieghevoli, secchiello, filtro per acqua, cassetta farmaceutica, viveri, acqua, carburante e lubrificante di riserva, pezzi di ricambio, pneumatici, badile, piccone, accetta, corda, ecc. e da accogliervi un servo indigeno o una guida. Autovetture con rimorchio adattato a camera da letto, cucina ecc. sono in commercio; ma è augurabile che le fabbriche italiane creino presto un tipo pratico di autocarro adatto per viaggiare in A. O. I., leggero e agile ma con motore relativam. potente, attrezzandolo con cassette e recipienti fissi per le riserve e con sedili e brandine per la notte e distribuendo convenientem. i pesi.

Precauzioni igieniche. — Nei bassipiani, al disotto dei 1800 m., specialm. dopo le piogge, è consigliabile la cura preventiva con il chinino contro la malaria (2-5 pastiglie al giorno). Sugli altipiani il clima è salubre e tonico, sebbene nei primi giorni esso possa produrre senso di fatica, insonnia, cefalea, dispnea, palpitazione, inconvenienti dovuti alla bassa pressione atmosferica. Data la scarsa pulizia e la diffusione di varie malattie tra gli indigeni, si consiglia di limitare i contatti con essi o la permanenza nelle loro capanne al minimo indispensabile. I serpenti velenosi non sono molto numerosi e le ioro morsicature piuttosto rare. Da evitare o da eliminare al più presto sono le pulci penetranti, abbondanti in molte regioni negli abitati. In varie zone, ove si trovano le zecche, si eviti di sedere per terra.

Contegno con gl’indigeni. — L’Abissino (sotto questo nome s’intendono i tigrini, gli amara, gli scioani e altre popolazioni che con essi convivono) è di carattere chiuso, molto orgoglioso, volubile e, come tutti gli orientali, dissimulatore e accorto parlatore, Il Gálla e il Sidáma sono in generale di carattere più aperto, generosi, facili all’entusiasmo, ma deboli di [p. 20 modifica] volontà, mutevoli e indolenti. Il Somalo è in generale d’intelligenza sveglia, generoso, ma anche spesso indolente e dissimulatore. In generale, tutti coloro che sono venuti a contatto con gl’Italiani riconoscono la nostra superiorità e i vantaggi della nostra civiltà; e soprattutto i giovani accolgono con gioia le novità che l’Italia porta dovunque, imparano con sorprendente rapidità l’italiano e sono pronti a lavorare e progredire. Tutti hanno un senso acuto della giustizia e dell’autorità. Gl'Italiani, con il loro carattere umanissimo e con l’istintiva penetrazione psicologica, hanno già stabilito un equilibrio nei rapporti con gl’indigeni: non altezzosità e separazione assoluta, ma superiorità e comprensione. Occorre trattare con giustizia e bontà, ma senza debolezza; saper diffidare è buona regola; troppa familiarità è fuori luogo.

Gli Eritrei e i Somali sono orgogliosi di appartenere da gran tempo all’Italia e di aver contribuito alla conquista dell’Impero; ascari e dubat godono di grande prestigio in tutta l’A. O. I. Essi si considerano, di fronte agli abissini, quasi pari agl’Italiani e loro naturali collaboratori. Di questo spirito e dei loro meriti, riconosciuti solennem. dal Governo fascista, è doveroso tener conto nel trattare con loro; scambiarli per etiopici sarebbe grave offesa e ingiustizia.

Sono noti i provvedimenti presi dal Governo Fascista per la difesa della razza e per evitare la formazione di un deprecabile meticciato.

Alberghi, ristoranti e spacci. — Il compito di attrezzare adeguatamente l’A.O.I. di alberghi è affidato alla Compagnia Immobiliare Alberghi Africa Orientale «C.I.A.A.O.»; gli alberghi vengono gestiti dalla Società Gestione Alberghi Africa Orientale «S.G.A.A.O.». Alcuni alberghi già esistenti sono stati assunti dalla C.I.A.A.O., ampliati e migliorati e passati in gestione alla S.G.A.A.O. Il programma della C.I.A.A.O. contempla la costruzione di alberghi più o meno grandi in tutti i principali centri dell’Impero. A metà 1938 erano aperti Alberghi C.I.A.A.O. o di altri Enti e privati a Áddis Abéba, Áddi Úgri, Addì Caièh, Ádua, Agordàt, Asmára, Ássab, Biscioftù, Chéren, Chisimáio, Dessiè, Díre Dáua, Gíggiga, Gímma, Góndar, Haràr, Massáua, Mérca, Mogadíscio, Quihà, Vittório d’África. Gli alberghi sono dotati di acqua corrente, bagni, docce, talora di pasticceria e di servizio di barbiere, sempre di ristorante; ristoranti, in generale forniti di tutti o quasi i prodotti italiani, si trovano numerosi nelle principali città.

Nei centri minori, alle principali tappe lungo le strade sono spacci-ristoranti, generalm. in baracche o capanne provvisorie. Infine diffusissimi lungo le strade e le piste, presso i cantieri e i mercati, sono gli spacci, che si può dire costituiscano un'istituzione tipica dell’A.O.I., la più semplice espressione del magazzino coloniale, generalm. baracche costruite con legname di fortuna, casse d’imballaggio ecc., o capanne facilm. trasportabili secondo gli spostamenti del traffico o dei lavori.

Ve ne sono di grandi, assai ben forniti di generi alimentari e di indumenti d’uso comune e che possono offrire in qualche modo riparo per la notte; ma tutti, anche i minori, offrono viveri in scatola, salumi, formaggi, pasta, vino, birra, aranciate, liquori, carta da lettere, matite, candele, tabacco e fiammiferi ecc. Più raramente vi si trova anche frutta e verdura o vi si può far preparare una pasta asciutta o una minestra.

Arrivando in una località minore, ove hanno sede Autorità civili o militari, è bene presentarsi a salutarle; presentazione che è un’ovvia e doverosa forma di omaggio alle Autorità stesse, alla cortesia delle quali del resto il viaggiatore ricorrerà per informazioni, permessi e assistenza, che [p. 21 modifica] vengono sempre accordate con cameratesca gentilezza. La solidarietà nazionale, anzi europea, è tanto più sentita quanto più si è lontani dalla vita civile, sì che in un piccolo centro ove tutta la vita si concentra in pochi connazionali, l’arrivo di un viaggiatore è salutato con viva simpatia e cordialità e il visitatore riporterà con sè un gradito ricordo della breve sosta. È forse superfluo ricordare, in questi casi, il dovere di versare al direttore di mensa o a chi ha simile incarico un contributo per l’ospitalità ricevuta; in molte occasioni occorre però ricambiare la cortesia in altro modo, regalando o inviando qualche oggetto o prodotto che in località lontane e isolate difficilm. si possono ottenere.

Alimentazione. — Per gli altipiani, nessuna modificazione importante è necessaria nell’alimentazione rispetto a quella usata nella metropoli. Nei bassipiani, basterà diminuire alquanto i cibi carnei, sostituendoli nei limiti del possibile con legumi e frutta fresca. Per compensare le perdite d’acqua che nei paesi caldi subisce l’organismo per il sudore, è necessario bere di più; pur tuttavia senza eccedere e soprattutto ingerendo piccole quantità d’acqua per volta. L’acqua non manca in generale sugli altipiani e nei centri di qualche importanza ed è buona. Si consiglia tuttavia di portar sempre seco nei viaggi una borraccia d’acqua attinta nei centri o a sorgenti sicure per evitare di bere acqua di pozzi o di torrenti. In Somália, in Dancália e in altre regioni aride l’acqua è scarsa e spesso salmastra e amara o, peggio, impura. Si consigliano i filtri, molto diffusi dopo la guerra; un metodo efficace e pratico di depurazione è quello dell’ipoclorito di sodio. Si scioglie un grammo del sale in 20 cmc. di acqua da depurare; dopo mezz’ora sì aggiungono gr. 3.50 di iposolfito di sodio per neutralizzare l’eccesso di cloro. Altro metodo è quello di aggiungere poche gocce di tintura di iodio in un litro d’acqua. L’alcool è uno dei peggiori nemici della salute nei paesi caldi dei bassipiani; occorre escludere l’uso di liquori e limitare anche il consumo del vino e della birra.

La carne dei bovini locali è ottima, sebbene un po’ dura e di colore scuro: si trova pure carne di agnello e di capretto e, nei piccoli centri, cacciagione abbondante. A Massáua, Asmára, Ássab, Mogadíscio si trova ottimo pesce; meno facilm. si ottiene pesce d’acqua dolce nei centri lontani dal mare.

I negozi delle città e i maggiori spacci sono ben forniti di generi alimentari italiani; anche il vino, tutto d’importazione dall’Italia, necessariamente di forte gradazione alcoolica per sopportare il viaggio, è in generale di buona qualità; la birra, del tipo esportazione a forte gradazione alcoolica, è ottimam. conservata. Diffusissime sono le aranciate, limonate e simili. A Massàua, Ássab, Mogadíscio e Gibúti si trova ghiaccio a sufficienza.

Tabacchi. — Nell’Impero esiste il monopolio dei tabacchi. Sono in vendita, a prezzi minori, sigari, sigarette e tabacchi degli stessi tipi del Regno, oltre ad alcuni tipi locali. — Prezzi delle principali sigarette: Macedonia Extra (pacchetto di 10, L. 1.80), Macedonia esportazione (pacchetto di 20, L. 2.60), Giuba (pacchetto di 10, L. 1.40), Nazionali (pacchetto di 10, L. 0.50), Tre Stelle (pacchetto di 20, L. 2.40), O. N. D. (pacchetto di 20, L. 3.00), Calipso (pacchetto di 20, L. 3.00), Samos (pacchetto di 20, L. 3.00), Rodi (pacchetto di 20, L. 2.00). - Sigari: Toscani attenuati (0.70), superiori (L. 0.60).

Lascia passare e passaporti. - Chi intende recarsi in A.O.I. deve essere munito del lasciapassare per l’A.O.I. o di equipollente annotazione sul passaporto per l’estero. Il lasciapassare viene rilasciato su domanda in carta bollata da L. 4, indirizzata alla competente R. Questura, per chi risiede in Italia, al rispettivo Governo (carta munita di marche da bollo da L. 2) per chi risiede in Libia, alle Autorità diplomatiche o consolari per i residenti all’estero.

Nella domanda deve essere specificato il motivo della richiesta, le località o le regioni in cui il richiedente desidera recarsi e ogni altra indicazione utile a facilitare l’assunzione delle necessarie informazioni. [p. 22 modifica] L’autorità che riceve la domanda, esperite le indagini, prima di concedere il lasciapassare, chiede il nulla osta al Governatore del territorio in cui l’interessato deve trasferirsi e, per gli stranieri, al Ministero dell’A. I. Per il Governatorato di Áddis Abéba e quando non sia indicato il Governo nel cui territorio l’interessato intende recarsi, il nulla osta deve essere concesso dal Governatore Generale. Per il nulla osta a favore delle persone che non diano affidamento di possedere o di procurarsi i mezzi di sussistenza, può essere richiesto il versamento, nella Sezione di R. Tesoreria, di una somma a garanzia per il viaggio di ritorno. La validità del lasciapassare può essere estesa anche ad altro territorio dell’A.O.I., oltre quello per cui è stato originariam. concesso, previo nulla osta del Governatore competente.

Il lasciapassare per operai nazionali è concesso soltanto su richiesta di ditte stabilite in A. O. I. o che abbiano autorizzazione a stabilirvisi, e che dichiarino di assumere gli operai alla propria dipendenza. Le richieste debbono essere indirizzate al Commissariato per le Migrazioni e la Colonizzazione, in Roma, il quale, su nulla osta del Governo competente, provvederà a chiedere alle R. Questure i lasciapassare, che trasmetterà ai richiedenti.

Il nulla osta del Governatore non è necessario: — a) per i titolari e per i legali rappresentanti delle ditte autorizzate dal Ministero dell’A. I. o dai Governatori a svolgere attività in A. O. I., purchè la domanda sia presentata nel termine assegnato per l’inizio dell’attività medesima. Le Ditte richiedenti dovranno esibire in visione, all’atto della presentazione della domanda, il documento dal quale risulti la concessa autorizzazione a svolgere attività in A. O. I,, o allegare alla domanda copia autentica legalizzata del documento. Della concessione del lasciapassare sarà data comunicazione al Ministero dell’A. I.; — b) per la concessione dei lasciapassare, purchè di durata non superiore a 6 mesi, a favore dei nazionali inviati in A. O. I, per conto di ditte industriali e commerciali italiane, per studiare le condizioni dell’economia dell’Impero. Le domande dovranno contenere la dichiarazione della Ditta, dalla quale risulti che essa si rende solidalm. responsabile dell’operato dei propri rappresentanti e assume a suo carico le spese per un eventuale rimpatrio. Alle domande dovrà pure unirsi un certificato da cui risulti l’iscrizione della ditta all’albo del Consiglio Provinc. delle Corporazioni. — Le stesse norme valgono per il rinnovo dei lasciapassare.

Per sbarcare a Port Saíd, Suèz, Port Sudàn come turisti per una visita della città non è richiesta alcuna formalità. Per sbarcare ad Alessándria è necessario il passaporto col visto del Consolato d’Egitto; per traversare il Sudàn anglo-egiziano e l’Ugánda è necessario il passaporto col visto del Consolato Britannico.

Per sbarcare a Gibúti e attraversare la Costa Francese dei Sómali è necessario il visto di un Consolato Francese sul lasciapassare o sul passaporto. Le armi debbono essere denunziate e consegnate alla polizia allo sbarco; esse vengono restituite alla partenza del treno per l’A. O. I. Egualmente le armi debbono essere denunziate e consegnate all’arrivo dall’A. O. I. e vengono restituite all’imbarco.

Norme speciali per chi si reca in A. O. I. passando per Gibúti.Il passeggero deve provvedere in Italia a richiedere il visto di transito del Consolato francese e ad acquistare presso gli Uffici C.I.T. il biglietto ferroviario da Gibuti alla stazione di destinazione, e munirsi della valuta francese (fr. 400 a testa per la 1ª cl., fr. 300 per la 3ª cl.) necessaria per la sosta a Gibúti. Nel caso di famiglie, i suddetti quantitativi di valuta possono essere ridotti alla metà nei riguardi dei minorenni. Al passeggero non in possesso della valuta prescritta verrà negato l’imbarco per Gibúti. Per il bagaglio da spedirsi a parte, per il tragitto ferroviario Gibúti-Díre Dáua o Áddis Abéba, si dovranno prendere accordi in Italia, prima della partenza, con transitatari italiani, ai quali appoggiare i bagagli stessi una volta giunti a Gibúti, per il proseguimento del viaggio in ferrovia, Occorre inoltre ridurre la sosta a Gibuti al tempo minimo indispensabile e cioè proseguire col primo treno utile per l’A. O. I. Le spese di soggiorno che un passeggero [p. 23 modifica] di 1ª cl. normalm. incontra sostando 2 giorni a Gibúti sono: sbarco fr. 50, albergo (2 giorni) 160, 6 bottiglie di acqua minerale 30, 10 bibite 50, corsa in auto alla dogana e spese doganali 25, passaporto 20, corsa alla polizia 15, corsa alla stazione e facchinaggi 20, provviste viaggio in ferrovia 30, in totale fr. 400. Le analoghe spese per un passeggero di 3ª classe sono presso a poco: sbarco bagagli fr. 30, visto passaporto 20, albergo (2 giorni) 100, acqua minerale e bibite 50, dogana, auto facchini, spese varie 100, in totale fr. 300. Ogni viaggiatore dovrà provvedere esclusivam. con i propri mezzi alle spese suddette, e a ogni altra eventuale, sia per il soggiorno a Gibúti sia per il proseguimento del viaggio in A. O. I. Il R. Console d’Italia in Gibúti non ha facoltà di corrispondere anticipi per pagamento di spese già effettuate o da effettuare.

Per sbarcare in Áden come turista non è necessaria alcuna formalità. — Per sbarcare in Chénia, Tanganíca o Zanzibàr i cittadini italiani debbono essere muniti di passaporto col visto del Consolato Britannico. Coloro che non hanno residenza in tali paesi o non possono dimostrare di possedere i mezzi sufficienti a coprire le spese di soggiorno nel territorio (praticam. 100 L.st.), o non sono in possesso di un contratto di lavoro vidimato dalle autorità del paese di destinazione, o di una garanzia da parte di terzi solvibili, i quali garantiscano di provvedere al mantenimento e al rimpatrio del passeggero (garanzia pure vidimata), devono versare un deposito a garanzia del rimpatrio. Tale deposito (50 L.st. per Chénia o Zanzibàr, 100 per Tanganíca) viene incassato dalla Compagnia di Navigazione all’atto dell’emissione del biglietto; viene restituito all’arrivo a destinazione dopo ottenuto il permesso di sbarco. Ai turisti, di solito, non si richiede il deposito di garanzia; se però essi non sono in possesso del biglietto di ritorno, dovranno dimostrare di disporre di mezzi sufficienti per acquistarlo e inoltre comprovare di avere la somma necessaria al loro sostentamento durante il soggiorno. Per il Tanganíca, il possesso di un contratto di lavoro non esime dall’obbligo del deposito. Del resto, il possesso del visto e, al caso, l’effettuazione del deposito non garantiscono lo sbarco, che può essere sempre vietato a insindacabile giudizio delle autorità di polizia.

Norme per lo svolgimento di attività economiche nell’A. O. I. — Chiunque intenda svolgere un’attività economica nell’A. O. I. deve avere l’autorizzazione dell’Autorità competente. Le domande, su carta bollata, debbono essere indirizzate al Consiglio Prov. gelle Corporazioni da chi risiede nel Regno, al rispettivo Governo da chi risiede nell’A. I., alle R. Autorità diplomatiche e consolari dai residenti all’estero. Le predette Autorità, dopo aver espletato l’istruttoria, trasmettono le domande alle Autorità competenti a decidere su di esse.

Il Min. dell’A. I., sentite le competenti Consulte coloniali-corporative, decide sulle domande riguardanti: a) il commercio all’ingrosso, qualunque sia il capitale impiegato nell’azienda; b) le industrie in genere quando il capitale impiegato non sia inferiore alle L. 500 000; c) l’industria per lo spettacolo, qualunque sia il capitale impiegato; d) le imprese di autotrasporti, quando siano impiegati almeno 10 automezzi di proprietà del richiedente; e) l’industria e il commercio di carburanti e lubrificanti, qualunque sia il capitale impiegato.

I Governi dell’A. O. I., sentiti i locali organi consultivi corporativi, decidono sulle domande riguardanti: f) Il commercio al minuto, qualunque sia il capitale impiegato nell’azienda; g) le industrie in genere, quando il capitale impiegato sia inferiore alle L. 500 000; h) l’artigianato; i) le imprese di autotrasporti, quando siano impiegati meno di 10 automezzi di proprietà del richiedente; l) l’apertura e la gestione di locande, pensioni, alberghi diurni, trattorie e caffè; m) l’esercizio di servizi automobilistici da piazza e da rimessa. — Il Governo Generale dell’A. O. I. decide sulle domande di coloro che intendono svolgere le attività economiche di cui alle lettere da f) a m) nel Governatorato di Áddis Abéba.

Ampliamento e trasferimento di attività. — Circa le domande per l’ampliamento e il trasferimento di attività commerciali da una località [p. 24 modifica]

all’altra dell’A. O. I. e quelle per il solo trasferimento di attività industriali o di trasporti, quando l’attività stessa viene a cessare nel luogo in cui è esercitata, decide il Governo Generale dell’A, O. I., sentiti i locali organi consultivi corporativi. Per le domande intese ad ampliare l’attività industriale o a trasferirla dal territorio di un Governo a quello di un altro, continuando a svolgerla anche nel luogo in cui è esercitata, decide il Min. dell’A, I., sentite le competenti Consulte tecnico-corporative. Resta ferma la competenza dei singoli Governi dell’A. O. I., nel caso in cui l’ampliamento dell’attività industriale non comporti un impiego complessivo di capitale eccedente le L. 500 000. Entro tali limiti di capitale, il trasferimento di attività industriale dal territorio di un Governo a quello di un altro è, in ogni caso, autorizzato dal Governo Generale dell’A. O. I.


Porto d’armi. — Chi risiede nell’A.O.I. deve rivolgere domanda al Comando dei RR. CC., unendo un vaglia di L. 100, 2 fotografie firmate e il certificato penale.

Caccia. — La caccia è consentita soltanto a chi, munito di licenza, faccia uso di armi lunghe da fuoco a canna liscia oppure rigata o di carabinette calibro 22, Sono escluse le armi in dotazione delle Forze Armate, le carabine da caccia di uguale calibro e quelle a ripetizione interam. automatica. — Per la fauna, v. pag. 51.

Vi sono specie protette in modo assoluto, che cioè non possono essere in alcun modo danneggiate o molestate nè dagli indigeni, nè da cacciatori muniti di qualsivoglia tipo di licenza; esse sono: elefante con zanne di peso inferiore ai 15 kg., rinoceronte, asino selvatico, niala di monte, stambecco del Semièn o ualià, stambecco nubiano, muflone africano, protele, dugongo, gelada, pangolino, sgarze bianche di tutte le specie, marabù, bucorvo d’Abissinia o abbagumbà, avvoltoi di tutte le specie, serpentario, becco a scarpa. Il Min. dell’A. I. ha pubblicato due prontuari illustrati uno dedicato a tali specie protette e l’altro per l’identificazione delle principali antilopi dell’A. O. I.

Gli animali soggetti alla caccia sono divisi in 6 classi: alla 1ª appartengono gli animali dei quali sono proibiti il ferimento e l’uccisione senza permesso del Governatore generale; alla 2ª, 3ª, 4ª e 5ª quelli che possono venire uccisi dai titolari del diversi tipi di licenza; alla 6ª quelli la cui esportazione è proibita senza permesso del Governatore generale.

La licenza di caccia si ottiene facendone domanda, su carta munita di marche da bollo, ai R. Residenti, che la trasmettono all’autorità competente. Nella domanda, oltre alle generalità e alla fotografia del richiedente, vanno indicati i dati relativi all’avvenuto pagamento della tassa. Le licenze sono di quattro tipi. — Tipo A (tassa L. 6000, ridotta L. 1000). Valevole per un anno e per tutta l'A. O. I., consente l’uccisione di animali di cui alle classi 2ª e 5ª con le limitazioni di numero previste e con il pagamento delle sopratasse speciali: L. 3000 per il 1° elefante, L. 2000 per il 2° e L. 2000 per una giraffa. — Tipo B (tassa L. 800, ridotta L. 400), valevole per 1 anno e per tutta lA. O. I. Si rilascia per l’uccisione di animali delle classi 3ª e 5ª, salvo le limitazioni prescritte. — Tipo C (per viaggiatori; tassa L. 150, ridotta L. 75) per gli animali delle classi 4ª e 5ª. È valevole per 15 giorni, non è rinnovabile più di tre volte in un’anno ed è valida per tutta l'A. O. I. — Tipo D (tassa unica L. 100) per gli animali della classe 5ª; è valevole per un anno e per il territorio di un solo Governo o del Governatorato di Áddis Abéba, ma può essere valida per tutta l’A. O. I. qualora la tassa sia raddoppiata. Le licenze di tipo A e B sono rilasciate dal Ministero dell’A. I. e dal Governo Generale e, per delega, dai singoli Governi, i quali possono direttam. rilasciare le licenze stesse soltanto nel caso che la validità sia limitata al territorio di un solo Governo. La licenza di tipo C è rilasciata, previo assenso del Governo generale o per sua delega, dal Governo al quale viene richiesta, come del pari quella di tipo D che viene rilasciata anche dai Commissari di Governo. [p. 25 modifica]Pagina:CTI - Guida dell'Africa Orientale Italiana, 1938.djvu/27 [p. 26 modifica]Pagina:CTI - Guida dell'Africa Orientale Italiana, 1938.djvu/28 [p. 27 modifica]Pagina:CTI - Guida dell'Africa Orientale Italiana, 1938.djvu/29 [p. 28 modifica]Pagina:CTI - Guida dell'Africa Orientale Italiana, 1938.djvu/30 [p. 29 modifica]Pagina:CTI - Guida dell'Africa Orientale Italiana, 1938.djvu/31 [p. 30 modifica]Pagina:CTI - Guida dell'Africa Orientale Italiana, 1938.djvu/32 [p. 31 modifica]Pagina:CTI - Guida dell'Africa Orientale Italiana, 1938.djvu/33 [p. 32 modifica]Pagina:CTI - Guida dell'Africa Orientale Italiana, 1938.djvu/34